Ravello: Covid-19, liquefazione straordinaria Sangue San Pantaleone, don Mansi “Rafforzare fede!”
di Rita Occidente Lupo
In un momento di grossa difficoltà per il mondo intero, a causa della pandemia da Coronavirus, tra paura e sbigottimento spuntano falsi profeti tra azzardanti congetture. Chi attribuisce tale virus ad un segno dei tempi, chi si rifà all’Antico Testamento, nel leggere un Dio giustiziere; chi rispolvera centurie di Nostradamus e chi si riferisce alle apparizioni di Fatima. Tra mille interrogativi la fede, in tanti, rispolverata anche a Chiese chiuse! Forse perché dinanzi al pericolo l’uomo riscopre la propria fragilità, come in questo momento giacchè, il misterioso killer, sta seminando lutti in tutto il mondo, senza distinzione di razza e di sorta. Mandando in fumo la saccenza umana, forte della propria “intelligenza”, atta a bastare a se stessa. Facendo capire che i beni terreni si dileguano in un soffio e che l’uomo è un essere caduco, che non può essere autosufficiente senza Dio. Di qui le costanti preghiere che, grazie ai mezzi tecnologici, accompagnano le forzate restrizioni civiche, dettate dal bisogno di contenimento del virus.
Le case, rimedio alla diffusione epidemiologica! Mai come in tale frangente perfino il Faro della Cristianità, la Basilica Vaticana di San Pietro, chiusa! E Papa Francesco ha voluto concedere, per la prima volta nella storia, con la Benedizione Urbi et Orbi, Indulgenza Plenaria a tutto il mondo, incollato ai piccoli schermi o in streaming. La fede, unico motore per affrontare le inquietudini di un futuro incerto e per vivere un presente preoccupante. Ma anche risposta alle ansie umane, sapendo che Dio scrive la storia dell’uomo, è nella storia dell’uomo e non cessa di rivelargli il suo amore misericordioso. Pertanto non mancano i segni del Suo venirgli incontro. Ed i prodigi, che attestano come il soprannaturale sia sempre in intima comunione con la caducità.
In tale ottica nei giorni scorsi, nella ridente città di Ravello, il prodigio della liquefazione del sangue del Martire San Pantaleone. Nato a Nicomedia il 27 luglio 305, medico personale del cesare Galerio, subì il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano: patrono dei medici e delle ostetriche, educato al cristianesimo, se ne allontanò. Studiò medicina.
Convertitosi più tardi durante l’impero di Diocleziano confessò apertamente la sua fede: condannato al rogo, le fiamme si spensero; immerso nel piombo fuso, questo si raffreddò miracolosamente; gettato in mare con una pietra legata al collo, neanche annegò; affidato alle belve, si domarono; legato ad una ruota, le corde si spezzarono; alla fine fu decapitato. Il suo sangue, conservato in un’unica e grande ampolla, a Ravello nel Duomo, tra due grate di ferro, murate. Ogni anno nel mese di luglio, avviene il fenomeno della liquefazione del sangue spontaneamente, senza che l’ampolla venga mossa né agitata.
Nei giorni scorsi, il 17 marzo 2020, proprio nel pieno della pandemia da COVID-19, si è verificata una liquefazione straordinaria, al termine della preghiera rivolta al Santo dal parroco del Duomo. don Angelo Mansi.
“Tuttora il sangue è liquefatto- dichiara don Mansi– e questo vuol essere un segno ad aumentare la nostra fede. Il Santo lancia il messaggio di esser perseveranti, come lo è stato Lui fino al martirio in questi giorni che ci appaiono bui. Rinforziamo la nostra fiducia in Dio e nella Madonna nella prova, perché senz’altro San Pantaleone ci assiste!”
Di tale avviso anche Padre Giuseppe Ragalmuto, Parroco della Chiesa Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. “Dio è amore e misericordia, ci ama e non vuole il nostro dolore. Preghiamo nella certezza che questo periodo, che ha visto anche in altre epoche storiche l’umanità in pena per diverse epidemie, cessi e che possa ritornare la serenità nei nostri giorni, da vivere con maggiore consapevolezza nel dono della vita cristiana!”