Nel ricordo di Santi Innocenti Martiri
Padre Giuliano Di Renzo
La Chiesa, quale madre, tiene viva la memoria dei piccoli innocenti assassinati in odio a Cristo, in odio alla legge morale dagli orchi Erode sparsi per il mondo, essendo Cristo il Verbo di Dio, ossia Santità e Legge vivente.
Nomos non codice, testimone e voce di essa nelle coscienze.
Logos della Santità che illumina ogni uomo che viene nel mondo (Vangelo di San Giovanni 1,9), grida in ogni coscienza e la richiama alla santità e fa della coscienza una coscienza.
Ogni innocenza violata è l’innocenza di Cristo ad essere violata e le sofferenze future della sua Passione e Croce ne saranno la dimostrazione.
Il Verbo di Dio assumendo dalla Santissima Vergine Maria la nostra carne umana e divenendo quindi Gesù, Jehoshuhà, Dio-che-Salva, Emma-nu-El, Dio-con-noi, ha assunta non solo la sua personale umanità, che è santissima, ma tutta l’umanità e in essa l’umanità di ciascuno di noi e con essa i nostri peccati da dover espiare come se fossero suoi propri, quelli di tutti e di ciascuno.
Per cui uniti noi a Lui e Lui a noi Egli è in ogni uomo che soffre, in ogni uomo che muore.
Non banale insufficiente filantropia, ma amore di Dio che ama e perché ama condivide, per amore ripara per noi, con noi muore e noi con sé risuscita rendendo noi partecipi della sua natura di Dio (Seconda Lettera di San Pietro 1,4b).
Misticamente a Lui uniti non in modo figurato e convenzionale ma inseriti noi dalla sua grazia in Lui a formare con Lui il suo Corpo Mistico.
L’assassinio dell’innocenza, come anche solo la violazione di essa da parte di chi ama il male perché l’innocenza odia, è odio a Cristo.
E’ odio dell’immagine di Cristo innocente negli innocenti.
Del loro sangue ingiustamente sparso l’amore e misericordia di Dio ne fa il battesimo nel sangue del Figlio suo Gesù Cristo che li santificherà e donerà ad essi nel regno dei cieli la vita che quaggiù viene a loro negata. Perché Gesù è morto per tutti volendo Dio noi tutti salvi.
“Innocentes pro Christo occisi sunt”, piange la Chiesa, piange Rachele, la seconda più giovane moglie di Giacobbe sepolta appunto vicino a Betlemme.
“Un grido si è udito in Rama/ un pianto e un lamento grande. / Rachele piange i suoi figli / e non vuole essere consolata, perché non sono più” (Profeta Geremia 31,15 e Vangelo di San Matteo 2,18).
E piange anche sull’anima di quei figli sciagurati che osano mettere le loro mani sacrileghe sulla vita degli altri perdendo così per sempre se stessi.
Aborti, violazione dell’infanzia con turismo sessuale, pedofilia, genere, e quanto il diabolico orco umano riesce a eruttare dall’inferno del suo cuore fatto come di Caino.
Uccidere, in qualunque fase si trovi una vita, cancellare il primo sbocciare in una creatura della luce del Verbo divino è delitto abominevole davanti a Dio, che è il Giusto e il Santo.
Non c’è ipocrisia di umana finta legalità che possa rendere giusta un’aberrazione che si fa beffe della superiore suprema legge non scritta di quel Verbo e che a nessuno è permesso di giustificare con arzigogoli della mente orribilmente invasa dal Male.
La legge scritta è su carta che il tempo logora, scritta con inchiostro che l’acqua porta via. Il decalogo del Sinai prima che su tavole di pietra è scritto nell’anima, essendo l’anima l’immagine vivente del Verbo, Giustizia e Santità che è Dio.
E se a Mosè venne ripresentata impressa su tavole di pietra come per dover essere durature fu perché di pietra era diventata l’anima degli uomini, roccia dura la coscienza, fatta essa insensibile a richiami di umanità, sorda alla segreta vivificante dolce voce dello Spirito che continua tuttavia a soffiare anche nello “scarrupato” aspro Eden non più paradiso del cuore ormai quasi fossilizzato dell’uomo.
Le giustificazioni di ipocrite leggi umane già di per sé abominevoli rendono le violazioni delle innocenze dei piccoli e dei deboli più abominevoli ancora.
Non si intendono qui solo assassinii della vita fisica
ma anche di tutto ciò con cui si vuole sfigurare il volto dell’innocente, se ne vuole storce la personalità, distruggere l’identità. E’ un lifting a rovescio e come ogni lifting malriuscito rende il volto del malcapitato irreversibilmente più sfigurato ancora.
Attraenti appaiono alle menti deboli o deviate i sofismi di diritti inesistenti, i concetti di false uguaglianze e parità che traggono dall’oscuro loro nefasto subcosciente i moderni apprendisti stregoni !
Partoriscono mostri accecando in sé e nelle anime la luce in odio alla Luce vera che, come scritto, illumina ogni uomo che viene in questo mondo.
Ma non c’è libertà e dritto all’assassinio delle coscienze, siano esse proprie e come quelle altrui. Il comandamento del Signore non uccidere è anche non uccidersi.
Visto da dentro, al riparo cioè dalle convenzioni ed omologate esteriorità, alla luce superiore di Dio – radice indoeuropea della parola Dio è la parola luce – la storia umana pare più quasi lo scorrere di un maleodorante fiume di intrighi, passioni e guerre, e denotano per chi non vuol capirla la limitatezza di essere dell’essere umano, e pare il mondo un immenso formicaio di anime morte, la terra un putridume di carni che si disfanno.
Ci aiuti il Bimbo di Betlemme a tornare a recuperare almeno un poco col pentimento, i sacramenti e la preghiera l’innocenza di quando eravamo fanciulli.