Definito “l’artista più interessante del ventesimo secolo”, Giuseppe Antonello Leone
Giuffrida Farina
Una immensa gioia per me,l’essere stato invitato a partecipare con miei brani new age diffusi nel corso di un evento celebrativo della carriera del Maestro Giuseppe Antonello Leone;era il gennaio del 2014,al Maestro venne assegnato un riconoscimento alla carriera, la manifestazione ‘Luci in Avalon’ si svolse in Salerno presso l’Archivio della Architettura contemporanea,coordinata da Dina Scalera, Direttore Artistico della Associazione culturale Avalon Arte. Giuseppe Antonello Leone (1917- deceduto 4 anni orsono, 2016), un percorso che ha lambito il secolo di esistenza, contrassegnato da stupende Creazioni e da grandi Emozioni che ha donato.Meraviglioso è il mio ricordo ad Egli correlato, la cerimonia celebrativa iniziò il 4 gennaio e si concluse il 13 gennaio 2014, uno dei momenti concerné l’assegnazione,all’inimitabile Genio, di una targa alla carriera; rappresentò per me un lampo leggiadro la manifestazione,spero d’averla impreziosita con il lieve sottofondo musicale dei miei brani accompagnanti il cammino degli spettatori,la musica da me composta venne eseguita dal M°. Marcello Ferrante della PolyMusic di Salerno e da Arminio Capezzuto.Parallelamente associata era l’esposizione d’opere scultorie e pittoriche di una trentina di artisti da tutt’Italia, vennero presentate dal critico d’arte prof. Luigi Crescibene, scomparso alcuni anni fa,era il Giovedì Santo del 2018. La cerimonia inaugurale della mostra d’arte fu caratterizzata dai discorsi del Vice sindaco-Assessore alla Pubblica Istruzione, Eva Avossa, e dell’assessore al Turismo, Enzo Maraio. Note biografiche e artistiche seguenti, palesanti l’immensa Creatività del Maestro, sono tratte da pagine internet che di seguito esplicito. “Giuseppe Antonello Leone è un animatore di oggetti inanimati, li cerca talvolta nella natura. Lunghi sono stati i suoi percorsi fra le terre brulle della sua campagna natia, guardando sotto il sole, il vento o la pioggia i sassi che millenni di erosioni hanno plasmato.Li ha osservati tentando di trovarvi non le età geologiche ma i misteri antropomorfi che in essi si celano.E vi ha scoperto la faccia della sirena o quella di Benedetto Croce. Talvolta con un colpo di scalpello un segno di colore, una grattata di lima o un graffio di matita, li ha animati…”. (Philippe Daverio, storico dell’arte, docente, saggista, politico e personaggio televisivo italiano con cittadinanza francese;tratto da:www.skira.net/books/giuseppe-antonello-leone). ”Il mondo della cultura è in lutto:il pittore e scultore Giuseppe Antonello Leone è morto a Napoli all’età di 98 anni. Famoso in tutto il mondo, negli anni Cinquanta aveva preso parte alla stagione del neorealismo italiano con Rocco Scotellaro, Carlo Levi ed Emilio Sereni. Era nato il 6 luglio del 1917 a Pratola Serra, in provincia di Avellino. Avrebbe dunque compiuto tra poco 99 anni. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli conseguito nel 1940 sotto la guida di maestri come Mino Maccari ed Emilio Notte, si era avvicinato negli anni Cinquanta alla stagione del neorealismo italiano, prendendo parte a “quell’ampio movimento culturale di riscatto del sud che si sviluppa nella terra di Lucania”, come si può leggere nella biografia da lui scritta sul proprio sito internet. Giuseppe Antonello Leone aveva lavorato assieme a figure come Rocco Scotellaro, Manlio Rossi Doria, Carlo Levi, Maria Brandon Albini ed Emilio Sereni. Aveva esposto più volte alla Biennale di Venezia. La sua arte era a metà tra il racconto figurativo, trasfigurato dalla sua visione personale connotata da un “surrealismo tragico”, e l’amore dei recuperi. Sue opere si possono trovare in giro per l’Italia: dai pannelli in bronzo per la porta centrale del Duomo di Messina alle vetrate della Cattedrale di Benevento, passando per i tre dipinti nella Chiesa di Sant’Anna a Potenza e per le formelle in bronzo della Via Crucis nella Chiesa di S. Pietro in Camerellis di Salerno. Tra il 1966 e il 1979 è stato direttore degli Istituti d’Arte di Potenza, di Cascano di Sessa Aurunca, di San Leucio di Caserta e dell’Istituto statale d’Arte “Boccioni” di Napoli. Sposato con la scrittrice e pittrice Maria Padula, conosciuta quando frequentava l’Accademia di Belle Arti, da lei ha avuto quattro figli: Silvio, Bruno, Rosellina e Nicola Giuliano, unico ad aver preso una strada diversa dall’arte in famiglia…”.(Tratto da: https://napoli.fanpage.it/lutto-nel-mondo-della-cultura).Infine,il parallelo ‘civiltà delle macchine’/’civiltà delle mani’ evidenziato dal Maestro Leone, riferendosi all’ingegnere-poeta Leonardo Sinisgalli che coese cultura umanistica e cultura tecnica/scientifica dirigendo dal 1953 al 197 la rivista ‘Civiltà delle macchine’. Sinisgalli:“…Di Beppe devo dire con franchezza che mi colpì più di tutto il suo demone,la sua intelligenza,la sua straordinaria tendenza con i segreti del mestiere. Beppe ha un istinto compositivo rarissimo ai nostri giorni. Beppe ha un gusto delle cose che ha un forte sapore arcaico. Beppe è dotato di un fiuto psicologico infallibile”. Il Maestro Leone:”Sinisgalli è la civiltà delle macchine. Io, la civiltà delle mani”. (Nino Sangerardi, ”Giuseppe A. Leone, l’artista più interessante del ventesimo secolo”, Stato quotidiano,5 luglio 2016, su: statoquotidiano.it).
Foto da: “YouTube:Premio Artista Esemplare 2014 – Expo d’Arte Contemporanea Luci in Avalon”