Regione Campania: Cirillo “Museo alla Reggia di Quisisana, ennesimo bluff”
“Chiediamo che si faccia urgentemente chiarezza rispetto alla realizzazione del Museo dell’antica Stabiae e della scuola di formazione in beni culturali presso la Reggia di Quisisana”. A parlare è il Consigliere regionale Luigi Cirillo, membro della commissione Istruzione. “In data 7 marzo 2017 durante l’audizione in commissione regionale VI sul tema delle ville di Stabiae, il Sindaco Pannullo dichiarava di aver avuto un’interlocuzione privilegiata con il professore Osanna mentre poneva agli atti della commissione regionale la convezione siglata con la Sovrintendenza sulla Reggia di Quisisana per la realizzazione del Museo Archeologico – continua Cirillo – non ancora siglata all’epoca per motivi tecnici rassicurando però che a breve sarebbe stata firmata”. “Quel breve detto dal sindaco in audizione sono diventati più di 7 mesi visto che a oggi la convenzione non risulta ancora firmata da parte del Comune di Castellammare di Stabia, cosi come apprendiamo dalla dichiarazione del direttore generale del Parco archeologico di Pompei dott.Osanna con il rischio dell’abbandono definitivo del progetto e la perdita dei circa due milioni di euro previsti”. “In data 13 settembre 2017 durante il sopralluogo della commissione regionale VI a villa San Marco, il sindaco dichiarava che stava andando avanti il rapporto con la Sovrintendenza rispetto alla citata convenzione – Cirillo – paventando un imminente definizione della stessa”. “Il sindaco pochi giorni fa attraverso la sua pagina social, sottolineava che da Giugno e poi da settembre le trasmissioni con la Sovrintendenza si erano interrotte – tuona Cirillo – dichiarazioni che contrastano con quanto affermato durante l’audizione proprio nel mese di settembre in cui si evidenziava invece un continuo rapporto”. “Vogliamo scongiurare l’ipotesi dell’ennesimo schiaffo alla comunità stabiese per cui depositeremo una nuova richiesta di audizione per far luce sulla vicenda e chiarire le relative responsabilità istituzionali – conclude Cirillo – rispetto al rischio di un danno per il rilancio turistico e culturale per la città di Castellammare di Stabia”.