Umanità in cammino
Giuseppe Lembo
I migranti in fuga dall’Africa e dall’Asia, spinti da persecuzioni, da miserie diffuse, sempre più numerosi bussano alle nostre porte. Tanto, per chiedere umanamente aiuto, per non morire; tanto, per rivendicare il diritto alla vita anche per i rifiuti umani, sempre più indifferenti ai potenti del pianeta Terra, in tutte altre faccende affaccendati, mentre il mondo dei poveri del mondo, è in cammino verso mondi sconosciuti, per non morire di violenta indifferenza umana verso l’uomo sempre più solo, in una Terra sempre più ammalata di UOMO. Purtroppo, c’è tanta disumana disperazione che spinge i poveri del mondo a mettersi in cammino, con viaggi della speranza che si trasformano sempre più spesso in tragedie, con centinaia e/o ancora di più, migliaia di vittime, tra cui tantissimi bambini, inghiottite dalle gelide acque del Mare Nostrum che, per la disperazione di chi lo vuole attraversare, in nome della libertà umana, diventa una gelida e disumana tomba dei viventi, fortemente indifferenti al mondo in tutte altre faccende affaccendato. Siamo, soprattutto in Italia e nelle Regioni del Sud in particolare, ad una grave emergenza umanitaria. Un’emergenza che è sempre più parte di Noi e quindi non può esserci indifferente, facendo finta di niente, anche quando la gente muore, mentre cerca di appellarsi ad una solidarietà umana non sempre disponibile ad ascoltare la voce disperata di chi soffre; di chi soffre e rivolgendosi al mondo, chiede aiuto per non morire di disumana indifferenza ricevuta in dono dai propri simili della Terra. Nonostante le tante egoistiche resistenze degli uni (i forti della Terra) contro gli altri (i deboli della Terra) il futuro del mondo ha il destino ormai segnato da un welfare universale (Zygmunt Bauman); è questa, l’unica via possibile per salvare il mondo da una sempre più inevitabile catastrofe umanitaria che, per il bene di tutti, va necessariamente fermata. La comunità umana, ovunque nel mondo, sarà sempre più multiculturale; tanto, attraverso percorsi di integrazione e di inclusione che, cammin facendo, diventeranno, sempre più il nuovo della Terra; diventeranno, sempre più, un insieme umano, dall’umanità condivisa. Il fenomeno immigrazione è, tra l’altro, un crescente fenomeno italiano. Al momento, l’impatto è di 5 milioni di regolari contro 175 mila profughi a fine 2016. Da previsioni ISTAT l’Italia avrà una media di ingressi di immigrati stranieri, di 300 mila unità annue. C’è da riflettere! C’è da saper riflettere! Chi viene da Noi, non è da considerare, così come si fa qualunquisticamente, un danno ed un peso per l’Italia. Non è assolutamente così. Gli immigrati sono, tra l’altro, un’importante risorsa per l’Italia. Mentre il loro costo per accoglienza, rimpatri e lotta all’irregolarità costa all’incirca 3 miliardi, i benefici economici a favore dell’Italia, si aggirano intorno ai 17 miliardi annui. Trattasi di risorse importanti per l’Italia, con un’economia fortemente ammalata ed in grave sofferenza, avendo da tempo, interrotto il suo fare virtuoso di Paese che produce, con un sistema di organizzazione del lavoro saggiamente attento al futuro. L’Italia che produce e che fa del lavoro un diritto degli italiani, non esiste più. Appartiene ad un passato ormai cancellato. Sull’intero territorio italiano sono sempre più numerose le saracinesche abbassate; sono sempre più numerose le fabbriche chiuse e/o delocalizzate per non morire di Italia. Altri elementi di grave dismissione italiana sono le culle sempre più vuote. Senza lavoro, i giovani si negano alla Famiglia e quindi ai figli che non vengono messi al mondo, perché i loro padri li considerano possibili eredi di generazioni senza futuro; eredi di un’Italia dismessa ed identitariamente cancellata. Un altro sinistro segnale dei mali d’Italia, così come si evince, osservando il mondo dei giovani, è la crescente perdita della nostra lingua. Noi italiani di questo nostro triste presente dal futuro negato, non ci identifichiamo più saggiamente con l’italiano; con la nostra lingua madre. Tanto, soprattutto da parte del mondo giovane, tra l’altro, sempre più spinto dalla necessità di sentirsi cittadini del mondo; stiamo perdendo l’uso corretto della lingua italiana e la capacità italiana di esprimersi ricorrendo, da buoni italiani, alla parola scritta. È sempre più una condizione dell’ESSERE italiani, attenti al comunicare con gli altri del mondo, usare altre lingue; è prevalente la lingua inglese, fortemente padrona anche in casa nostra. Tanto, per una dismissione della nostra lingua madre, sempre più diffusamente crescente nell’umanità dei giovani italiani che, cittadini del mondo, per necessità virtù, cercano il futuro possibile fuori dai confini italiani. Tanto, cancellandosi all’italianità; tanto, liberandosi anche della lingua considerata inutile e scomoda. In Italia, per un concretamente certo futuro italiano, con l’attivo coinvolgimento delle nuove generazioni, bisogna cambiare; bisogna assolutamente e necessariamente cambiare. Si tratta di un percorso oltre che possibile, assolutamente necessario. Un percorso di un futuro possibile che va costruito pensando alle radici del passato italiano; un passato, tra l’altro, ricco di storia di emigranti che hanno fatto da “ambasciatori protagonisti” la nostra storia del passato ed oggi possono saggiamente guidarci a camminare da “insieme universale”, verso un futuro nuovo; un futuro, forte di un crescente e diffuso multiculturalismo italiano. È assolutamente importante pensare al futuro italiano; si tratta di un futuro che riguarda tutti Noi e soprattutto quel mondo giovane che si sente tradito dai padri e sta vivendo assolutamente momenti tristi; momenti disperati, dal futuro negato. Ben venga il multiculturalismo italiano! Forse, partendo dal confronto con gli altri, qualcosa può cambiare; qualcosa deve necessariamente cambiare, eliminando gli alibi giustificativi, come il “male globalizzazione”, per salvare il mondo che, sempre più ammalato di uomo, sta morendo, senza possibilità alcuna di resurrezione.