Campania: Copagri, biologico, prioritario assegnare a Distretti ruolo fondamentale in prossima programmazione
I distretti biologici propongono un modello innovativo per lo sviluppo rurale, attorno a cui si sta aggregando un numero crescente di attori, a volte anche distanti dall’agricoltura. Ad oggi, i distretti formalmente costituiti rappresentano il 5,4% del territorio nazionale e il 3,5% della popolazione: uno solo in Campania, il Bio Distretto del Cilento.
Nonostante la grande diversità che li contraddistingue, la loro rilevanza è tale che le future politiche di sviluppo rurale dovranno necessariamente tenerne conto.
Già da questa programmazione, infatti, spiega la COPAGRI CAMPANIA, alcuni di essi hanno dimostrato di saper adottare un approccio innovativo ai problemi degli spazi rurali, basato sui valori dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia, al punto che, osservando l’operato dei distretti più attivi e strutturati, non è esagerato dire che gli stessi hanno anticipato alcuni dei temi cardine della nuova PAC.
Per queste ragioni abbiamo richiesto l’istituzione di un tavolo regionale della filiera biologica, ancora oggi senza alcun riscontro, al fine di verificare le condizioni di sviluppo, l’efficacia delle politiche e le eventuali criticità esistenti e le potenzialità soprattutto a supporto delle comunità locali che hanno già intrapreso percorsi di alleanze tra amministrazioni pubbliche, imprese (non solo quelle agricole), privato e sociale, al fine di realizzare sistemi agroalimentari sostenibili, partecipati e condivisi.
Riteniamo necessario, prosegue la COPAGRI CAMPANIA, individuare un ruolo nella prossima programmazione anche per i distretti biologici, come del resto già avvenuto in alcune Regioni, sia con riferimenti diretti nei PSR sia con interventi legislativi che assicurino priorità di accesso ai finanziamenti.
Ed anche su questo argomento, in sede di definizione del Regolamento di attuazione della legge regionale n. 20 dell’8 agosto 2014 per il riconoscimento e la costituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità, il nostro invito a rivisitare prioritariamente la detta legge regionale “adeguandola” al dettato normativo nazionale, è stato disatteso.
Oggi la loro realtà è ormai consolidata in tutta Europa, e ha visto l’Italia muovere i primi passi a partire dal 2009, anno di costituzione del primo distretto biologico nel Cilento (SA) eppure Regione Campania non ne coglie ancora le potenzialità.
Auspichiamo in una maggiore attenzione da parte del governo regionale, tenendo presenti i cambiamenti alle porte riguardanti la PAC.