Racconti Africani: agire secondo propria personalità
Padre Oliviero Ferro
Un uomo aveva due mogli, una che egli preferiva (la kilanga), l’altra meno amata (la mubenge). La prima era evidentemente privilegiata, così come i suoi figli, a causa della sua bellezza Arrivarono i giorni della carestia è le pentole rimasero vuote. Mubenge si disse: “Vado alla sorgente. Anche se non abbiamo niente da mangiare, u po’ di acqua fresca ci farà bene, ai miei figli e a me”. Arrivata alla sorgente, vide un banano su una collina vicina e salì sulla medesima per vedere se per caso, aveva una casco di banane. Però, arrivata in cima, vide che il banano si era trasferito su una collina più lontana. Coraggiosa, decise di seguirlo, scese nella valle e risalì dall’altra parte. La montagna era faticosa da salire. Quando fu arrivata in cima, si sdraiò e si addormentò. Quando riaprì gli occhi, il banano era sparito. Si stropicciò le palpebre, guardò in basso e intravvide, nel fondo della valle, sei tronchi umani, senza gambe né braccia, che, girando su se stessi, si spostavano in linea orizzontale. Li raggiunse. Li seguì e arrivò davanti alla capanna di una donna così vecchia che più vecchia non si può trovare. La vecchia la accolse bene: “Vieni, figlia mia, io ti conosco e so quello che c’è nel tuo cuore. Tu ami i tuoi figli e tuo marito, anche se lui non ti apprezza molto. Prendi tutto il cibo che vuoi”. C’erano delle file di panieri pieni di cose succulente. Mubenge la ringraziò educatamente: “Grazie, nonna. Ma come faccio a portare tutto questo?”. La vecchia le toccò le palpebre: “Chiudi gli occhi…Ora, riaprili”. Li riaprì e si trovò davanti alla sua porta, e i panieri vicino a lei. I suoi figli, quella sera, si dormirono con la pancia piena. Anche suo marito ebbe la sua parte. Il giorno dopo, Kilanga le disse: “Sorella mia, come hai potuto trovare tutto questo cibo?” Mubenge glielo spiegò e la mattina seguente. Kilanga si mise in cammino, vide anche lei il banano e lo seguì fino alla prima cima. Quando si accorse che si era spostato, si mise a gridare: “Allora, devo continuare così per tutte le colline nelle vicinanze. Ne uscirò tutta piena di rughe”, Scoprì allora una caverna da dove la guardava una vecchia con i capelli aggrovigliati e le unghie tutte ricurve come degli artigli di pappagallo. Si disse: “Ecco questa deve essere la vecchia che Mubenge ha visto”. E, di fatto, la vecchia le consegnò tre sacchi ben pieni. Troppo pigra per portarli, li fece rotolare lungo la china della collina, arrivò alla fontana, poi chiamò gli uomini dei suo marito (i servitori) per portarli. Quando aprirono i sacchi, credettero di trovare del buon cibo, per lui e i suoi figli. Purtroppo, i sacchi non contenevano altro che degli escrementi.
Come dice il proverbio: “Quello che troverò nella nassa (rete per la pesca), è quello che io tirerò fuori”( se tu non possiedi quello che gli altri ti domandano, dà loro un’altra cosa che può essere loro utile. Ciascuno non può agire che secondo la propria personalità. Non si forza la natura. Non immaginarti che puoi fare tutto. Pensa per prima cosa a quello che c’è dentro di te. Poi, scegli (scuola, lavoro, casa…) ciò che ti conviene e che tu sei capace di raggiungere).