Salerno: al teatro “La Ribalta” la compagnia “I Satiri Saturi”
Domenica (26 Novembre) alle ore 19 al teatro “La Ribalta” di Salerno si ritorna in scena con “Movimento amoroso non troppo veloce” offerto dalla Compagnia “I Satiri Saturi”. Il genere in questione è il suggestivo e imperdibile Teatrodanza. Il palco sarà calcato ed animato da Antonino Masilotti (attore e regista) e Letizia D’Angelo (cantante lirica e attrice).
Note di regia
Lo spettacolo prende le mosse da uno studio sul compositore Franz Schubert. In scena un attore e una cantante lirica/attrice che mettono a punto una partitura per corpo e voce, un movimento che definisce in tutto e per tutto la rappresentazione scenica: un uomo e una donna sviluppano le traiettorie del loro amore frastagliato, complesso, irrisolto, illogico eppure estremamente vitale. La musica nasce da dentro, è il primo afflato, anticipa la parola, quasi la annulla, dal momento che i corpi si esprimono in spasmi, tensioni, riflessi incondizionati, prese, carezze, schiaffi, graffi, abbandoni e crolli. Da quando entrano in scena i due non fanno altro che giocare al loro amore, che come tutti gli amori è complesso, ma solo all’apparenza … in realtà le situazioni che si mettono in scena rientrano nell’ordine naturale dei rapporti umani, ciò che sconvolge è lo sforzo che Lei e Lui compiono per sfuggire alla banalità del quotidiano, alla routine, al lavoro e alle responsabilità non volute, che minacciano il gesto semplice, confondono i desideri, anestetizzano le sensazioni, ostacolano la gioia. In scena c’è un solo vero oggetto che mette in relazione i due: un telo nero elastico che disegna le loro traiettorie, misura lo spazio, lo amplifica e lo restringe, li connette al pubblico che è parte integrante della performance. Un telo che è pelle, tessuto connettivo, terminale delle tensioni nervose di Lei e di Lui. Un telo che può diventare anche tovaglia o coperta all’occorrenza, senza però mai staccarsi dai corpi in azione e tensione. Una componente essenziale dello spettacolo Movimento amoroso è rappresentata dalla pausa, che non è assenza o interruzione del movimento, ma al contrario, come nella musica, contiene in sé il movimento, lo carica di significati, ne cristallizza la massima espressione. Lo spettacolo può essere, dunque, catalogato nell’ambito del Teatrodanza e della Performing art e, a nostro avviso, il suo punto di forza è da ricercare nella capacità degli attori di trasformare le sonate di Schubert nel vettore musicale ed emotivo di un’azione che si svolge nel quotidiano, in un tempo e in uno spazio, anche drammaticamente, vicini a noi. Lo spettacolo resta “violentemente” aperto, non culmina in un vero finale, poiché, nell’azione amorosa, nessun finale è all’altezza. Lo spettatore potrà sentirsi appagato o disarmato, a decidere saranno il suo cuore e i suoi nervi