Proverbi Africani: educazione dei fanciulli e iniziazione dei giovani ai misteri della vita
Padre Oliviero Ferro
La promozione e la tutela della vita sta nell’educazione ricevuta. E’ nell’educazione che i figli diventano uomini. Quindi essa è un dovere forte per i genitori. Però ci sono delle regole da osservare: essa deve essere portata avanti senza troppo compiacimento e senza troppa severità. Si potrebbe partire da questo proverbio dei Peul del Burkina Faso “Crema e latte provengono da una sola fonte; però, dopo aver scremato tanto il latte, se ne può ottenere il burro” (in effetti le persone provengono da una sola fonte, ma le loro personalità e i loro comportamenti divergono secondo l’educazione ricevuta). A volte, andando a visitare le famiglie, si ha l’impressione che spesso il padre deleghi tutto alla madre, soprattutto nelle famiglie poligamiche. Ce lo ricorda bene questo proverbio dei Bangala del Congo RDC “Lo scimpanzé aveva aspettato troppo, ecco perché gli manca la cosa” (i genitori non devono aspettare troppo per dare un’educazione utile ai figli). Spesso vedi i bambini piccoli, quasi abbandonati a se stessi, perché la mamma deve fare tante cose e il padre “si fa gli affari suoi”. Ma è un’impressione da europeo. Sicuramente molti genitori vogliono bene ai loro figli, ma sono preoccupati della vita di ogni giorno che diventa sempre di più difficile da portare avanti. Per questo “il vento non rompe mai un albero che sa piegarsi” (un ragazzo ben educato da piccolo saprà affrontare qualunque difficoltà della vita), come ci dicono i Sukuma della Tanzania. Naturalmente, una buona parte dell’educazione è dedicata alla INIZIAZIONE DEI GIOVANI AI MISTERI DELLA VITA. E’ una formazione che deve essere guidata da esperti in materia. E’ vero che saggi si nasce, ma saggi pure si diventa. Spesso l’iniziazione si concentra sulla comunicazione con gli spiriti occulti, capaci di azioni benefiche o malefiche sulla vita degli individui. Questi spiriti o ANIME, come vengono definiti sono: realtà naturali (pietre, alberi di potenza, certe parti della foresta, del fiume, animali vigorosi..), ma anche manufatti (maschere, statue, alcuni utensili: la sedia del re o del Capotribù, la pelle di un animale potente: leopardo, elefante…). Tutte queste sono la corporalizzazione di una potenza invisibile. Quindi gli iniziatori insegnano come manipolare queste forze. Loro sono gli esperti, entrano in trance e comunicano con gli spiriti invisibili per poi portare effetti sui viventi E’ un processo lento e graduale. E i proverbi ce lo fanno capire in modo molto chiaro. Partiamo da questo “il bambino non ritorna, ma viene” ci dicono i Toucouleur del Senegal (la personalità si sviluppa nel tempo e tramite l’esperienza). E gli Ashanti del Ghana riprendono la medesima idea, dicendo “La saggezza non è una medicina che si ingoia una volta per tutte” (la si acquisisce gradualmente nel tempo, richiedendo molti sforzi di formazione). E’ una cammino che tutti devono fare e se per caso, da piccoli non ne hanno avuto il tempo, ritornando nella loro nazione, sono invitati a “reintegrarsi” per non perdere i legami con la propria cultura. Concludendo con due ultimi proverbi. “La scimmia impara a saltare dopo molte prove” (l’uomo arriva alla saggezza dopo lunghi e molteplici prove d’iniziazione”) è la constatazione dei Douala del Camerun. Infine i Basonge del Congo RDC ci ricordano che “Se avete imparato a parlare fino a tarda notte intorno al fuoco, imparate pure a dormire in tempo” (si insegna che è meglio essere preparati a tuti gli avvenimenti della vita).