Scienza e Fede
Avv. Maurizio Scorza*
Di fronte al mistero di Dio e della vita la mente si smarrisce, rimane attonita; eppure avverte, intuisce, tutta la ragionevolezza dell’esistenza di un prodigioso disegno. Il mondo è stato creato da una mano amorevole e immensamente saggia, è governato da regole precisissime e rigorose. Per come è fatto l’universo, non può essere frutto del caso, come ormai riconoscono tantissimi autorevoli scienziati. Nessun fenomeno casuale e incontrollato avrebbe potuto produrre questo straordinario ordine. La scienza stessa, con Galileo Galilei, è nata da un atto di fede, dal presupposto che vi fosse una logica nelle cose. Tutte le grandi scoperte scientifiche nascono da questo atto di fede nel Creatore e dal desiderio di scoprire le regole fissate dall’unica Mente. Scienza e fede non si contraddicono. Tante scoperte scientifiche e molte importanti invenzioni, in vari campi, sono ascrivibili a cattolici o, addirittura, a uomini di Chiesa o a Santi! Pensiamo, poi, alla costruzione sociale, culturale ed economica dell’Europa da parte del monachesimo. Certo, v’è stata anche qualche incomprensione, dovuta alla fallacità degli uomini, anche di Chiesa, ma nel complesso la Chiesaha civilizzato tutti i popoli e ne ha garantito il progresso oltre che spirituale e culturale, anche scientifico e materiale. Nonostante ciò, oggi si assiste ancora alla rivolta di una certa parte di scienza contro la Chiesa; sulla base di un fanatismo scientifico, si attacca la Chiesa, il Papa, con l’accusa di arretratezza e di oscurantismo. Dimenticano questi signori che senza la Chiesanon vi sarebbe l’attuale civiltà occidentale, non vi sarebbe stata la liberazione della donna e dei fanciulli dalla loro condizione di schiavitù, non vi sarebbero state tutte le conquiste in tema di diritti dell’uomo, in tema di istruzione (le scuole, le università), in tema di salute (gli ospedali). Tutto è accaduto dopo la discesa dal Cielo di Dio, in Gesù Cristo Suo Figlio. Solo Gesù, in effetti, come ci insegna la Gaudium et Spes, svela pienamente l’uomo all’uomo. Solo guardando a Gesù, uomo perfetto, possiamo conoscere noi stessi. La scienza non può fornire alcuna risposta al quesito di sempre: chi è l’uomo? Al massimo, cerca di capire “come” è fatto l’uomo. Si legge nel “Canto notturno” di Leopardi: E quando miro in cielo arder le stelle / dico fra me pensando: a che tante facelle? / Che fa l’aria infinita, e quel profondo infinito seren? / Che vuol dire questa solitudine immensa? Ed io che sono? Il discorso è infinito, ma con un poco di umiltà (virtù oggi più che mai rara!) e utilizzando non solo la razionalità ma anche quelle “ragioni del cuore” di cui parlava Blaise Pascal (oggi si direbbe “intelligenza emotiva”), si può pervenire a una speranza “certa”. Un approccio privo di pregiudizi ci può allora far dire, con Louis Pasteur: “Poca scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui”.
*Diacono permanente