Prestigiosi rappresentanti di rivoluzioni: medici Guevara e Levi, ingegnere Sorel
Giuffrida Farina
Nel corso di un temporale accade che impetuose correnti d’aria “strofinino” varie zone di una nube; è noto che frizionando più o meno energicamente una bacchetta di plastica o di vetro con un panno di lana, la bacchetta si elettrizza ed attira pezzettini di carta; analogamente, le nuvole (equiparabili al bastoncino di vetro o plastica) ”strofinate” da masse fluide di aria (equivalenti dunque al panno), si elettrizzano ovvero acquisiscono una carica elettrica, vi è da aggiungere che in un fulmine -una scarica elettrica- scorre una ben definita quantità di cariche elementari (elettroni).
Traslando il discorso elettrico su un piano sociale, motivazioni profonde fungono da perentorio stimolo innescante una fiammeggiante miccia eccitante i popoli martoriati, tormentati ed oppressi da regimi le cui essenze sono abusi e sopraffazioni; vengono pertanto ad indursi “eventi sociali temporaleschi” scatenanti le rivolte sociali, insurrezioni che devono condurre al percorso di una radicale trasformazione. Non diverso, sul piano concettuale, è il discorso inerente alle Rivoluzioni culturali: pittoriche, letterarie, scultorie…D’altronde il tema del conflitto tra classi sociali indigenti e potere, credo rappresenti singolo componente d’un esteso insieme costituito da diffuse, eterne dilacerazioni, pesantissimo carico/bagaglio della fragile condizione terrena. Relativamente alle discipline scientifiche: condizioni meccaniche (ad es. l’equilibrio di 2 forze,F1=F2);bilanci elettrici/termici (uguaglianza tra energia elettrica ed energia termica, es. della la stufa dove l’applicazione di corrente elettrica consente di ottenere calore) e via discorrendo, vengono sempre tradotti in termini matematici, tant’è che esistono opportune formule descriventi ogni specifico fenomeno della Fisica o particolare evento scientifico; insomma, la formula matematica è una relazione tra grandezze, che evita il proliferare di profonde elucubrazioni:(*) Velocità=una semplice divisione=Distanza (es. 100 Km) diviso Tempo (es. 4 ore), risultato =25 chilometri all’ora.
Se non esistesse la formula (*), necessiterebbe un lunghissimo periodo di “estese ponderazioni e notevoli meditazioni” per conoscere tale valore di velocità. In tema sociale, grandi disagi e infinite imposizioni verrebbero analogamente abbattute dalla scure della “presa di coscienza” da parte della popolazione, qualora tutti si rendessero conto che è in atto il tentativo d’imporre un nuovo modello sociale, impoverendo sempre più i deboli ed arricchendo sempre più i ricchi. Ma disagi e privazioni, analogamente a condizioni scientifiche tradotte in termini matematici, possono essere convertiti; inizialmente in grandi proteste, in seguito sfociabili in eventuali corollari d’attuazione di metodi diversi, qualora venissero vanificate le proprie sacrosante rivendicazioni. Fondamentale pensare a scenari post-covid, quando il massacro di piccole e medie imprese sarà pienamente attuato, ed esisteranno milioni di nuclei familiari italiani sui quali si scaglierà l’orrenda pietra spettrale della sopravvivenza: si potrebbe definire induzione ad una guerra civile, attesa la circostanza del non voler bloccare gelide attività speculative? Esistono predefinite e precise volontà di non fermare il proliferare di lucidi e freddi speculatori che stanno arricchendosi in termini iper esponenziali giocando sulla pelle e sulla vita delle persone?
Restando in tema di ribellioni e di sanguinose rivolte, tre miei grandi amori giovanili, quando mi attraevano formidabili autoritari personaggi, personalità medico/ingegneristiche che si muovevano in àmbiti diversi dai loro campi di studio, percorrendo sentieri di profondi rinnovamenti sociali: un ingegnere e due medici, triade artistica di autorità progressiste ed insurrezionali, attuanti differenti metodologie per far visualizzare al popolo baratri profondi, infondendo in esso la coscienza di tali baratri e il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo onde concretizzare le proprie aspirazioni. L’ingegnere Georges Sorel, i medici Guevara e Carlo Levi: istruirono ed esortarono il popolo al concetto di ”azione sincronica” coinvolgente tutti per raggiungere l’obiettivo della liberazione dalle catene dell’oppressione, sebbene i perentori agitatori di masse Sorel e Guevara mirassero allo sfociare in atti violenti tesi alla “rivoluzione nazionale”, mentre Levi attuò linee “morbide” di denuncia sociale e di mitizzazione.
