Eboli: Uil Fpl, Covid Hospital, garanzia personale specialistico, richiesta avertici Asl e regionali
Istituzione del Covid Hospital a Eboli, garanzia di tutti i livelli di assistenza e utilizzo personale medico e di comparto privo di competenze ed esperienze specialistiche. Questi i temi su cui la Uil Fpl Salerno chiede chiarezza ai vertici di Asl e Regione Campania.
“Siamo venuti a conoscenza che nella giornata di oggi si terrà apposito incontro tecnico per assumere decisioni in merito alla attivazione del Covid Hospital presso il nosocomio di Eboli, con l’utilizzo di personale medico e sanitario distratto da altri reparti e quindi privo delle competenze specialistiche necessarie per i reparti di degenza Covid. Tale decisione ci preoccupa in quanto conferma il modus operandi di agire per tentativi rispondendo alle esigenze immediate e cogenti senza una strategia efficace e di lungo periodo”, hanno detto Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl Salerno, e Angelo Catalano, responsabile del coordinamento medici del presidio ospedaliero di Eboli.
Da settimane la Uil Fpl Salerno evidenzia la necessità che la sanità salernitana, per la vastità e l’eterogeneità del territorio, ha bisogno di una cabina di regia unica che tenga conto dell’intero sistema assistenziale e della diverse condizioni territoriali.
“Siamo venuti a conoscenza che nella giornata di oggi si terrà apposito incontro tecnico per assumere decisioni in merito alla attivazione del Covid Hospital presso il nosocomio di Eboli, con l’utilizzo di personale medico e sanitario distratto da altri reparti e quindi privo delle competenze specialistiche necessarie per i reparti di degenza Covid. Tale decisione ci preoccupa in quanto conferma il modus operandi di agire per tentativi rispondendo alle esigenze immediate e cogenti senza una strategia efficace e di lungo periodo”, hanno detto Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl Salerno, e Angelo Catalano, responsabile del coordinamento medici del presidio ospedaliero di Eboli.
Da settimane la Uil Fpl Salerno evidenzia la necessità che la sanità salernitana, per la vastità e l’eterogeneità del territorio, ha bisogno di una cabina di regia unica che tenga conto dell’intero sistema assistenziale e della diverse condizioni territoriali.
“Per quanto riguarda la decisione di utilizzare personale medico e sanitario non specialistico, in reparti specificatamente Covid 19 ciò appare altamente censurabile. Questo contribuirebbe ulteriormente a creare ulteriori focolai di contagio all’interno delle strutture ospedaliere, come purtroppo si sta riscontrando in questi ultimi giorni, rendendo vulnerabili i luoghi deputati a garantire sicurezza ed assistenza alle persone – hanno continuato Salvato e Catalano -. Decidere di far fronte all’emergenza Covid impegnando personale medico inquadrato in discipline non equipollenti od omogenee rispetto alla medicina interna o a quella di malattie infettive o di malattie dell’apparato respiratorio, e personale infermieristico e del Comparto, privo delle necessarie competenze, esperienze e spesso anche delle necessarie protezioni adeguate , condizioni necessarie a gestire una patologia così complessa come quella del Covid-19, metterebbe in grave pericolo non solo l’incolumità degli operatori ma in particolare quella dei pazienti stessi esponendo tale personale sanitario ad un ingiustificato aggravio del rischio professionale”.
Tale impostazione determinerà, secondo la Uil Fpl Salerno, un’ulteriore emergenza sanitaria legata non alla pandemia da Covid ma a quella determinata dalla sospensione delle altre attività sia mediche che chirurgiche presso le strutture pubbliche.
“E’ certamente condivisibile lo sforzo di reclutare nuovo personale medico e sanitario per fronteggiare tale emergenza, il sindacato lo chiede da tempo, ma ciò non può avvenire a carico dello stesso servizio sanitario, sospendendo ogni attività assistenziale nelle strutture ospedaliere pubbliche e nelle case di cura private con l’unica eccezione degli interventi di assoluta urgenza e non differibili. L’assenza di risposte alle normali richieste di assistenza determinerà che normali patologie si trasformino in aggravamenti a cui non si potrebbe neppure rispondere in tempo, visto il livello di saturazione delle strutture di accoglienza.
Esistono necessità che sono legate alla prevenzione e allo screening che se rinviate o non attenzionate determinano gravi rischi.
