Pellezzano: VIII ediz.HMP, all’Eremo di Capriglia gli Ezra Collective
Qualcuno li ha definiti “ragazzi terribili”, qualcun altro li ha identificati come i nuovi talenti del jazz mondiale. Sta di fatto che la loro musica sembra possedere un carattere soprannaturale mentre la multiculturalità degli attori coinvolti, come nella migliore tradizione della capitale inglese, rendere più elettrizzante quello che fanno. Loro sono gli Ezra Collective, il gruppo pronto ad inaugurare la VIII stagione estiva di Hub Music Project, il concentrato di musica live realizzato anche grazie al patrocinio del Comune di Pellezzano Assessorato alla Cultura ed alla Fondazione Carisal. Giovedì 13 luglio (alle 22) sul palco del Complesso Monumentale dello Spirito Santo di Capriglia, sale il famoso (seppur giovanissimo) quintetto londinese, “diverso” per professionalità e inventiva, la band che ipnotizza. Protagonista della nuova scena jazz UK, hanno già vinto premi su premi, uno su tutti il Yamaha Jazz Experience Competition, ma rimangono con i piedi per terra e assolutamente fedeli a una linea di musica black londinese che va molto oltre i confini del jazz e che corre da sempre tra i quartieri e le comunità della capitale britannica. La formazione ha un solo album all’attivo ma è già passata dal palco del Glastonbury Festival ad una spettacolare Boiler Room (concerti in streaming per pochi). Con un suono viscerale, fresco e spensierato che affonda le radici nel jazz, nella black, nell’afrobeat cosi come nell’hip-hop, hanno dalla loro l’entusiasmo di chi inizia a calcare la scena e la consapevolezza di essere la “next big thing”. Infine, se serve una consacrazione, l’aver appena suonato ai Gilles Peterson’s Worldwide Awards – con la benedizione di Gilles in persona che continua a proporli nei suoi momenti radiofonici – è sempre un ottimo biglietto da visita, così come l’essere stati scelti come live band da una leggenda come Pharoahe Monch. Londinesi, giovanissimi, si esibiscono dal vivo: Dylan Jones (tromba), James Mollison (sax tenore), Joe Armon-Jones (piano), TJ Koleoso (basso) e Femi Koleoso (batteria). Il giorno dopo, venerdì 14, tocca al sound jazztronico dei Koop storico gruppo dei primi anni duemila, a Salerno in veste Koop Orchestra, il nuovo progetto di Oscar Simonsson, già fondatore del raffinato duo elettro jazz svedese. La nuova formazione composta da 7 elementi, è pronta a rivisitare il modern jazz e affrontare un viaggio musicale sperimentale attraverso la musica classica, l’elettronica, lo swing, in continuo movimento tra inediti e soprattutto i pezzi che hanno segnato la fama di Koop. La missione principale dell’ensemble, che ha fatto la sua prima apparizione nel 2015, è quella di vivere e celebrare la grandezza della musica dal vivo, capace di connettere tra loro le persone, come nessun’altra cosa al mondo. Sabato 15, con Luca Sapio, il soul man italiano che ha conquistato David Letterman (il singolo “How did you loose it”, tratto dal primo album “Who knows”, è finito nella playlist dello show) si chiude la triade degli appuntamenti targati HMP. Sul palco di Capriglia proprio lui, che ha aperto i concerti europei di Sharon Jones and The Dap-kings – è stato voce degli Area nel 1999, dei Quintorigo dal 2009 al 2011- poi il viaggio negli Usa, e due dischi da solista che evocano fortemente il classico suono soul-blues degli anni sessanta con fiati, solidi groove e suoni d’organo, immersi in un mare di psichedelica. Per Sapio, che si esibirà con la sua band The Italians Royal Family, quella del Festival HUB è l’unica data estiva in Italia.