Partiamo dallo scrittore e pittore italiano Carlo Levi (1902-1975).Laureato in Medicina, lasciò presto la professione per seguire l’itinerario della pittura e della letteratura. Due caratteristiche salienti della sua personalità umana ed artistica: la ferma opposizione alla retorica del fascismo, e la produzione ritrattistica assai ricca. Impressero un fondamentale influsso sulla sua formazione politica e culturale le dottrine antifasciste elaborate da Piero Gobetti; Levi collaborò alla rivista <<Rivoluzione liberale>> e fu tra i fondatori del movimento politico <<Giustizia e Libertà>>. Condannato e confinato 2 anni in Lucania (Grassano e Aliano,1935-36),si dedicò alla pittura e scrisse “Cristo si è fermato a Eboli” – i contadini di Grassano e Aliano ammettevano di non essere “cristiani”, nel senso di “uomini”- libro che riscosse grande successo.
Denunciava le secolari miserie del Sud, la plurisecolare refrattarietà alla partecipazione di eventi nazionali, lo sfruttamento dei contadini meridionali e delle classi umili del Mezzogiorno che inquadravano lo Stato quale entità lontanissima e nemica; il testo mitizzava la realtà contadina che subiva tale entità, alla stregua dell’analogo subire le avversità indotte da eventi naturali. Il “Sindacalismo rivoluzionario”: originale teoria ed associata etica intese a fornire interpretazione del sindacato: nuova organizzazione di lotta, strumento in grado di annientare la società capitalistica utilizzando l’arma dello sciopero generale; inoltre, forma embrionale di assetto della futura società; grande importanza veniva attribuita alla violenza, impronta che aveva segnato il fluire degli eventi storici e rappresentava strumento insopprimibile della guerra sociale. Queste idee venivano espresse dall’ingegnere scrittore francese Georges Sorel (1847;1922),in àmbito ingegneristico si occupava di ponti e di strade. Accostatosi al Marxismo, non la valutò “teoria scientifica” in quanto Marx non aveva formulato alcuna legge; uno dei requisiti della generica teoria scientifica è rappresentato da un legame sfociabile in relazione, in legge: Marx aveva esplicitato soltanto criteri generali e relativi, inerenti alla realtà sociale nella sua globalità.
L’aspetto singolare consisté nella duplice rivendicazione delle enunciazioni di Sorel, sia da parte della sinistra intellettuale che da parte della destra fascista: Mussolini dichiarò, poco tempo dopo la storicamente decisiva Marcia su Roma:” Sorel è l’intellettuale al quale devo di più”. Concludiamo con la mitica figura d’un uomo politico cubano di origine argentina, Ernesto Guevara, detto <<Che>> (1928;1967).Laureatosi in Medicina all’università di Buenos Aires, manifestò ben presto le sue capacità di condottiero di insurrezioni poi sfociate in rivoluzioni borghesi e nazionali: il guerrigliero impiantò il primo focolaio rivoluzionario a Cuba, nel 1956.Assunse l’incarico di guidare il movimento rivoltoso, incombenza ricevuta da Fidel Castro: una estesa sequenza di notevoli successi culminò nella conduzione d’una colonna dell’esercito ribelle alla presa dell’Avana, e nell’abbattimento del regime dittatoriale di Batista, era il gennaio del 1959. L’importante affermazione dischiuse l’acquisizione di una posizione di grande rilievo nel gruppo dirigente Castrista: divenne ministro dell’industria, il suo operato ispirò largamente la politica economica del neo regime che si era instaurato, ma l’aspetto più importante fu la elaborazione di una strategia rivoluzionaria continentale, attraverso sequenze di scritti nei quali esaltava l’elemento cardine ovvero la lotta armata.
Risonanza mondiale ebbe, nel 1964,l’arringa violenta contro l’imperialismo statunitense, nel corso di una Assemblea dell’ONU; l’anno seguente abbandonò Cuba, organizzò un movimento di guerriglia in Bolivia.1967. Nel corso del Messaggio alla Conferenza Tricontinentale (vi parteciparono delegazioni governative e non, in rappresentanza di 82 Paesi di Asia, Africa e America Latina) pronunciò l’autorevole e solenne parola d’ordine:<<Occorre creare due, tre, molti Vietnam>>.Sventurata fu la vicenda Boliviana:l’8 ottobre 1967 il suo nucleo guerrigliero venne distrutto dalle forze armate boliviane; Guevara, ferito, fu trasferito a Higueras ed ammazzato il giorno successivo. Il <<Che>> e Fidel Castro: prestigiose personalità, incarnanti un’epoca storica caratterizzata dalla Rivoluzione cubana, godenti d’una straordinaria popolarità soprattutto tra le masse giovanili anche europee.
Concludo con associate immagini:5 disegni ed un brano musicale, da me realizzati nel 1979;intendevo porre l’accento sulla “non partecipazione” alla neo vita, scaturente da eventi rivoluzionari, dei “prostituti” che si vendono ai regimi.