Verso il voto del 4 Marzo
Giuseppe Lembo
Le parole che oggi, si trovano impresse a fuoco, nel cammino italiano, sono quelle della “dismissione” e della “delocalizzazione”.
Di dismissione e delocalizzazione, causa di tante gravi sofferenze italiane, l’Italia sta morendo!
L’Italia, sempre più povera, cancella il “tutto italiano” negando sempre più, i diritti alla persona così come costituzionalmente previsti e codificati dall’universalità dei diritti umani per l’UOMO, sempre più indifferenti per il presente e soprattutto per il Futuro della povera Italia nostra, tristemente sedotta ed abbandonata e dal Futuro sempre più negato.
Purtroppo, oltre alle tante sofferenze italiane, dalla Salute al Lavoro, dai Diritti alla persona alle crescenti povertà diffuse, con un’altrettanta diffusa e crescente indifferenza per gli ultimi d’Italia, siamo ad un Paese che, prima di tutto e soprattutto, sta morendo nella sua umanità, nella sua anima d’insieme, nel suo impegno a riconoscere il cittadino, in quanto UOMO, al centro della società italiana; tanto, negandolo ai naturali ed umani suoi diritti che, essendo parte di NOI, nessuno, in nessuna parte del Mondo, soprattutto se libera e democratica, può negare al cittadino che ne fa parte, come singolo e come insieme umano, cancellandone, così facendo i valori di cittadino-uomo, libero e democratico.
Di cittadino che deve potersi sentire parte viva ed attiva di un sistema che non può vivere e tanto meno sopravvivere, se non ha in sé un’anima d’insieme; se non ha l’anima del popolo protagonista e SOVRANO che, quest’Italia oscurantista, con arrogante confusione per tutti, appellandosi a stravaganti forme di potere unico, va tristemente cancellando, cancellandone il ruolo del cittadino protagonista di sviluppo, di democrazia e di saggio cammino d’insieme che, come ci insegna la storia, deve centralmente affidarsi e fidarsi del popolo sovrano, dal ruolo attivamente partecipato, assolutamente insostituibile. Tanto, creando gravi sofferenze italiane, con anomalie ed incertezze che ci negano tristemente al Futuro.
Il cittadino italiano, nel suo rapporto governanti/governati, è stato sempre più cancellato, cancellandone la sua centralità ad un punto tale da essere ridotto al triste ruolo di suddito; al maledetto ruolo di cittadino dai diritti negati e sempre più cancellati, trasformando la società civile italiana, in una società sempre più senz’anima e senza saggia identità di un’attiva appartenenza valoriale, dismessa come le tante altre cose italiane sia immateriali che materiali, creando il vuoto italiano del qualunquismo sempre più diffuso e che oggi è tristemente e pericolosamente parte di Noi.
Questo passato italiano era un passato dalle crescenti e diffuse certezze e fiducia per il Futuro del Paese. Era un passato dalla forte dialettica tra parlamento e partiti; una dialettica che, purtroppo, non c’è più, in quanto, cammin facendo, cancellata dalla politica del potere unico dei capi che, mentre un tempo erano fortemente legati alle masse, oggi sono sempre più lontane da chi le rappresenta e che, con indifferenza si nega al dialogo, al confronto, al camminare insieme, ponendosi e promuovendosi, dal centro alla periferia, come “potere unico”; come il solo potere a cui tutto è dovuto e con la forza devastante di un “populismo” del capo, sempre più espressione di un mondo della politica-professione, indifferente al cittadino-elettore che, facendosi male e facendo un male da morire al sistema della saggia rappresentanza democratica, si nega sempre più al Futuro, scegliendo la strada in salita dell’isolamento e della solitudine. Tanto, con la pretesa, senza una ragione, di consensi plebiscitari, oggi al capolinea, avendo ormai tristemente toccato il fondo, con tristi conseguenze per il Futuro democratico e di sviluppo del nostro Paese, dove la società civile, si sente sempre più senza rappresentanza, per la solitudine di chi li rappresenta e di chi non vuole il cittadino-elettore, protagonista nelle scelte importanti e nella saggia ed attiva partecipazione ad un modo attivo di fare politica per l’Italia ed il suo Futuro.
Gli italiani vogliono protagonismo e partecipazione! Vogliono un mondo politico che li rappresenti responsabilmente, evitando di essere maltrattati ed indifferenti a chi li governa, per un tragico buco nero nel rapporto governanti/governati, tra l’altro in sé, un vero e proprio scempio dei diritti umani che, purtroppo e sempre più, sono diritti negati.
Con questa triste e diffusa disumanità italiana, per il 4 marzo 2018, c’è la domanda del nuovo italiano.