Pozzuoli: violenze in carcere contro poliziotta

Torna al centro delle cronache un carcere della Campania per fatti di violenza contro il personale di Polizia Penitenziaria. “Ancora un episodio di violenza nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli”, denuncia Emilio Fattorello,  segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “Una detenuta in osservazione psichiatrica, a regime aperto, ha aggredito con violenza la poliziotta penitenziaria di servizio che ha avuto la peggio. La malcapitata è stata colpita e scagliata con la testa contro il muro. Per le lesioni riportate la stessa è ricorsa alle cure dei sanitari in ospedale ove gli sono stati riconosciuti 10 giorni di prognosi s.c.con collare ortopedico. La detenuta è  recidiva a tali comportamenti violenti e continua a rimanere aperta con libertà di movimento nonostante metta continuamente a rischio l’incolumità degli operatori e delle altre detenute. Negli ultimi tempi le aggressioni sono sempre più  frequenti ed il personale della Polizia Penitenziaria in diverse occasioni ha subito danni fisici. Il SAPPE ha già segnalato le carenze strutturali della Sezione detentiva di articolazione mentale e la mancanza di garanzie per la sicurezza sotto diversi aspetti. Siamo in attesa di  risposte da parte della direzione anche su una complessiva verifica dell’ Organizzazione del Lavoro. Purtroppo se la Sorveglianza Dinamica e la apertura delle celle sono legge, che sia fatto tutto con criteri di legalità previsti dallo stesso legislatore per raggiungere gli obiettivi di una giusta Esecuzione Penale, salvaguardando così la professionalità nonché la sicurezza per il personale abbandonato a se stesso come ultimamente avviene nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, aggiunge: “E’ solamente grazie alle poliziotte penitenziarie, alle eroine silenziose del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria e dalla Giustizia Minorile e di Comunità. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.  Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il Corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 Agenti. Pesantissima, in particolare, la situazione del Reparto del carcere di Pozuoli, nettamente sotto organico …”.“E non è un caso se, da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, gli eventi critici nelle carceri sono decuplicati”, evidenzia infine. “Davvero non comprendo come si possa aver avuto il coraggio, nella recente legge di modifica della legge penale e penitenziaria, di estendere ancora di più la vigilanza dinamica nelle carceri, che vorrà dire più caos e violenza nei penitenziari. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto: gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno, come dimostra quel che è accaduto nel carcere di Pozzuoli”.