Ravello: AICI, V Conferenza Nazionale “Italia è cultura”, “Patto per la cultura – la Carta di Ravello”
riafferma l’importanza della ricerca culturale, della sua promozione, della sua condivisione ai fini dello sviluppo civile, economico e culturale del Paese;
sottolinea il valore dell’esperienza compiuta, della collaborazione tra AICI, Direzione Generale Biblioteche ed Istituti Culturali del MiBAC, del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello e degli altri Istituti Culturali partecipanti, con l’intervento di esponenti delle istituzioni, dell’associazionismo imprenditoriale, sociale e civile; in particolare saluta con apprezzamento la manifestata volontà di CONFINDUSTRIA a stipulare una organica alleanza tra il mondo dell’Impresa e della Cultura;
decide di procedere alla stesura del “Patto per la Cultura – La Carta di Ravello” che coinvolga il maggior numero possibile di soggetti interessati operanti nel territorio nazionale.
Il Patto per la Cultura muove dalla avvertita necessità di sviluppare il concetto di “Rete” tra le diverse Istituzioni culturali aderenti all’AICI, nel rispetto di ciascuna individualità e delle proprie ‘mission’ e, altresì, tutte insieme, puntando ad azioni sinergiche volte al conseguimento di obiettivi comuni:
ribadisce l’importanza dell’investimento pubblico in Cultura incentivato dal concorso del risparmio privato nei vari settori delle attività culturali;
chiede espressamente che nei bilanci degli Enti Locali, delle Regioni, dello Stato e dell’Unione Europea figurino più adeguati finanziamenti per le Attività culturali;
individua nel Settore Cultura una delle più concrete possibilità di risposta ai problemi dell’occupazione giovanile, previe adeguate azioni formative;
recepisce in tutti i loro risvolti tutte e 4 le articolazioni del patrimonio culturale: patrimonio materiale, patrimonio immateriale, patrimonio naturale e patrimonio digitale;
sviluppa le conseguenti azioni organiche e programmatiche in materia e prospetta perciò due azioni urgenti:
1. Rapporti tra Istituti culturali e Università – Riconoscimento della ricerca dei giovani
Le intense relazioni tra Istituti culturali e Università trovano oggi un’opportunità di formalizzazione nella terza missione (trasferimento di conoscenza a non esperti con divulgazione pubblica ed engagement with science da parte di ricercatori universitari), che ad esse offre una prospettiva di futuro. L’ANVUR censisce e riconosce tali attività dei docenti, finora svolte su base volontaria e individuale, razionalizzandole e organizzandole mediante accordi istituti-dipartimenti.
Ulteriori occasioni di impegno vanno colte:
- i risultati della ricerca degli istituti e gli istituti medesimi potrebbero essere valutati da ANVUR, non in regime di consulenza privata;
- le borse di studio per la ricerca erogate dagli istituti con procedure paragonabili a quelle universitarie potrebbero essere riconosciute come equipollenti ai fini dei concorsi universitari;
- le Attività culturali con valenza formativa degli istituti e i relativi tirocini formativi potrebbero trovare riconoscimento universitario, almeno sotto forma di crediti, di altre attività e stage degli studenti, in un quadro regolamentare più uniforme dell’attuale;
- gli istituti culturali saranno così posti in condizioni di collaborare efficacemente a lauree professionalizzanti e generaliste coerenti per finalità, tra cui la proposta, in gestazione presso il CUN, delle lauree in promozione dei beni culturali, nonché altre già vigenti nel campo dei beni culturali, archivistici, bibliotecari e in altri affini (humanities, comunicazione, digitale, scienze politiche, storia della scienza e science and technology studies);
- i musei di ateneo siano un ulteriore luogo di collaborazione da valorizzare;
- sarebbe utile generalizzare l’esperienza dei cataloghi di accessibilità comuni tra biblioteche di ateneo e degli istituti culturali, e relative possibilità di consultazione e prestito, che costituiscono esperienze già realizzate in alcune regioni, come il Piemonte;
- un tavolo di consultazione MiBAC-MIUR-AICI pare la sede idonea ad individuare le soluzioni più utili e condivisibili anche a livello regolamentare.
2. Ratifica della Convenzione di Faro.
La Conferenza
rappresenta l’esigenza di superare la rigida e schematica distinzione tra patrimonio materiale e patrimonio immateriale;
evidenzia la necessità di esaltare le connessioni tra tangibilità e intangibilità dei diversi aspetti del patrimonio culturale comune europeo, che va non solo salvaguardato e custodito, ma anche integrato e sviluppato;
ritiene che in tal modo si possano costruire ulteriori percorsi di crescita delle Comunità, basati sui valori di libertà, uguaglianza e democrazia, quali diritti fondamentali delle persone e dei popoli.
E’ questa l’eredità comune dell’Europa da esaltare e da trasmettere alle nuove generazioni, secondo la formulazione dell’art. 3 della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del Patrimonio culturale per la Società (FARO del 27 ottobre 2005), che impegna i Paesi firmatari, tra i quali è l’Italia, a promuovere la conoscenza e comprensione del patrimonio comune dell’Europa consistente anche in ideali, principi e valori, “derivati dall’esperienza ottenuta grazie al progresso e nei conflitti passati, che promuovano lo sviluppo di una società pacifica e stabile, fondata sul rispetto per i diritti dell’uomo, la democrazia e lo Stato di diritto”.
La Conferenza chiede, quindi, che il Parlamento italiano proceda celermente alla ratifica della Convenzione di Faro.
Progetto per “Mediterraneizzare l’Europa ed europeizzare il Mediterraneo”
1) Si promuova un progetto europeo decennale per coinvolgere tutti i popoli mediterranei in un quadro di aiuti economici Nord-Sud che liberi il Mediterraneo dalla attuale condizione di destino finale di migliaia di migranti;
2) Si proponga all’U.E. un progetto di tutela e manutenzione del complessivo patrimonio archeologico mediterraneo, il più grande del mondo (piano quinquennale).