Non dobbiamo permettere che superata la pandemia si debba riscontrare una ulteriore graduatoria di decessi causati dalla mancanza di assistenza generica. Dobbiamo lavorare per garantire entrambi i livelli di assistenza nella sicurezza e nella tutela – hanno precisato i due sindacalisti -. Partendo da questa necessità, non dobbiamo dimenticare che per il personale medico il criterio dell’area e disciplina di appartenenza, definiti con l’accesso concorsuale, unitamente al contenuto dell’incarico dirigenziale, delineano il perimetro delle mansioni esigibili, per cui il professionista può e deve essere chiamato ad espletare tutte quelle funzioni sanitarie strettamente connesse ed equipollenti alla disciplina specialistica oggetto dell’incarico. Quindi, nell’assumere decisioni in tale senso occorre tener in debito conto quanto contrattualmente è consentito nonché del principio di appropriatezza e sicurezza delle cure sanitarie. Sulla vicenda dell’attivazione del Covid Hospital a Eboli, come Uil Fpl provinciale siamo consapevoli che è nostro dovere offrire sia la migliore assistenza possibile ai pazienti Covid-19. Questo presuppone formazione specifica, esperienza e disponibilità di adeguati presidi sanitari. Pensiamo che sia la migliore prevenzione della diffusione del contagio. Entrambe le esigenze sono imprescindibili, pur consapevoli che il rischio zero non esiste. L’esperienza recente ci ha dimostrato che la diffusione e l’espansione incontrollata del contagio, con conseguente impennata dei decessi, è stata in grande parte determinata dalla commistione di pazienti affetti da Covid-19 con quelli no-Covid all’interno delle stesse strutture. Facendo tesoro di queste esperienze, il ministero della Salute ha pubblicato, il 25 marzo scorso un documento di indirizzo in cui viene esplicitamente sollecitata la identificazione di “…strutture/stabilimenti dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19” e, al tempo stesso, strutture no-Covid da utilizzare “per contribuire ad attività necessarie, nonché per la riprogrammazione dell’attività assistenziale nei confronti di pazienti che non possono interrompere il percorso di cura”.
Secondo la Uil Fpl Salerno, l’ospedale di Eboli ha significative limitazioni infrastrutturali che possono inficiare l’irrinunciabile isolamento dei pazienti Covid-19 ad alta contagiosità. Anche ammettendo che la procedura organizzativa elaborata per minimizzare il contagio sia perfetta, è evidente che, in caso di ospedale ibrido, vi sarebbe comunque un alto rischio di diffusione del contagio, con conseguenze catastrofiche. “E’ l’infrastruttura che include in sé una limitazione oggettivamente insuperabile. La trasformazione dell’ospedale ebolitano in ospedale Covid-19 comprometterebbe inevitabilmente in modo significativo l’erogazione delle prestazioni sanitarie ad alta complessità offerte da molti anni ai pazienti che provengono da un ampio bacino territoriale. In particolare, nel nostro ospedale sono presenti Unità Operative strategiche che garantiscono livelli assistenziali di vitale importanza”, hanno concluso Salvato e Califano. “Le attività assistenziali in regime di ricovero ordinario, day-service, day-hospital e ambulatoriali, finora erogate dal presidio ospedaliero di Eboli, visto il vasto bacino d’utenza e le branche specialistiche presenti rappresentano un unicum per l’offerta di tutto il territorio salernitano, vedi Cardiologia, Emodinamica e Nefrologia, senza tralasciare tutte le altre branche. Occorre pertanto intervenire su un ulteriore potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche salernitane, già attive ed organizzate, mediante l’implementazione delle risorse professionali, tecnologiche e infrastrutturali. Ecco perché, come sindacato, esprimiamo la massima contrarietà alle ipotesi prospettate e diffidiamo Asl e Regione a valutare quanto esplicitato, per evitare che si assumano gravi decisioni che determinino ulteriori disagi alla nostra popolazione con l’assunzione di responsabilità non solo di ordine morale”.
Tale impostazione determinerà, secondo la Uil Fpl Salerno, un’ulteriore emergenza sanitaria legata non alla pandemia da Covid ma a quella determinata dalla sospensione delle altre attività sia mediche che chirurgiche presso le strutture pubbliche.
