Racconti Africani: c’è sempre qualcuno più furbo
Padre Oliviero Ferro
Una giovane donna stava per mettere al mondo un figlio. Si disse: “Mi ci vorrà della legna per scaldare l’acqua necessaria per la pulizia del bambino. Vado nella foresta”. Ci andò e raccolse tanta legna così da chiedersi come avrebbe potuto portarla al villaggio. Un uomo, che non aveva visto, si avvicinò: “Donna, vuoi che ti aiuti?” E le rispose: “Sì, aiutami a portare questo carico di legna”: E lui: “Io lo farò, ma se io porto quello che tu hai sulla tua schiena, tu mi darai quello che porti nel tuo ventre”. La donna, molto stanca e incapace di riflettere, gli rispose: “D’accordo”…Poco tempo dopo, nacque un bambino, al quale fu dato il nome di Kamukalange. Crebbe tranquillamente fino all’età di 12 anni. Quel giorno, si trovava nella camera interna, quando, attraverso la finestra, vide uno sconosciuto avvicinarsi a sua madre, che le disse: “Donna. Ti ricordo ciò che tu mi hai promesso. Oggi bisogna pagare il tuo debito”, La madre rispose: “Non ho niente da fare…Va al fiume. Ci mando mio figlio. Tu lo riconoscerai facilmente. Si chiama Kamukalange”. Il ragazzo, che aveva ascoltato tutto, si disse: “C’è qualche cosa di poco chiaro”. E quando sua madre gli diede la brocca e gli disse: “Figlio mio, vai ad attingere l’acqua”, accettò senza protestare. Ma poi passò da una decina di suoi amici e disse loro: “Andiamo a giocare. Tutti quelli che ci domanderanno il nostro nome, noi risponderemo insieme: Kamukalange”, E così lo sconosciuto, quando si avvicinò a coloro che attingevano l’acqua, domandò chi era Kamukalange, ognuno rispose: “Sono io Kamukalange”. Fu disorientato e se ne andò via, senza poter fare niente. Ritornato dalla donna, le raccontò quello che era successo. Ella ebbe paura e gli disse: “Domani, raserò la testa di mio figlio. Così tu lo riconoscerai al primo colpo”. Il bambino, che non si fidava e aveva visto l’arrivo dello sconosciuto, aveva sentito tutto. Il giorno dopo, dopo che sua madre l’ebbe rasato, prese con sé il coltello e rasò il cranio di tutti i suoi compagni. Anche questa volta, lo sconosciuto fu deluso. Questa volta era veramente furioso e ritornò alla casa della donna: “Se tu non di mai quello che mi devi, è te che porterò via”. La donna, tutta tremante, gli disse: “Questa notte, faccio dormire il bambino tra me e mio marito. Tu non farai altro che prenderlo”. Jamukalange, che aveva sentito tutto, si chiese come avrebbe fatto a cavarsela. Alla ser, non potè rifiutarsi di dormire come gli era stato detto. Ma quando sentì russare i suoi genitori, si alzò in silenzio e mise al suo posto un lungo ceppo di legno tenero. A mezzanotte, lo sconosciuto venne e alla cieca, trovò i tre corpi stesi, Prese quello in mezzo e se ne andò via. Quando si accorse di ciò che portava e si vide imbrogliato un’altra volta, ne ebbe tanta vergogna che se ne andò lontano per non tornare più.
Come dice il proverbio: “Il tronco di palma non è scosso dal vento” (un vero padre di famiglia, un autentico capo di comunità resta solido davanti ai problemi e alle difficoltà. Prende di petto i problemi che si presentano e li risolve con calma).