Milano: elezioni politiche, Lega per l’Italia, Pergamo “Perchè sostenere il PRI e superare soglia 3%”
Ho seguito l’intervista di Di Maio a Di Martedì da parte di giornalisti bolsci e schierati coi luoghi comuni che destra e sinistra portano in questa campagna elettorale. La strategia di Di Maio e dei 5s é molto chiara. Fare tutto il contrario di ciò che fanno gli altri e giocare sul paragone. Se ai 5s si imputa il fatto che alcuni di loro non hanno versato una parte del loro compenso parlamentare e si fa di questo l’elemento di inaffidabilità dei 5s che cosa si produce? Che tutta Italia parla del fatto che I parlamentari dei 5s versano parte dei loro proventi ad un fondo per la promozione di piccole e medie imprese. Quindi che il massimo di danno che possono fare é, non quello di occupare i palazz i del potere e saccheggiare il paese, ma tenersi una minima parte di ciò che é loro il che non é nemmeno un reato. Se si insiste poi con il fatto che nelle loro liste 8 su 700 hanno subito lievi pene o sono indagati é facile per Di Maio spiegare che costoro hanno nascosto il fatto e che loro li cacciano. Il che rispetto ai candidati degli altri partiti indagati o condannati per strage come il pazzoide della Lega o il figlio di De Luca o i tanti condannati o indagati per voto di scambio, peculato o corruzione nei grossi partiti, che vengono candidati per garantire loro l’immunità parlamentare, c’è molta differenza. Se si cerca di banalizzare la presentazione di alcuni possibili ministri come un fatto avvenuto per caso o conoscenze casuali e quindi che potrebbero non essere capaci a governare il paese non é difficile per Di Maio dimostrare che rispetto a Alfano, Lorenzin, Boschi e la sindacalista della Cgil, alla pubblica istruzione o di Poletti al ministero del lavoro tutto è meglio, anche persone che conoscono professionalmente le materie di cui si dovrebbero occupare e che non sono state raccattate per strada. Se si cerca di strumentalizzare il fatto che Di Maio presenta la squadra di governo prima lo si faccia con argomenti politici e giuridici non cercando di sputtanarlo come megalomane sprovveduto. Di Maio sa benissimo che lui non é e non può essere il candidato premier, perché non lo prevede la Costituzione ma siccome Renzi, Salvini, la Meloni, Berlusconi, che ogni giorno ne candida uno solo perché lui essendo condannato non può candidarsi, fanno la stessa cosa per ingannare gli elettori e far credere che siamo ancora nel maggioritario, dove anche lì non era possibile eleggere il premier ma veniva tollerato da re Giorgio Napolitano contro la Costituzione. Il popolo elegge i parlamentari e il Parlamento elegge il Presidente del Consiglio previo consultazioni ed incarico da parte del capo dello stato; questo dice la Costituzione. Di Maio non é lo sprovveduto fanciullino che credono Renzi e Berlusconi e la stampa organica. Di Maio fa parlare di questo e poi, da un lato spiega che il suo è solo un gesto di bon ton perché presentando la squadra di governo come diversità da chi deve usare il manuale Cencelli poi, non pensasse che era un gesto di mancanza di rispetto verso il capo dello Stato e verso le sue prerogative costituzionali. Intanto la gente riceve un messaggio forte sulla diversità e sull’autonomia e anche di rassicurazione sulla conoscenza e sul rispetto delle regole. Ma poi, questi politici e giornalisti organici si avventurano sul discorso delle alleanze che è il punto forte della campagna grillina. Perché andare da soli significa rispettare la possibilità di tutti di presentarsi con la propria identità e poi, in Parlamento far valere la politica come capacità di mettersi d’accordo su un programma per governare il paese non per spartirsi il potere. Tutti a far credere che i 5s stelle siano disposti a fare alleanze con tutti qualora fossero incaricati da Mattarella e Di Maio che fa un figurone dicendo che loro cercheranno un contratto di governo in Parlamento con scadenze precise sui vari temi. Un figurone perché rispetto a chi offre un litigio su chi sarà premier nel centro destra e chi é ossessionato dal prendere un voto in più di Bersani nel 2013 e di fare in