Lourdes: la nostalgia della partenza, la promessa del ritorno
dal nostro inviato il Direttore Rita Occidente Lupo
Partire da Lourdes, non senza corde di nostalgia: perchè in un luogo che sembra fuori dal mondo, scandito dai ritmi dell’amicizia, della solidarietà, della preghiera, si vorrebbe permanere a lungo. Per ossigenarsi spiritualmente e per sperimentare quella pace interiore che proviene dalla Grotta.
Eppure la quotidianità richiama ognuno nel proprio ambiente, nel quale occorrerà calare il messaggio di Lourdes! Testimoniare che non è l’acqua in sè per sè taumaturgica, ma la fede ad operare guarigioni! E così la sera della partenza, milioni di taniche e madonnine in plastica da riempire, per portare a parenti, amici, infermi, un po’ di quella grazia, che attraverso l’acqua sgorgata dalla roccia dove la Madonna disse a Bernardette di scavare, può rallegrare i cuori. L’appuntamento per tutti, già scalpita la gioia di ritornare in tale luogo e di ritrovare amici e compagni di un’esperienza singolare. Gli hospitaliers ed il personale dei vari pellegrinaggi, con la stessa carità mostrata a Lourdes verso gl’infermi, chiamati a continuare con lo stesso stile, a soccorrere il prossimo nella propria residenza.
La magìa non è quella relegata ad uno spaccato di tempo nell’anno, quando i treni bianchi arrivano in stazione e gli aerei squarciano l’azzurro richiamati dalle note dell’Ave Maria, ma il sapere che Lourdes la si porta nel cuore, diventando testimonial a chi non vive tale esperienza. Come le migliaia di candele al flambeaux protese verso il cielo…la fede non deve spegnere i suoi palpiti anche emotivi quando si lascia la Terra francese, ma vivere di analoghe azioni caritatevoli nelle proprie dimensioni sociali…la Vergine continua a tutelare i Suoi figli, anche lontani dalla Grotta di Massabielle!