Salerno: al Teatro Nuovo “Corridoi Umanitari”

Il prossimo Venerdì 9 marzo, alle 21, al Teatro Nuovo di Salerno, un Recital di canzoni classiche napoletane dell’Ensamble Malvarosa, “intrecciato” con la poesia arabo/siriana. La serata sarà condotta da Concita de Luca.


INTRECCI

L’iniziativa, organizzata dal Coordinamento di Associazioni che gestisce il Progetto Corridoi Umanitari Convento San Lorenzo Salerno, disegna un ponte ideale della nostra comunità con la Siria e con la dolorosa vicenda dei profughi della sanguinosa guerra che dilania il Paese da ormai 7 anni, attraverso le note della musica classica napoletana e i versi della poesia arabo/siriana.

Un “ponte” che si è realizzato concretamente per una famiglia siriana profuga di guerra, giunta in Italia grazie ai Corridoi Umanitari  e accolta ed accompagnata a Salerno verso una nuova vita da una rete di associazioni, religiosi,  gruppi,  volontari.

SCHEDA

IL PROGETTO CORRIDOI UMANITARI CONVENTO SAN LORENZO SALERNO

Nell’ambito dell’iniziativa CORRIDOI UMANITARI, un gruppo di cittadini ed associazioni di Salerno e Cava de’ Tirreni si è fatto promotore di un progetto di ospitalità nel nostro territorio di una famiglia di profughi siriani originari di Homs (composta da 7 persone, 2 giovani coniugi e 5 bambini)

La famiglia è stata accolta, a partire dal 2 dicembre 2016 (data di arrivo a Roma in volo da Beirut (Libano), dove la famiglia viveva da oltre 4 anni in un campo profughi), presso parte del Convento di San Lorenzo, a Salerno, messo a disposizione dalla Provincia Salernitana-Lucana della Immacolata Concezione dei Frati Minori. 

Il Progetto è totalmente autofinanziato, senza alcun onere per lo Stato.

A Salerno i Soggetti promotori dell’accoglienza sono:

Associazione Eugenio Rossetto Onlus –  Cava De’ Tirreni (SA)

Associazione Pietre Vive – Cava De’ Tirreni (SA)

Associazione Rete Radié Resch – Gruppo di Salerno

Ufficio Migrantes – Arcidiocesi Salerno Campagna Acerno

con la Provincia Salernitana-Lucana della Immacolata Concezione dei Frati Minori

Il Progetto Convento San Lorenzo ha poi trovato l’interesse ed il sostegno della Fondazione della Comunità Salernitana.


I Corridoi Umanitari

I Corridoi Umanitari sono frutto di un Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015 (e rinnovato nel 2017) da:

Ø  Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie;

Ø  Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione;

Ø  Comunità di Sant’Egidio;

Ø  Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese.

 

Si tratta di un progetto-pilota, il primo di questo genere in Europa, che ha come principali obiettivi:

·      evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti, tra cui molti bambini;

·      impedire lo sfruttamento da parte dei trafficanti di uomini, che fanno affari con chi fugge dalle guerre;

·      concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” (ad esempio, vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo;

·      consentire di entrare in Italia in modo sicuro per sé e per tutti, perché il rilascio dei visti umanitari prevede i necessari controlli da parte delle autorità italiane.

I Corridoi Umanitari hanno consentito, da febbraio 2016 ad oggi, l’arrivo in Italia di circa 1000 profughi siriani, con viaggi sicuri, realizzati senza un soldo di spesa pubblica.

In virtù del nuovo accordo siglato il 7 novembre 2017, saranno accolti in Italia altri 1000 profughi siriani. Un ulteriore accordo siglato a gennaio 2017 con la Conferenza Episcopale Italiana, prevede l’arrivo di 500 profughi dal Corno d’Africa.

Il progetto è totalmente autofinanziato dalle organizzazioni che lo hanno promosso e dai Soggetti locali che intendono collaborare candidandosi ad ospitare nel proprio territorio nuclei familiari e ad accompagnarli, per la durata di 12/18 mesi, nel processo di acclimatamento, preludio alla integrazione.

Questo modello, che coniuga solidarietà e sicurezza, funziona ed è replicabile: infatti è stato adottato in Francia ed in Belgio, che hanno già registrato i primi arrivi alla fine dello scorso anno.