Bracigliano: presentazione libro Esposito “Il tempo dell’Assunta. Riti, immagini e storie a Guardia Sanframondi”

Venerdì 11 gennaio alle ore 17 a Palazzo De Simone di Bracigliano, nell’ambito della manifestazione “La Tombola napoletana” promossa dall’associazione THULE non solo doposcuola onlus, il prof. Vincenzo Esposito presenterà il suo libro: “Il tempo dell’Assunta. Riti, immagini e storie a Guardia Sanframondi”. In esso si analizza il fenomeno dei Battenti, i penitenti che nella processione rituale che si ripete ogni sette anni a Guardia Sanframonti, si percuotono a sangue il petto. Il rito ha suscitato nel tempo curiosità, assumendo il carattere di evento internazionale ed ha stimolato il dibattito antropologico sulle tradizioni locali, che sopravvivono o assumono nuove valenze. L’interessante fenomeno sarà analizzato con la presentazione del libro del prof. Vincenzo Esposito, antropologo culturale e responsabile scientifico del Laboratorio di Antropologia “Annabella Rossi”, dell’ Università degli Studi di Salerno. Egli dialogherà con il prof Maurizio Merico, docente di sociologia dei processi culturali e dell’ Educazione presso il Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università di Salerno. Il testo, a cura di Vincenzo Esposito, contiene i contributi di Martina Benevento, Alvaro Ceccarelli , Dina Gallo, Marialidia Sarno, Pasquale Scialò, Antonio Severino, Luciano Striani, Ugo Vuoso oltre che dello stesso curatore.

E’ stato pubblicato con il patrocinio e il contributo del Rione Croce di Guardia Sanframondi (BN) da Oèdipus Editore, Salerno, nel 2017.

 

<< L’etnografia, fatto noto a tutti, è una disciplina che ha i tempi lunghi e il respiro profondo e denso della vita degli uomini appartenenti a un determinato contesto, il ritmo della loro consapevolezza e delle loro feste, la scansione e le modalità dei loro riti, l’allegria e la tristezza del loro tempo. È per questo che scrivere etnograficamente di Guardia Sanframondi e dell’Assunta risulta gravoso, estenuante; dilata gli spazi e i tempi della memoria, obbliga a ritornare su concetti e idee e interpretazioni già formulate. L’osservazione etnografica non può che essere lunga e ripetuta, multisituata, polivocale. Insomma non può fare a meno del già visto, di quel che è già stato e di quel che potrebbe essere stato, transitando tra diverse concezione e punti di vista e, come se non bastasse, tenendone rispettosamente conto  in un modello interpretativo dei fatti culturali assolutamente critico, dialogico, riflessivo.

Un modello etnografico, insomma, che ci permette e ci costringe a metterci in discussione. Ecco dunque cha la strada, quella etnografica, che qui si propone è obbligata a percorre e ripercorre i possibili sentieri della memoria, del com’era, del vissuto e della vita. Com’erano i Riti del 2010, quelli che abbiamo osservato con l’aiuto e la collaborazione di tanti guardiesi, e cosa ci aspetterà alla scadenza del settennio? E prima, nelle celebrazioni precedenti, coloro che c’erano che cosa hanno visto? E lo sguardo dall’interno quello che definiamo «emico», quello dei guardiesi, in che differiva da quello «etico», quello di chi veniva da fuori per studiare, per manifestare la sua fede, per informare, per curiosare? La memoria, il suo esercizio, ci obbliga a ritornare al passato ma anche a superare ciò che è stato, per trasformarlo in ricordo attraverso la comunicazione etnografica che, retoricamente, come tutte le altre forme del «raccontare», ha bisogno di lingue e strumenti per farlo. >>

Il pubblico, invitato a partecipare ed intervenire, potrà poi visitare la mostra d’arte contemporanea della Tombola napoletana, curata dall’artista salernitana Laura Bruno.