La Voce e la Vita della Chiesa: Domenica di Pasqua, la gioia della Resurrezione
Diacono Francesco Giglio
“Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti,
esulta di gioia la terra.
Dagli abissi della morte Cristo ascende vittorioso
insieme agli antichi padri.
Accanto al sepolcro vuoto invano veglia il custode:
il Signore è risorto.
O Gesù, re immortale, unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.
Irradia sulla tua Chiesa, pegno d’amore e di pace,
la luce della tua Pasqua.
Sia gloria e onore a Cristo, al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.”
Questo giorno è per tutto il mondo cristiano la più grande solennità.
La “Pasqua di Resurrezione”, è l’evento fondante della nostra fede, segna il culmine della Settimana Santa e l’inizio di un nuovo tempo liturgico che prosegue con la Domenica della Divina Misericordia, un tempo detta “Domenica in albis” (otto giorni dopo la Pasqua) e si conclude dopo 50 giorni con la solennità di “Pentecoste” che segna la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo e la nascita della Chiesa.
Nel giorno di Pasqua si ripete ancora una volta da parte di Dio l’annuncio dato nella notte di Natale ai pastori da parte degli Angeli, cosi avviene nei pressi della tomba, sempre da parte di due Angeli l’annuncio della Resurrezione alle donne che si erano recate al sepolcro. Furono le stesse che raggiunti gli Apostoli diedero loro la lieta notizia e come si legge nel Vangelo di Giovanni (cfr. 21,3-8):
“Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette”.
A quella vista la paura si dileguò dando spazio alla gioia: “Gesù aveva mantenuto la sua promessa”.
A noi che non abbiamo veduto con i nostri occhi la tomba vuota, le bende e il sudario, Gesù ci ricorda, come avvenne per Tommaso, che la fede non ha necessità di vedere e di toccare perché, se crediamo, saremo chiamati beati anche senza aver visto e toccato. Questo evento, che per molti è storia passata, per noi credenti invece è: “l’evento salvifico che si ripete in ogni celebrazione eucaristica”.
Nella Morte e Resurrezione di Gesù si è realizzato il progetto della Salvezza che Dio Padre aveva progettato prima della creazione del mondo.
A noi, discepoli di Cristo e Popolo santo di Dio, spetta il compito, in unione con tutta la Chiesa testimoniare e confermare con “fede, speranza e carità” che crediamo fermamente nella Resurrezione di Gesù Cristo perché Egli è la pietra angolare su cui si fonda la nostra fede e su cui è edificata la sua Chiesa: “una, santa, cattolica e apostolica”.
Glorifichiamo il Signore con la nostra vita e annunciamo, anche in questo momento, carico d’incertezze e di preoccupazioni, che “Cristo è veramente Risorto. Alleluia, Alleluia”.