Coronavirus: ultimo DPCM penalizza mondo sportivo, lettera aperta a Governo
L’ultimo DPCM (25.10.2020), lascia perplessi e riempie di domande, senza trovar risposte e spiegazioni.
Parlo, in special modo, in riferimento al settore sportivo, mortificato, ancora una volta, nel suo insieme e, senza motivo alcuno. Ma, non è il solo, ad uscirne, ancora una volta, “con le ossa rotte”.
Gli errori, sono stati tanti, ma adesso, inutile rimuginarci sopra, il danno è fatto! Grave! Irrimediabile! Anche alla luce, della nuova impennata virale. Ma qualche sottolineatura razionale, è dovuta.
Si crede che nessun essere umano italiano e non solo, non abbia semplice esperienza di vita vissuta e privata che, non annoveri la conoscenza dei trasporti pubblici, della sanità, delle scuole, dei tribunali, etc.. Quindi, nel recente passato, con onestà, non ci si spiega, come mai si è spinto, sull’apertura delle scuole (ad es), senza rendersi conto o, non sapere, che vi erano delle valutazioni oggettive da tener da conto per i trasporti? Non si crede che, oggettivamente, i ragazzi, disamorati dall’ignoranza dell’amor civico, del vivere civico e civile, senza riferimenti, senza regole o riferimenti, possano da soli, o, con il solo supporto delle famiglie, della scuola (con materie eliminate dalla didattica scolastica di base, da tempo immemore, come: l’educazione civica e l’ educazione fisica; giustappunto: EDUCAZIONE!!), essere consapevoli dei danni che provocano, a se stessi ed al prossimo, a causa del loro comportamento “leggero”. Quale, la spiegazione da darsi? La ripresa del lavoro e dell’economia, o la campagna elettorale ad effettuarsi, per le regionali? Perché, oggettivamente, non impedire, ad esempio, viaggi all’estero, chiedendo alla cittadinanza italiana, di spendere per il proprio Paese, nel Paese? Le conseguenze le conosciamo.
“Oggi” (25.10.2020), che cosa accade. Chiusura alle ore 18.00 di alcune entità commerciali (bar, ristoranti, etc). Quindi di fatto, la popolazione, tenderà a chiudersi in casa, perchè certo, non potranno andare a far di spesa tutti i gg o comprare dei pantaloni, allo stesso modo. Quindi, che cosa accadrà? Che si regaleranno le città in mano ai malviventi, agli spacciatori e certo, non si eviteranno gli assembramenti dei giovani.
“Oggi”, si chiudono nuovamente le palestre, le piscine. Le uniche che da sempre, hanno dimostrato ligio dovere, per cultura, per Credo, per essenza e filosofia di vita. Le uniche, che hanno rispettato dettami, con aggravio ulteriore di spesa, per adeguarsi alle direttive. Quelle, che hanno senso e danno senso, all’essere umano, professando igiene, rispetto per se stessi ed il prossimo, che attuano, prevenzione alla salute e quindi, conseguentemente, non possono, non eludono, inviti di igiene e profilassi. Da un comunicato stampa del 25.10.2020 (ACSI), che si condivide e si riporta (quasi integralmente), asserisce: << Le nuove chiusure penalizzano gli operatori dello sport. Purtroppo la funzione vitale dello sport nel ns Paese, non è ancora un fatto culturale acquisito, nonostante i proclami e il moltiplicarsi delle giaculatorie di questi ultimi giorni. Le palestre e le piscine sono luoghi sicuri.. Non si comprende il motivo per il quale il CTS si ostina a ritenere a rischio palestre e piscine che rispettano i protocolli e la sicurezza come dimostrano i numerosi controlli dei NAS intervenuti a tempo di record nell’ultima settimana. Non si comprende perchè il Ministero della Salute, non ravvisi nella funzione che lo sport esercita per lo stato di benessere psicofisico, un’opportunità sociale, e che la stessa produce un notevole beneficio sulla spesa sanitaria. Non si comprende come il Ministero dell’Economia non si sia reso conto che palestre, piscine e gli operatori del settore sportivo (..tecnici, ecc), sono componenti primari di una vera impresa sociale i cui risarcimenti non possono essere compensati dagli oboli Statali (per non parlare dell’indotto-ndr). Durante il lookdown è notevolmente aumentata la percentuale di obesità.., a danno della salute dei cittadini e, palestre e piscine, si sono prodigate a fornire un valido ausilio alla stregua di un presidio sanitario di eccellenza per l’equilibrio tra corpo, movimento e prestazione. Lo sport è economia e servizio sociale, posti di lavoro, e opportunità educative rischiano di andare in fumo…>>.
L’altro assurdo, è il lasciare possibilità di allenamento al solo settore agonistico, dimenticando completamente la base, linfa vitale per lo stesso agonismo del domani e soprattutto necessario, anche per il supporto psicologico, posto in essere. Nulla quaestio, contro gli agonisti, lo ero e lo sono, dentro me, ma, non è forse un escamotage per lasciare aperto il calcio, anche questo, di contatto? La differenza sostanziale, fra questi sodalizi e le attività di calcio professionistico (appunto, professionistico), resta nella gestione economica di un sito di allenamento che da sempre, conta per sorreggersi, proprio sull’apporto dello sport di base e non certo, su quello agonistico (che invece “costa” sostenere).
Sport e cultura fermi, ed il presidente Conte, risponde solo a Nuti (Corriere della Sera, 27.10.2020), dando le sue spiegazioni e non si rivolge anche al resto dei coinvolti in questo assurdo provvedimento? Come già detto, non sono i ristori economici a risollevare animi, ma la mancanza di sensibilità e l’individuazione chiara e netta, della trasmissione dei contagi che certo, non può essere imputata a chi rispetta le regole appieno. Le deduzioni più logiche, si crede, siano sopra riportate.
Si ha tanto l’impressione, che la politica di questo Paese, sia sempre più lontana dalla realtà, dalla gente, dalle necessità reali del popolo italiano.. Sembra, non siano mai andati a scuola; non abbiamo mai usato un mezzo pubblico; non siano mai entrati in un ospedale, un tribunale; non conoscano necessità sociali, psicologiche; non apprezzino e conoscano, il peso e l’importanza dello sport.. “Ignoranti da ignorare, perchè consapevolmente, ignorano” (LdM).