Proverbi africani: la libertà
Padre Oliviero Ferro
Pur appartenendo alla comunità ed avendo molti doveri nei suoi confronti, ogni uomo è un individuo che ha la propria personalità, la propria inviolabile vita, che deve organizzare senza subire troppe intromissioni da parte del gruppo. Insomma in Africa l’uomo ha il diritto alla proprietà, all’indipendenza, al proprio pezzo di terra, è libero di parlare, di scegliere il bene, il coniuge…gli amici che gli piacciono, di esprimere il giudizio sui fatti, di emettere la propria opinione sui fatti e sulle cose.
L’uomo è libero, ma non è una libertà illimitata, libertaria. Non è libertà come facoltà di far tutto ciò che egli vuole fare. Non è libertà dalla società, le sue leggi, i comandi dei genitori e dei capi del gruppo. E’ una libertà per realizzarsi come dignità all’interno della visione della propria società. L’uomo ha bisogno dell’unione con gli altri per diventare pienamente se stesso. Tutto questo viene aiutato dall’educazione morale e civica. E cominciamo dai proverbi. Ci viene detto che la tua libertà si ferma dove comincia quella dell’altro. “Dove finisce il campo del primo, è da lì che comincia quello del secondo” (Bassar, Togo). Non c’è libertà senza limiti.
Come dicono i Kamba del Kenya “L’uomo è libero di non donare, ma non è libero di odiare”. Ognuno è libero di scegliere la cosa che risponde ai propri gusti: dai beni materiali alle scelte più importanti. Si sappia però che la dinamica di tali scelte è orientata e protetta dalla morale ambientale e dal diritto della società Ce lo ricordano gli Zulu del Sud Africa “Ciò che è amaro, sia riconosciuto da colui che l’assaggia”. E’ meglio non essere presuntuosi nell’esercizio del diritto alla libertà di pensiero-parola-azione. E’ un buon consiglio che ci danno gli Amhara dell’Etiopia. “Parla brevemente, sei un nano”. Anche il tuo stile di vita ti deve proteggere da difficoltà e problemi dannosi, così la pensano gli Akan della Guinea “Una povertà senza processi vale meglio che una vita di ricchezza”. Ascoltate questo dei Pygmèe del Gabon “Se un cane ha un campanile (campanello?) al collo significa che ha un suo padrone” (rispetto del diritto di precedenza del primo occupante). E un altro simile “La barba in prestito non supera mai quella vera” (Peul, Burkina Faso) (la preminenza dell’avente diritto).
Ora qualche proverbio del Congo RDC in swahili. “Kasuku haizai utumwani” (il pappagallo non si moltiplica in schiavitù. Quando manca la libertà, manca la voglia di tutto. Pensiamo ai lager dei migranti in Libia, dove molti pensano anche al suicidio, a farla finita, non vedendo un futuro). Uno deve sentirsi libero dappertutto e non giudicato perché viene da un certo posto. “Jogoo wa shamba hawiki mgini” (il gallo di campagna non canta al villaggio. Ricordiamoci la storia del topo di campagna e di quello di città, per chi ha buona memoria). Il proprietario di un bene è un uomo libero. Se non è d’accordo con te, resta seduto, cioè non scocciarlo: non puoi legarlo. “Mwenye chake ni mwungwana; akikataa, kaa zako: huwezi kumfunga kamba (tradotto: chi ha qualcosa è padrone; se non accetta, stai tranquillo: non puoi legarlo con una corda). E un altro simile “Furushi lenye kuwa na mwenzako kiunoni huwezi kufungua” (il pacchetto che il tuo compagno porta sulle spalle, non puoi staccarlo, aprirlo. Insomma ha diritto alla sua libertà e proprietà). Ricordiamoci che si è sempre liberi di accettare o rifiutare un consiglio, così ci consigliano i Dida della Costa d’Avorio “Un consiglio si cancella, non è una valle”.