Il Sacramento dell’Ordine si può sciogliere?
Padre Giuliano Di Renzo
Qualche cattolico mi sa spiegare perché sacramenti come il Battesimo, Comunione, Cresima e Matrimonio sono indissolubili mentre per quello dell’Ordine si fa eccezione?
Gaetano Agostino d’Ippona (?)
Il sacramento dell’ordine, come il battesimo e la cresima, conferisce il segno della sfraghis, il carattere, che segna in modo indelebile l’anima e conforma ontologicamente al Cristo sacerdote. Si è sacerdoti per sempre. Si rimane conformati nell’essere all’essere sacerdote di Cristo.
Anche se ridotto allo stato laicale quindi il sacerdote rimane sacerdote. “Il Signore ha giurato / e non si pente:/ Tu sei sacerdote in eterno / al modo di Melchisedek” Tu es sacerdos in aeternum! (Sl 109, 4).
Il Signore si rivolge qui a Gesù, ma Gesù si abbassa per amore a unire a Lui noi, poveri uomini e peccatori, accetta la sfida di aver di noi fiducia e fa noi compartecipi del suo sacedozio.
Un dono immensamente grande, che va accolto e vissuto con cuore adorante, con gioia profondamente umile e grata. Umili noi fatti di gioia e disposti al sacrficio stesso di Gesù al fine di renderci meno indegni possibile della benignissima grazia del Cuore squarciato di Gesù.
Infatti, scrive Sant’Agostino: “Pietro battezza? Paolo battezza? Giovanni battezza? E’ Cristo che battezza!”
Se può dire San Paolo che è grande il sacramento del matrimonio perché porta in sé il mistero dell’unione sponsale indissolubile di Cristo con la sua Chiesa e con ciascun’anima cristiana, tanto più grande è il sacerdozio con cui Gesù ci assimila a sé nel suo sacerdozio. In cui Gesù stesso è vittima che viene offerta, altare da cui si offre e sacerdote che offre. Gesù poi è anche Dio a cui si offre.
“Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo. Vi supplico perciò lasciatevi riconciliare con Dio. Ha affidato a noi il mistero-ministero della Riconciliazione, a noi che portiamo questi tesori e siamo vasi di creta” (San Paolo).
Come i sacramenti del battesimo, della cresima così anche l’ordine sacro si riceve una sola e lo si riceve per sempre, quindi non può ne ripetersi né cancellare.
Tanto che nel caso di qualcuno che versa in immediato pericolo di morte anche il sacerdote ridotto allo stato laicale può, anzi deve, amministrargli validamente l’assoluzione sacramentale.
Il bene dell’anima di chi in quel momento sta morendo è prevalente su tutto, su tutto prevale il suo diritto alla grazia di Dio.
Non è una concessione che la Chies fa all’ex sacerdote ma un diritto del fedele che per morendo.