A proposito di Giordano Bruno: articolo di don Marcello Stanzione dell’8 dicembre 2010
Padre Giuliano Di Renzo
Molte delle persone che hanno criticato il confratello sacerdote avrebbero bisogno di una buona conoscenza della storia.
Di Giordano Bruno, dell’inquisizione ecclesiastica, dall’illuministico anticattolico libero pensiero confusa con i metodi coercitivi e violenti della “giustizia” del potere laico e con l’inquisizione protestantica.
Come anche conoscere il Medioevo, la storia della cosiddetta unità d’Italia. Insomma mettere al bando dalle proprie conoscenze la storia confezionata dallo stato (simile a quella dell’odierna nostra “buona scuola”) quella ideoligica che ci hanno fatto studiare a scuola, la scuola del libro Cuore, del re Vittorio padre della patria, di Umberto re galantuomo, di Vittorio Emanuele III re soldato, e così via.
La storia trasformata in ideologia non è più storia, non è più cultura, non è più libera. Come non è storia, non è cultura la storia e la cultura del “libero pensiero”.
Quel libero pensiero che a due secoli di distanza fa di Giordano Bruno un suo eroe. Ma solo perché, disgraziatamente, venne fatto bruciare dall’inquisizione nel il 17 febbraio1600 in Campo dei Fiori, a Roma, e serve come arma polemica di parte. Anche qui fuori del suo tempo, trasformando un deprecabile fatto storico in bandiera ideologica distraendola dal suo proprio tempo.