Mercato San Severino: 1 Maggio, decennale di ordinazione per il sanseverinese don Raffaele De Cristofaro
Anna Maria Noia
Mercoledì primo maggio 2019 don Raffaele De Cristofaro, stimatissimo sacerdote di Mercato S. Severino, ha festeggiato il traguardo dei suoi “primi” dieci anni di sacerdozio. Due lustri dall’ordinazione sacerdotale, dunque – per il 35enne; attualmente parroco di S. Marco a Rota (frazione Curteri) e di S. Angelo (chiesa di S. Michele Arcangelo) nonché cappellano dell’ospedale “Gaetano Fucito”. In passato il Nostro ha servito anche le realtà della frazione S. Eustachio; di S. Giovanni in Parco – al capoluogo; di Costa e di Piazza del Galdo. Nel 2009, esattamente il 30 aprile, don Raffaele riceveva al duomo di Salerno (dalle mani del vescovo Gerardo Pierro) il mandato di essere vicario di Cristo per le diverse comunità parrocchiali sanseverinesi ove ha – poi – concretamente operato. Il suo stigma (nel senso positivo del termine) di essere pastore di anime. In questo periodo di tempo, occorso da quando – emozionato – ha pronunciato il suo “Sì!” a Gesù-Dio (Via, Verità e Vita; sacerdote, re e profeta), il presbitero ha accudito amorevolmente le “pecorelle” a lui affidate. Ha consolato gli afflitti, ha asciugato lacrime; ha gioito e sofferto col suo popolo; ha festeggiato le occasioni liete e pregato in quelle tristi. Insomma: ha esercitato le forme più alte del ministero concessogli per grazia divina. Semplice, modesto, umile di cuore, ispirato: sono solo alcuni degli aggettivi con cui definire e riferirsi a don De Cristofaro. Ha sempre avuto una parola buona con tutti, un sorriso dolce sul volto, l’adesione alla propria vocazione già da bambino. Solo un annetto fa, don Raffaele ha presentato un suo libro – una pubblicazione/tributo su tre preti della S. Severino del passato: “Parroci tra noi. Ricordando don Vito De Nicola, don Raffaele Carratù e don Salvatore Guadagno” – questo il titolo dell’opera prima, che ha segnato l’esordio del Nostro in campo letterario. Don Raffaele ha presieduto una celebrazione eucaristica “ad hoc” nella chiesa di S. Giovanni in Parco, allo scopo di ringraziare il Signore per i carismi che gli ha voluto affidare. La Messa si è tenuta proprio il primo maggio – alle 19. Animazione a cura dei vari gruppi delle realtà ecclesiastiche che don De Cristofaro ha visitato; tra costoro: il coro “Armonia 2000” (per quanto concerne la chiesa di S. Giovanni) e “Jubilate Deo” – corale della frazione S. Angelo. Ma non soltanto, anche altri hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento. La commovente e partecipata iniziativa – a S. Severino centro e nelle sue località periferiche il giovane è molto amato e apprezzato – è stata “patrocinata” (se così possiamo affermare) dalle comunità religiose di S. Marco a Rota in Curteri e di Oscato; di S. Michele Arcangelo in S. Angelo; di S. Giovanni in Parco. Intensa e feconda, l’attività pastorale di questo uomo sincero e devoto; tante le iniziative e le manifestazioni di ogni genere (anche sportive) che si sono svolte ed effettuate sotto la sua modesta (nel senso non deleterio) ma incisiva e decisa direzione: momenti agonistici e vari pellegrinaggi, occasioni di svago e di divertimento per giovanissimi e adulti; occasioni di agape fraterna e di condivisione. Sempre alla luce dei dettami e degli insegnamenti contenuti nel Vangelo. Esemplificando, anche le prime edizioni del presepe vivente in località Costa sono sorte grazie alla sua disponibilità. I fedeli che hanno partecipato – in massa – alla celebrazione hanno reso omaggio al 35enne ricordandone l’umiltà e la serenità anche nelle prove avverse, la giocosità e la preparazione culturale – mai ad inficiare la chiarezza (espositiva) nel corso delle omelie tenute dal sacerdote. Un religioso probo e schivo, restio ad apparire. Che ha inteso lasciare – sulle “bacheche” virtuali dei social – il seguente messaggio: “Signore, quando ti ho incontrato e mi hai detto Seguimi non sapevo quello che avrei vissuto venendoti dietro; non sapevo bene quello che avrei dovuto lasciare e quello che in cambio mi avresti realmente dato. Essere sacerdote è bello, ti direi altre mille volte Sì – ma è tanto difficile. Continuerò comunque a mettercela tutta, fino all’ultimo battito del mio cuore”. In una società così scevra di vocazioni, quale si dimostra essere la civiltà attuale, le parole (attuali, reali, umane, concrete) del “festeggiato” sono senza dubbio incoraggianti, edificanti e di grande conforto. Chiudiamo elencando gli altri sei diaconi – adesso presbiteri – cui furono imposte le mani dell’arcivescovo (ormai emerito) Pierro in quel 30 di aprile 2009; insieme a don Raffaele De Cristofaro: Adriano D’Amore; Roberto Faccenda; Luigi Piccolo; Roberto Piemonte; Natale Scarpitta; Gerardo Volpe.