Proverbi Africani: la garanzia nella conduzione degli affari
Padre Oliviero Ferro
Conscio degli imprevisti e delle sorprese della vita, l’africano riconosce l’importanza del fatto di essere garantiti nella vita sociale ed economica. La garanzia, però, fatto giuridico-legale, ha un risvolto etico. La sua applicazione richiede una buona sapienza per evitare tali pericoli che vi sono inerenti. I proverbi insegnano sia l’importanza della garanzia, sia le modalità del buon andamento nella società. Lo scopo è sempre quello di non creare ferite nell’armonia nella vita quotidiana. All’inizio, come in molte tribù del mondo, bastava una stretta di mano, con dei testimoni per garantire che quello che veniva intrapreso era una cosa seria.
Poi si è cominciato a usare delle modalità scritte che valevano naturalmente solo per chi sapeva leggere e scrivere e non per la maggior parte della gente, che aveva quindi sempre bisogno di qualcuno di cui fidarsi che garantiva che quello che era scritto corrispondesse a quello che era stato convenuto. Ma sappiamo come spesso andavano e vanno le cose. Per questo, una delle prime attività che fanno i missionari sono le scuole di alfabetizzazione (insegnare a leggere e a scrivere) per non farsi imbrogliare e per garantire che i diritti e doveri vengano rispettati e che non sia sempre il più forte, il più potente, il più furbo che si approfitta del povero o di quello che non ha amici potenti.
La società africana garantiva anche questo. Poi venendo in contatto con la cosiddetta civiltà le cose sono state cambiate. Lo vediamo anche da noi. Se uno non si conosce in questo campo, spesso rischia di essere imbrogliato (vedi esempi dei risparmiatori delle banche o di quelli che vengono imbrogliati da quelli che promettono grandi interessi sui prestiti e se ne vanno con il malloppo). Uno delle situazioni che ha cominciato a creare problemi in Africa sono state le banche cooperative, dove la gente deponeva i risparmi, ma spesso e volentieri, il cassiere spariva con la cassa.
Oppure anche nelle cooperative di lavoro e di consumo, dove i più furbi cercavano di imbrogliare coloro che non si conoscevano in queste cose. Insomma una bella lista di ingiustizie che mandava le famiglie sul lastrico e creava rivolte nella gente, come, ad esempio, quando venivano depositati i soldi in posta e quando poi si andava a richiedergli, spesso, veniva risposto che non c’erano o che bisognava aspettare a riscuoterli, magari con una piccola tangente per gli impiegati. Come successe in diverse città africane, dove la gente si è ribellata, ma è stata soffocata nel sangue. Ma ora andiamo ai proverbi, che ci distillano la loro saggezza. Cominciamo dai Malinkè del Senegal.
“L’acqua che non è coperta, diventa calda” (la protezione dai rischi, richiede di essere ben garantita da alcune sicurezze). Naturalmente, come ci ricordano gli Hutu del Burundi, la condizione sociale non è una garanzia per tutte le imprese “Essere grande non implica far scendere la pioggia”. E’ chiaro che ogni prestito esige garanzie. Non si gettano i propri risparmi, ma si ha diritto che siano ben custoditi e riavuti nel caso di un bisogno. Sono i Basonge del Congo RDC che ci fanno capire cosa pensa la gente. “Non si presta l’ascia ad una persona insolvente”. E’ importante avere un garante, uno che ha un appoggio sociale sicuro e che ispiri fiducia su cui contare nel momento del bisogno. “Chi ha un garante prende prestiti” (Tutsi del Rwanda). Nel tempo vennero fondati i “Monti dei Pegni”. E il proverbio ci dice “Un bambino adottato può dimagrire, ma non scomparire”.