Campania: Copagri, biologico, bene insediamento in assessorato tavolo tecnico regionale di settore
“Accogliamo con estremo favore l’odierno insediamento presso l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania del Tavolo tecnico regionale del settore biologico, da noi richiesto lo scorso novembre 2018 e sollecitato in occasione della discussione sul tema dei distretti rurali e di filiera”. Così la presidente della Copagri Campania Vera Buonomo dopo l’avvio dei lavori del Tavolo di settore.
“Per la Campania è una grande opportunità per il futuro. Si tratta di un settore nel quale la ricerca è fondamentale, per garantire un’agricoltura più sicura e sostenibile, a cui lavorare per conferire maggiore distintività e per far sì che alle nostre produzioni sia riconosciuto il giusto valore”, sottolinea la presidente.
“Stiamo crescendo di anno in anno e ora sta crescendo anche la conversione dei terreni al biologico. La Campania può contare su oltre 50mila ettari coltivati bio, con un incremento negli ultimi 20 anni pari al 142,7%, e oltre 4mila operatori interessati; nella Regione, in termini percentuali, il 9,7% delle superfici agricole è coltivato a biologico dal 3,2% delle aziende totali. Stiamo parlando, a livello nazionale, di oltre 76mila aziende certificate, con un tasso di conversione superiore al 20% che coinvolge oltre 12mila operatori del comparto. Sono numeri importanti che necessitano di un tavolo di confronto”, spiega Paolo Conte, direttore della Copagri Campania.
“Ci auguriamo ora che nell’ambito di tale Tavolo si arrivi a concordare in tempi celeri un Piano di settore che possa contribuire a concertare e indirizzare al meglio le strategie regionali per il sostegno e per il rilancio della filiera, verificando le condizioni di sviluppo, l’efficacia delle politiche e le eventuali criticità esistenti e le potenzialità soprattutto a supporto delle comunità locali che hanno già intrapreso percorsi di alleanze tra amministrazioni pubbliche, imprese (non solo agricole), privato e sociale, al fine di realizzare sistemi agroalimentari sostenibili, partecipati e condivisi”, conclude la Buonomo.