Airola: clamorosa fuga da carcere minorile, Sappe “Evasione prevedibile, sicurezza al minimo”
Clamorosa evasione di un detenuto italiano dal carcere minorile di Airola. La fuga è avvenuta mentre il giovane stava per essere accompagnato in comunità. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che parla di “evasione prevedibile”.“Nel pomeriggio di mercoledì 26 aprile il giovane stava per essere tradotto in comunità, ma durante le operazioni di trasporto, complice anche la scorta ridotta di Polizia Penitenziaria è fuggito”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “E’ da tempo che il SAPPE denuncia come i trasporti e le traduzioni avvengono sotto scorta rispetto al previsto modello operativo in uso ai Nuclei di Polizia Penitenziaria addetti a questo specifico servizio, ma le nostre sollecitazioni non sono state affatto raccolte. Se avessero ascoltato le denunce del SAPPE, questo grave episodio non sarebbe avvenuto”.“Ora bisogna catturare il detenuto evaso, ma una riflessione deve essere fatta sula precaria sicurezza del carcere di Airola. Ci sembra che da tempo la situazione sfugge di mano al comandante del reparto di Polizia Penitenziaria, che evidentemente ha improntato una organizzazione del lavoro e una quotidianità penitenziaria ad Airola fallimentare sotto il punto di vista della sicurezza e della rieducazione trattamentale”, commenta il leader del SAPPE, che ricorda come “da mesi il SAPPE chiede, nell’indifferenza dell’Amministrazione Penitenziaria, una ispezione ministeriale nel carcere minorile di Airola”. Capece ricorda i numerosi eventi critici accaduti nel carcere minorile di Airola, in particolare la rivolta dello scorso settembre nella quale i detenuti distrussero la sezione detentiva e tre poliziotti penitenziari rimasero feriti: “Quel che accade ogni giorno nel carcere minorile di Airola è sintomatico di ingovernabilità e disorganizzazione. Eppure le nostre denunce rimangono senza risposte ed adeguati provvedimenti. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dalla Giustizia minorile e dall’Amministrazione Penitenziaria.