Campagna: arriva reliquia salvietta San Francesco da Paola
don Marcello Stanzione
Sabato 14 aprile 2018 alle ore 18,30 arriverà alla parrocchia di Santa Maria La Nova nel Comune di Campagna (SA) per una serata di spiritualità la tovaglietta di san Francesco da Paola. San Francesco di Paola, nato in Calabria nel 1416, è uno dei più giovani fondatori di ordini religiosi che la storia registri. Dopo un voto fatto dai genitori a S. Francesco di Assisi, vestì a tredici anni l’abito francescano e poi, due anni dopo si ritirò a vita eremitica. Attorno a lui si radunarono dei discepoli che condivisero il suo rigore ascetico e costruirono (nel 1452) l’Ordine degli Eremiti di San Francesco di Assisi, detti anche Minimi. Per Ordine del Papa Sisto IV, che aveva fatto accertare la verità dei miracoli e dei doni straordinari che Dio gli elargiva, Francesco si recò in Francia per assistere il re Luigi XI preparandolo alla morte (1483); e dopo la sua morte, assunse la direzione spirituale del figlio Carlo VIII, continuando i suoi servizi anche con Luigi XII. Trascorse in Francia venticinque anni, fondando numerosi conventi; morì serenamente il 2 aprile (era un venerdì Santo), 1507. A Plessis- lès- Tours. Fu canonizzato nel 1519. Ai suoi seguaci, gli eremiti di San Francesco d’Assisi o Minimi, lasciò un’eccezionale invito alla penitenza. Anche lui nutrì una grande devozione per San Michele. Un’antica tradizione dell’Ordine dei Minimi riferisce l’apparizione di un angelo al giovane eremita Francesco. Lo spirito teneva nelle mani uno scudo luminoso sul quale, a lettere d’oro, si poteva leggere la parola: CHARITAS. Poco dopo avergli mostrato lo scudo, l’angelo si fermò dinanzi a lui e mentre gli porgeva il simbolo misterioso gli disse: “Francesco, questo sarà lo stemma del tuo ordine”. E’ opinione comune ai biografi del santo che il celeste messaggero, apparso a San Francesco da Paola con l’arma gentilizia, sia stato l’Arcangelo Michele.
Prendo da internet la LA STORIA DELLA SALVIETTA che il 14 aprile arriverà a Campagna. Esiste un nesso logico-temporale tra la cittadina di Vietri sul Mare, come detto in provincia di Salerno, e Paola. Nel 1483 il re di Francia Luigi XI chiama in patria San Francesco. Prima dell’avvicendamento franco, transita a Salerno. Nella città campana, l’Eremita calabrese viene accolto da un’enorme massa popolare con tutti i delegati reali del Regno di Francia e di Napoli. Furono, però, i coniugi Capograsso, appartenenti ad una famiglia antica di Salerno, illustre, molto devota, ma destinata ad estinguersi perché tutti i figli morivano in tenera età, ad avere l’onore di ospitarlo. I Capograsso parlarono con San Francesco esponendo questa preoccupazione. Questi ne ebbe compassione, promise di pregare per la loro sorte e disse: “Non rassegnatevi perché il Signore vi manderà ancora altri figli, i quali perpetueranno il vostro casato”. La profezia si avverò e la famiglia divenne numerosa. Nel XVII secolo i Capograsso si trasferirono nella città di Sulmona, dove tutt’oggi vivono discendenti diretti. Secondo la tradizione, mentre il taumaturgo di Paola consumava il suo magro pasto si avvide di un pittore che, di nascosto, cercava di ritrarlo. Francesco si riteneva indegno di qualsiasi onore e venerazione in segno di disapprovazione, si coprì il volto con la salvietta e Dio, ad esaltare il suo servo, compie il prodigio: sul lino di essa restarono i lineamenti del volto. Nel 1656 i discendenti dei Capograsso (probabilmente ispirati dal Santo) si ritirarono a Benincasa per evitare la peste. Finita quest’ultima, alcuni rappresentati della famiglia, rimasti in città, donarono la salvietta del Santo alla chiesa, la quale costruì un artistico altare di marmo con dossale dove venne deposta la preziosa reliquia. La salvietta con il vero volto del Santo viene portata in processione accanto alla statua del santo patrono l’ultima domenica di agosto di ogni anno.