Papa Francesco cambia Pater e Gloria: modernismo o tradizione?
Rita Occidente Lupo
Papa Francesco, col piglio riformista, pone mano anche alla liturgia, riesaminando le stesse preghiere, per antonomasia ABC dei cristiani. Dopo l’Ave Maria ed il Magnificat, stavolta tocca alla preghiera insegnata da Gesù stesso, il Padre nostro, subire la variazione da “Non c’indurre in tentazione” a ‘Non abbandonarci alla tentazione’. Al Pontefice sembra maggiormente fedele al Magistero, la visione di un Dio Padre che non spinge l’uomo nelle seduzioni diaboliche, che invece il maligno ben tram. Piuttosto l’estrema Bontà divina, ben sapendo le ambasce terrene ed i pericoli ai quali l’uomo va incontro, irretito da seduzioni fallaci fuorvianti dalla via del bene, soccorre la sua fragilità, con Paterna assistenza.
Già con Papa Benedetto XVI era stato rivisitato il Padre Nostro e Biffi e Martini avevan posto mano ad una traduzione più vicina al tempo. Ora Bergoglio recupera quanto già gettato a tappeto dal Magistero, per far sì che nel prossimo Messale, possa esserci la nuova versione del Pater. Al momento è la CEI che dovrà licenziare il tutto, anche se c’è l’assenso quasi totalitario degli alti porporati.
Anche per il Gloria, anzicchè ‘pace in terra agli uomini di buona volontà” la nuova versione prevede “amati dal Signore”, intendendo che chiunque s’impegni a vivere il messaggio salvifico, si muove nella scia della salvezza ed è gradito a Dio. Anche per il Gloria occorrerà comunque attendere mesi, prima di poterlo ufficialmente recitare nella nuova versione. L’aver rimodulato entrambe le preghiere sta ad indicare come la Chiesa non alteri minimamente il messaggio cristiano, ma muovendosi nel tempo, venga incontro anche ad una maggiore comprensione delle orazioni, che intendono implorare l’aiuto divino, nel compiere la volontà del Padre e lodare il Creatore, attraverso il concreto andare tra le tenebre del mondo, armati del proposito di perseverare nel bene.
Il nuovo insegnamento liturgico va ad efficacizzare il rapporto col Creatore, a cementare il dialogo tra l’uomo e Dio, riconoscendo la piccolezza della creatura, dinanzi all’Onnipotenza del Creatore. Ma più che andar dietro ad asettici formulari, ad inseguire le parole, a sviscerare etimi ed a perseguire rinnovate comprensioni, resta fermo il messaggio che emerge più che mai attuale: Dio ama l’uomo da sempre, l’assiste da sempre, l’accompagna da sempre…pertanto non potrebbe mai e poi mai spingerlo ad incedere nell’errore, bensì guidarlo affinchè la tentazione non lo sopraffi. Pertanto il Papa ha invitato più che mai a recuperare la dimensione trascendentale della preghiera, raccomandando di drizzare intenzioni ed orazioni per il bene della Chiesa, che vive grandi affanni contemporanei, affidando le proprie intenzioni alla potente mediazione della Corredentrice: a Lei, Mamma di Gesù, nulla viene negato da Cristo!