Roma: USAE non firmata Ipotesi Contratto collettivo nazionale quadro per definizione comparti ed aree per 2019-2021
Si è consumata ieri la prima parte della partita più complessa che riguarda i rinnovi contrattuali della nuova stagione negoziale, la composizione dei comparti di contrattazione collettiva per il triennio 2019-2021. Vengono confermanti, anche con riguardo all’assetto, i comparti Funzioni centrali, Istruzione e ricerca, Funzioni locali e Sanità. Rinviata invece, in attesa di definizione legislativa e comunque per non più di 90 giorni, la definizione della composizione dei contratti della dirigenza; ferma restando l’articolazione nelle quattro aree già definite dal precedente CCNQ, le parti hanno ritenuto opportuno proseguire il negoziato per la nuova composizione delle Aree.
USAE non ha sottoscritto l’accordo perché anche in questa riunione ha chiesto, inascoltata, il riconoscimento delle alte professionalità e di transitare tutte le professioni sanitarie direttamente nell’area della dirigenza (in una autonoma sezione della stessa area). Posizione simile della CIDA che non ha sottoscritto l’accordo a causa del mancato riconoscimento delle alte professionalità (al di fuori della sanità), con apposita collocazione nella dirigenza. Hanno invece sottoscritto l’accordo CGIL, CISL, UIL, CODIRP, USB, CSE, CGS, CONFSAL, CISAL e COSMED che ha espresso riserve per quanto riguarda la collocazione della Dirigenza PTA del Servizio Sanitario Nazionale, decisione che è stata rinviata. L’accordo raggiunto permette, quindi, non appena ci saranno gli atti di indirizzo, di avviare le trattative contrattuali 2019-2021.
Durissimo il commento del Segretario generale FSI-USAE, Adamo Bonazzi, che ha dichiarato: “Sono amareggiato ma non stupito. Conoscevamo la posizione della triplice ma ci amareggia il tradimento degli operatori che si è perpetrato con il voltafaccia delle cosiddette organizzazioni di categoria: Nursind, Nursing Up e Fials (insieme alla triplice) hanno messo una pietra tombale sulle aspirazioni delle professioni sanitarie dopo aver a lungo gridato nelle piazze e sui social “vogliamo gli infermieri fuori dal comparto”; oggi, invece, hanno detto “per noi va bene così” (che tradotto significa: gli infermieri e le altre professioni sanitarie debbono rimanere dove sono, nel comparto) e hanno sottoscritto l’accordo. Con la firma di questo Ccnq le Professioni Sanitarie possono quindi dire addio al riconoscimento del ruolo e dello status professionale ma anche ad aumenti significativi e ad ogni aspirazione di carriera. Con questo accordo nel Ccnl ci saranno solo spiccioli e nessuna revisione della classificazione. Noi non ci arrendiamo, FSI-USAE continuerà a a sostenere che a fronte di una progressiva e robusta crescita culturale e professionale non c’è stato adeguato riscontro nella classificazione contrattuale per le 22 professioni sanitarie. La sanità ha delle specificità che non esistono in nessun altro settore: negli altri comparti si trattano delle pratiche qui si curano ed assistono delle persone, ma questo, evidentemente, conta poco e la pandemia non ha insegnato nulla.”