Salerno: all’Archivio di Stato mostra Domenica di Carta

Dal più antico al più curioso, i documenti dell’Archivio di Stato di Salerno in mostra. 8 ottobre apertura straordinaria dell’Archivio di Stato dalle 9,30 alle 13,30 e dalle 16 alle 20. Alle ore 17,30 presentazione del catalogo della mostra; alle ore 18,30 concerto Hartmann, musiche e diari di viaggio dell’età di mezzo, con Daniele Apicella, Renata Frana, Orsola Leone, Carlo Roselli. La mostra resterà aperta fino al 14 dicembre 2017 secondo gli orari dell’Istituto. In occasione della domenica di Carta 2017, l’Archivio di Stato di Salerno presenta la mostra Carte, cartapecore, scartoffie e pinzillacchere, dal più antico al più curioso, i documenti dell’Archivio di Stato di Salerno in mostra, una sorta di viaggio nel ventre dell’Archivio, viaggio che tocca allo stesso tempo campi, momenti e luoghi della storia salernitana, più o meno noti –l’età longobarda, il Collegio Medico, la rivolta di Masaniello ma anche le trasformazioni della città in epoca moderna – con un impianto “diacronico” che suggerisce le trasformazioni del documento stesso nel corso dei secoli – dalle antiche pergamene ai fogli di carta velina, dalle antiche scritture ai dattiloscritti I materiali esposti sono stati scelti, per gioco, seguendo la traccia de “il più…”: il più antico, il più pesante, il più voluminoso etc, ma si tratta appunto solo di un gioco per accompagnare il pubblico nella grande varietà dei documenti d’archivio. Logo della manifestazione è la più antica scritta “Salerno” a tutt’oggi ritrovata, particolare tratto da una bolla vescovile del 992: la stessa immagine è stata anche utilizzata per ricordare il secondo centenario della istituzione dell’Archivio di Stato di Salerno. Elemento di curiosità di questa mostra è la presenza di Totò, o meglio di una documentazione genealogica del grande attore, da lui stesso donata all’Archivio di Stato di Salerno un giorno del 1952 secondo il verbale di consegna, redatto dall’allora direttore Leopoldo Cassese. Parte della mostra è infine riservata ai “donatori”, cioè a tutti coloro – e non sono pochi – che hanno contribuito all’accrescimento del patrimonio dell’Archivio di Stato con documenti, libri e altro. Questo per ricordare chi ha donato, ma anche mostrare l’altra faccia della conservazione, che è il compito precipuo degli Archivi di Stato. Quando un privato cittadino sceglie di conferire allo Stato i propri documenti storici, lo fa perché ne intuisce il valore universale e non individuale, e riconosce agli Archivi l’impegno di una conservazione che vada oltre il presente, a vantaggio della memoria collettiva, garantendosi, in qualche modo, imperitura memoria.