“E’ certamente condivisibile lo sforzo di reclutare nuovo personale medico e sanitario per fronteggiare tale emergenza, il sindacato lo chiede da tempo, ma ciò non può avvenire a carico dello stesso servizio sanitario, sospendendo ogni attività assistenziale nelle strutture ospedaliere pubbliche e nelle case di cura private con l’unica eccezione degli interventi di assoluta urgenza e non differibili. L’assenza di risposte alle normali richieste di assistenza determinerà che normali patologie si trasformino in aggravamenti a cui non si potrebbe neppure rispondere in tempo, visto il livello di saturazione delle strutture di accoglienza.
Esistono necessità che sono legate alla prevenzione e allo screening che se rinviate o non attenzionate determinano gravi rischi.
Non dobbiamo permettere che superata la pandemia si debba riscontrare una ulteriore graduatoria di decessi causati dalla mancanza di assistenza generica. Dobbiamo lavorare per garantire entrambi i livelli di assistenza nella sicurezza e nella tutela – hanno precisato i due sindacalisti -. Partendo da questa necessità, non dobbiamo dimenticare che per il personale medico il criterio dell’area e disciplina di appartenenza, definiti con l’accesso concorsuale, unitamente al contenuto dell’incarico dirigenziale, delineano il perimetro delle mansioni esigibili, per cui il professionista può e deve essere chiamato ad espletare tutte quelle funzioni sanitarie strettamente connesse ed equipollenti alla disciplina specialistica oggetto dell’incarico. Quindi, nell’assumere decisioni in tale senso occorre tener in debito conto quanto contrattualmente è consentito nonché del principio di appropriatezza e sicurezza delle cure sanitarie. Sulla vicenda dell’attivazione del Covid Hospital a Eboli, come Uil Fpl provinciale siamo consapevoli che è nostro dovere offrire sia la migliore assistenza possibile ai pazienti Covid-19. Questo presuppone formazione specifica, esperienza e disponibilità di adeguati presidi sanitari. Pensiamo che sia la migliore prevenzione della diffusione del contagio. Entrambe le esigenze sono imprescindibili, pur consapevoli che il rischio zero non esiste. L’esperienza recente ci ha dimostrato che la diffusione e l’espansione incontrollata del contagio, con conseguente impennata dei decessi, è stata in grande parte determinata dalla commistione di pazienti affetti da Covid-19 con quelli no-Covid all’interno delle stesse strutture. Facendo tesoro di queste esperienze, il ministero della Salute ha pubblicato, il 25 marzo scorso un documento di indirizzo in cui viene esplicitamente sollecitata la identificazione di “…strutture/stabilimenti dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid-19” e, al tempo stesso, strutture no-Covid da utilizzare “per contribuire ad attività necessarie, nonché per la riprogrammazione dell’attività assistenziale nei confronti di pazienti che non possono interrompere il percorso di cura”.
Secondo la Uil Fpl Salerno, l’ospedale di Eboli ha significative limitazioni infrastrutturali che possono inficiare l’irrinunciabile isolamento dei pazienti Covid-19 ad alta contagiosità. Anche ammettendo che la procedura organizzativa elaborata per minimizzare il contagio sia perfetta, è evidente che, in caso di ospedale ibrido, vi sarebbe comunque un alto rischio di diffusione del contagio, con conseguenze catastrofiche. “E’ l’infrastruttura che include in sé una limitazione oggettivamente insuperabile. La trasformazione dell’ospedale ebolitano in ospedale Covid-19 comprometterebbe inevitabilmente in modo significativo l’erogazione delle prestazioni sanitarie ad alta complessità offerte da molti anni ai pazienti che provengono da un ampio bacino territoriale. In particolare, nel nostro ospedale sono presenti Unità Operative strategiche che garantiscono livelli assistenziali di vitale importanza”, hanno concluso Salvato e Califano. “Le attività assistenziali in regime di ricovero ordinario, day-service, day-hospital e ambulatoriali, finora erogate dal presidio ospedaliero di Eboli, visto il vasto bacino d’utenza e le branche specialistiche presenti rappresentano un unicum per l’offerta di tutto il territorio salernitano, vedi Cardiologia, Emodinamica e Nefrologia, senza tralasciare tutte le altre branche. Occorre pertanto intervenire su un ulteriore potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche salernitane, già attive ed organizzate, mediante l’implementazione delle risorse professionali, tecnologiche e infrastrutturali. Ecco perché, come sindacato, esprimiamo la massima contrarietà alle ipotesi prospettate e diffidiamo Asl e Regione a valutare quanto esplicitato, per evitare che si assumano gravi decisioni che determinino ulteriori disagi alla nostra popolazione con l’assunzione di responsabilità non solo di ordine morale”.