Mercato San Severino: Via Crucis in napoletano a Curteri

Anna Maria Noia

Spesso si parla in termini negativi del presidio ospedaliero “Gaetano Fucito” in Curteri di Mercato S. Severino; ma non fa notizia, invece, quel che di buono viene attuato (ed è tanto, tantissimo – a dispetto delle politiche che vorrebbero… “umiliare”, quasi, l’ospedale – ma non parliamo di ciò). E di buono, in questo imminente periodo pasquale, c’è la via Crucis del 23 marzo. La particolarità  o peculiarità, rispetto ad altre iniziative similari, è che il pio esercizio di 15 stazioni (fino alla morte e resurrezione di Cristo) è recitato in vernacolo partenopeo. Dalle 12 alle 13 del 23 marzo – nel giardino interno al nosocomio, antistante le strutture più centrali – medici, infermieri, volontari e alcuni degenti parteciperanno alla manifestazione. Suggestiva e semplice. Organizzata dal reparto di Medicina, con la collaborazione di tutti gli altri reparti. A presiedere, il cappellano don Raffaele De Cristofaro – che, con don Antonio Pagano, è “responsabile” (spirituale) dell’ospedale. La via crucis in dialetto napoletano – da alcuni anni a ravvivare le speranze di chi tocca con mano la sofferenza dei malati, in cura presso le strutture pubbliche del presidio – è stata ideata dal dottor Luigi Sorrentino, attualmente primario di Medicina. Che allestisce anche spettacoli di beneficenza, a tutto vantaggio dei pazienti ricoverati, sia presso il suo padiglione che non. Dopo il brano evangelico inerente le stazioni, il commento in napoletano. È certamente una iniziativa con un suo grande valore, che si estrinseca nella vicinanza del dialetto al parlar comune – per dare una contestualità “familiare” a chi si esprime nella bellissima lingua della ninfa Partenope. Ben vengano, dunque, opportunità di umanità quali queste. Il “Fucito” è vicino al suo bacino di utenza, nonostante le innumerevoli difficoltà che si riscontrano; puntualmente ed attentamente stigmatizzate da chi vi lavora e da chi vorrebbe maggiore chiarezza su tanti, troppi “punti oscuri”. Che tuttavia non riusciranno a mortificare l’operato dei dipendenti tutti della struttura – dai sindacati agli amministrativi e/o impiegati, fino alle eccellenze della Medicina all’interno dei padiglioni.