Mercato San Severino: allargamento ponte Via Mulino del Pagano ancora incompiuto, documentazione con “stranezze” da chiarire

A quasi otto mesi dall’aggiudicazione, i lavori di allargamento del ponte di Via Mulino del Pagano sono ancora fermi.

Il ponte è stato demolito e non è stato ricostruito e i disagi per i residenti nella zona e per il traffico veicolare sono notevoli.

Un approfondimento della procedura di gara e di esecuzione dei lavori è stato condotto dal Movimento Civico Sanseverinese che, con un esposto a firma del suo coordinatore Giovanni Romano, ha informato le competenti Autorità Giudiziarie, la Corte dei Conti e l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) chiedendo di accertare la correttezza legale di quanto è stato fatto dall’Amministrazione Comunale.
Il progetto di fattibilità economica del rifacimento del ponte è stato redatto dall’Ufficio Tecnico Comunale ed è stato approvato dalla Giunta Municipale addirittura nel febbraio del 2019.
Successivamente, a settembre del 2019, la Giunta Municipale ha approvato il progetto definitivo/esecutivo dell’intervento redatto sempre dall’Ufficio Tecnico Comunale dell’importo complessivo di € 399.129,45.
La gara di appalto si è conclusa nel dicembre del 2019 e i lavori sono stati aggiudicati alla ditta Edil De Pascale s.r.l di Mercato S.Severino per l’importo di € 195.521,54 al netto del ribasso percentuale del 33,818 % offerto sul prezzo a base d’asta di € 295.430,09 per cui le economie di gara sono risultate pari a € 110.616,60.
Il contratto con l’impresa appaltatrice è stato sottoscritto a marzo del 2020, ma i lavori non sono iniziati.
Solo il 6 luglio di quest’anno i lavori sono stati consegnati per… essere sospesi il giorno dopo!
Nel frattempo, il Direttore dei Lavori nominato dal Comune ha predisposto una perizia di variante riprogettando l’intera opera e AUMENTANDO il costo dell’intervento del 50% per oltre 100.000 euro, assorbendo l’intero ribasso d’asta.
E’ del tutto evidente che il progetto finale, come derivante dalla perizia del Direttore Tecnico, è COMPLETAMENTE DIFFERENTE DA QUELLO INIZIALE redatto dal Responsabile dell’Area Tecnica e approvato dalla Giunta Municipale per cui, a norma di legge, la gara di appalto andava annullata per bandirne un’altra per appaltare correttamente i lavori della nuova opera.
Invece, sei giorni dopo la “sospensione”, i nuovi lavori sono stati assegnati alla stessa impresa appaltatrice.
E’ ragionevole, quindi, formulare due ipotesi per comprendere questo “anomalo” comportamento dell’Amministrazione Comunale.
Si può ipotizzare, in primo luogo, che si è cercato di nascondere gli errori del progetto esecutivo per sollevare il Responsabile dell’Area Tecnica (nonché Responsabile del Procedimento) dalle sue responsabilità.
Oppure si è scelto, deliberatamente, di favorire l’impresa appaltatrice evidentemente impossibilitata ad eseguire i lavori a causa della consistente percentuale di ribasso applicata in sede di gara (33,818%).
Dall’esame dell’Atto di sottomissione, non è consentito di comprendere quali siano state davvero le ragioni che hanno portato alla variante progettuale, né d’altronde è possibile accedere alla Relazione Tecnica in quanto, per espressa ammissione del Responsabile dell’Area Tecnica, la Relazione Tecnica non è allegata alla sua Determina di approvazione finale (n. 352 del 17.07.2020 richiamata in oggetto e allegata alla presente), ma viene considerata, stranamente “parte integrante” della stessa.
In base a questi elementi sono stati richiesti gli accertamenti per accertare la correttezza e la rispondenza alla legge degli atti posti in essere dall’Amministrazione Comunale.