modo che la Bonino non raggiunga il 3% é sicuramente un modo più convincente di fare politica. Che cosa non mi convince di Di Maio e di ciò che porta avanti? Intanto il fatto che i 5s sono il frutto di una protesta trasversale e di una fase politica in cui in violazione della Costituzione si è costruito un sistema di rappresentanza e di governo maggioritario senza che questo fosse il frutto di una storia di una cultura politica, come lo é nei paesi anglosassoni o negli USA. Per cui il governo diventava un accozzaglia di interessi particolari e non il governo dell’interesse generale. Raccogliere il malcontento di ciò senza orientarlo verso uno sbocco democratico e pluralista ma verso uno sbocco populista, da partito unico, antieuropeo deve preoccupare tutti e sopratutto noi che abbiamo invece cultura del dovere verso l’interesse generale e cultura pluralistica e democratica. Perché riteniamo la democrazia come la capacità di tutelare le minoranze non come l’autoritarismo delle maggioranze. Questo” isolamento” del movimento 5s va corretto col dialogo, col confronto per aprire il gioco democratico e liberarlo dal veleno tossico e corporativo del maggioritario. Il pluralismo arricchisce se è portatore del punto di vista di una cultura democratica, avvilisce la democrazia se é il frutto di rappresentanza di interessi corporativi che concertano voti di scambio. L’altra cosa che andrebbe spiegata a Di Maio é che la cultura costituzionale va rispettata sempre, non violata e poi, si pongono i condizionali. Non ci si deve candidare a premier, questo vale per tutti, perché non è previsto dalla Costituzione e perché, anche se si aggiunge che naturalmente se il popolo col voto lo deciderà e se Mattarella lo indicherà. Perché ciò interferisce con i poteri del capo dello Stato. Mattarella dopo consultazione dei partiti può incaricare qualcuno che non sia chi ha avuto più voti, chi ha avuto più parlamentari, o chi ha avuto più voti all’ interno di una coalizione. Mattarella incaricherà chi è in grado di ottenere una maggioranza parlamentare per governare. Quindi fare vivere il risultato del voto come un vincolo imposto al capo dello Stato crea un vulnus alle sue prerogative. L’altro limite è rincorrere i leader europei e mondiali che non si devono preoccupare che i 5s saranno per un’altra Europa e non contro l’Europa. Ma questo non conveniva dirlo apertamente invece di cavalcare l’antieuropeismo e l’antieuro? Mi viene il sospetto che Di Maio e i 5s puntino a dimostrare che senza di loro non si governa e che queste elezioni sono l’anticamera di prossime elezioni ravvicinate se si dovessero fare inciuci che hanno come obiettivo escluderli e continuare a sgovernare il paese. Se un governo di destra che scimiotta il razzismo e il fascismo o un inciucio portasse i 5s ad essere l’alternativa di opposizione unica le conseguenze sarebbero disastrose per il paese e avremmo un partito egemone nei prossimi anni. A questa deriva che comprende anche un antifascismo con metodi fascisti, si devono opporre i repubblicani Il PRI e i cittadini che si riconoscono nella Repubblica offrendo una cultura politica democratica e repubblicana, fatta di educazione alla virtù civile e al senso del dovere, fatta del rispetto delle regole e delle istituzioni, una cultura del governo dell’interesse generale, della libertà e della laicità dello stato, una cultura del rigore come condizione per risanare e creare sviluppo, una cultura di efficienza e di modernità tagliando sprechi e burocratizzazione ed investendo in cultura, sapere e ricerca, una cultura da stato sociale non da stato assistenziale, una cultura del pensiero e dell’azione fatta con l’esempio e l’impegno di cittadini e non di questuanti. Una cultura europeista, di un’Europa politica, che promuove l’interesse dei cittadini europei non l’interesse della finanza o dei singoli stati. Noi possiamo essere tutto questo, noi siamo tutto questo quando siamo e rimarremo i patrioti della REPUBBLICA, i custodi e gli apostoli di quel patriottismo costituzionale repubblicano senza il quale saremmo inutili ed uguali agli altri.
Presidente Nazionale Prof.Luigi Pergamo