“Il bene che fai per gli altri è bene che fai a te stesso” – Norman Brook –
Giuseppe Lembo
Nel tempo in cui viviamo, tutto finalizzato all’avere-apparire, c’è una sempre più diffusa indifferenza per la saggezza del saper essere, messa da parte e/o del tutta cancellata da un saper fare sempre più spesso deviato, al centro dell’uomo del nostro triste e disumano tempo.
Tanto, con il grave danno della poco saggia cancellazione della centralità dell’Uomo, fonte insostituibile del saper essere, una risorsa umana che da sempre ha garantito all’Uomo della Terra, il Futuro del Mondo.
La prima risorsa identitaria del saper essere è la conoscenza di se stesso; serve per crescere umanamente e per, altrettanto saggiamente conoscere gli altri della Terra, una risorsa umana d’insieme che ci garantisce il Futuro. Che garantisce l’Uomo, individualmente preso e nel suo insieme umano- sociale al Futuro possibile che diversamente, facendosi un male da morire e facendo un male all’insieme umano, in modo tragicamente grave, diventa Futuro negato; diventa un Futuro cancellato, da umanità dismessa.
L’Uomo deve avere come obiettivo primario la conoscenza di se stesso; è un obiettivo di rilevante importanza e sempre più necessario per la Centralità universale dell’Uomo del Mondo.
Cresce diffusamente nel Mondo la crisi della saggezza del saper essere, per la crisi dei suoi inevitabili presupposti fondamentali e per le sue profonde radici di un’appartenenza valoriale sempre più cancellata.
Non siamo, purtroppo, come Italia, Europa, Occidente e Mondo, in quel Mondo umanamente magico che era l’Epoca Classica (499-323 a.C.), un periodo straordinario per la centralità dell’Uomo nella storia dell’umanità che, per essere Storia virtuosa, necessita, come sempre, prima di tutto, della saggezza dell’Uomo.
Erano tempi, pietra miliare che, come nel passato servono al presente, essendo un importante confine nella storia del pensiero e quindi dell’umanità di tutti i tempi che, nel saggio insieme passato – presente e quindi inevitabilmente nel Futuro, ha bisogno della saggezza del saper essere, responsabilmente consapevole del proprio non sapere, risorsa umanamente incessante nella ricerca della conoscenza di tutti i tempi.
Per soddisfare gli egoismi umani di un dannato avere-apparire, già nel passato indifferente al saggio SOCRATE che, nel mezzo del mercato di Atene gridò la sua rabbia contro le cose senz’anima dicendo “Quante cose di cui non ho bisogno”.
Tanto, per non perdere la saggia strada che, per essere strada del Futuro, deve essere lastricata di una saggia umanità in cammino; di umanità con alla base, i protagonisti del dialogo e della conoscenza, in uno con la memoria e con le origini legate alla Terra, assolutamente necessarie per tracciare saggiamente il Futuro dell’umanità. Un Futuro dell’umanità con al centro l’Uomo in quanto ESSERE in divenire, alternativo al Nulla del Non Essere, causa di tanto male al vivere umano, gravemente ammorbato dagli egoismi di un avere-apparire, sempre più al centro del Mondo, con gravi danni soprattutto per i deboli della Terra, costretti a morire di diritti negati, primo dei quali il cibo, pane della vita, che dovrebbe essere garantito a tutta l’umanità.
Nel Mondo che si divinizza la materialità come unico interesse umano, siamo ad un’emergenza che si stabilizza con un continuum da stato emergenziale che fa tanto male all’Uomo della Terra, rendendone fragili le condizioni di vita, ridotta sempre più a non vita; ridotta sempre più a vita disumana, difficile da vivere e tristemente negata al Futuro, un Futuro negato dall’Uomo che proprio non sa volersi bene e pensa solo a garantirsi “beni umanamente” inutili, egoisticamente tutti per sé.
Oggi c’è una corsa crescente al nuovo del Mondo; c’è una corsa alle innovazioni che hanno in sé orizzonti limitati, con un inizio di Futuro che contiene sempre più anche la sua fine.
Una fine umanamente triste da cambiamento di Status, con le sue radici negli anni Trenta, con la prima distruzione nucleare artificiale, una tappa importante nella conoscenza della materia.
Una grande conoscenza che oggi viene usata come dannata risorsa per la distruzione della Terra e dell’Uomo che la abita.
Siamo ad una rotta di collisione umana dovuta all’Uomo che non sa volersi bene e che facendo e facendosi male, si nega sempre più al Futuro, dove e per il quale, non contano gli egoismi del possesso delle cose. ma l’Uomo in quanto essere, centralmente inteso, per il cui Futuro, al primo posto, c’è un Mondo di Pace; un Mondo di Pace che serve al Futuro e che richiede all’Uomo in quanto Essere, un saggio accomodato esistenziale, come insostituibile valori dei diritti umani da garantire a quelli che verranno, partendo dalla VITA, il diritto dei diritti che ha alla base l’ESSERE IN DIVENIRE, oltre il quale c’è il non – ESSERE, ossia il NULLA da vita negata; da vita tristemente cancellata.