Scuola…malata!
Giuseppe Lembo
Il mondo dei giovani italiani e soprattutto meridionale, quando era prevalentemente un mondo contadino e non solo, era un mondo umanamente eccellente ed attento a crescere con il protagonismo dei cittadini rispettosi delle istituzioni ed impegnati con saggezza a costruirsi il futuro, cercando di crescere umanamente, culturalmente, socialmente, nel ruolo delle professioni e del lavoro più in generale.
Questa condizione umanamente saggia e giusta ha manifestato il suo virtuoso cammino fino alla fine degli anni ottanta, con percorsi di studio e di impegno finalizzato a migliorare le proprie condizioni di vita, con la saggezza delle idee, capaci di diventare fatti concreti.
Tanto anche al Sud, con difficili condizioni di vita, soprattutto nell’immediato dopoguerra e con condizioni territoriali di diffusa povertà ed analfabetismo di partenza.
In questo mondo di sofferenza meridionale, soprattutto a Napoli, abbiamo esempi eccellenti di giovani coraggiosi nel periodo bellico; tanto, con gli esempi di un grande coraggio, con la sfida del pericolo, senza preoccuparsi delle gravi conseguenze per la propria vita negli anni bellici della seconda guerra mondiale (quattro giornate di Napoli) ed episodi di sfida coraggiosa durante la liberazione, per ridare al Paese quella Libertà da anni cancellata, con un nuovo insieme italiano di maggiore unità d’insieme Nord/Sud, a partire dalle migliori e sempre più diffuse condizioni di vita ambientali, abitative, igienico-sanitarie, educative e formative, con i diritti sempre più diritti umani per tutti. Tanto, anche nel mondo rurale dove i giovani erano malnutriti e scalzi con un mondo contadino della sopravvivenza che usava i bambini nel lavoro dei campi, negandolo alla scuola ed alla buona salute, con malattie anche gravi che nel tempo, si andavano sempre più cancellando.
Tante anche le partenze per le Americhe; soprattutto per le Americhe del Sud dove partivano interi nuclei familiari che l’Italia, soprattutto l’Italia di periferia, negava agli italiani e/o li conservava ai territori con le proprie madri vedove bianche, lasciate a coltivare la Terra e le tante persone anziane che potevano vivere e campare solo dal sudato frutto dei campi coltivati con l’impegno di tutti i componenti dei nuclei familiari (bambini, anziani, donne madri e casalinghe).
Questa condizione sempre più umanamente dismessa, con le famiglie e soprattutto i giovani sempre più abbandonati a se stessi e rincorsi dalla crescita delle povertà diffuse, ha fatto crescere il malessere italiano, soprattutto al Sud, con la Campania, disperatamente prima, dove il Mezzogiorno vive la triste condizione di un mondo giovanile sempre più gravemente abbandonato a se stesso.
Siamo ancora oggi ad un Sud che registra il triste dramma del 60% dei giovani che non fanno nulla; che non studiano e non lavorano e che sono sempre più abbandonati a se stessi. È qui, nel povero Sud, sedotto ed abbandonato, che non si emigra più per libera scelta, ma per triste necessità.
Intanto il sofferto malessere territoriale cresce. Tanti i disagi; tanta la disumanità diffusa sui territori dalla Famiglia alla Scuola ed alla Società sempre più incapace di dare risposte credibili, soprattutto ad un mondo giovanile tristemente abbandonato a se stesso, con diffuse condizioni di malessere umano e sociale e con il sistema delle rappresentanze delle istituzionali sempre più incapace di agire per il bene comune, a partire dalle Famiglie, dalla Scuola e dalla Società più in generale.
Ma il male dei mali sempre più crescente negli ultimi decenni nel sofferto inferno meridionale, è quello della Scuola, dove, tra l’altro, cresce l’uso-abusato della lingua italiana, usata in modo sempre più improprio; in modo sempre più scorretto non solo nelle Scuole di ogni ordine e grado, ma anche nel mondo universitario, sempre meno sacro e nobile santuario dei saperi italiani, nella cultura italiana, per affrontare il futuro delle professioni e/o nel mondo del lavoro che ci impongono la capacità di padroneggiare al massimo la capacità d’uso della lingua parlata per comunicare ed insieme trasformare le proprie idee condivise e quindi in idee che diventano fatti, come prodotto della saggia capacità di insieme.
Tanto è assolutamente necessario al Futuro italiano, per evitare che le vie d’Italia vengano lastricate di mala Società e con essa di mala Scuola, mala Salute e di un altrettanto Futuro ammalato; di un Futuro tristemente negato ai valori di un’umanità d’insieme che ha assolutamente bisogno di sagge certezze. Tanto per non farsi male e così negare al Futuro quelli che verranno, sempre più orfani di certezze umane e quindi esposti a tutto il negativo possibile del Mondo.
Il primo anello della triste catena è proprio quello dei giovani, sempre meno radicati nei propri ambiti di vita, a partire dalla Famiglia alla Scuola e come tali, tristemente esposti a tutto il negativo possibile del Mondo, reso sempre più violento, più disumano, più senz’anima ed in triste solitudine; più dal Futuro negato.