Proverbi Africani: il saper vivere in quanto tale

Padre Oliviero Ferro  

Una buona educazione, la delicatezza nelle parole e negli atteggiamenti, il rispetto di ogni persona, degli usi e dei costumi che caratterizzano la nobiltà di un uomo: tutti questi elementi e tanti altri che fanno parte del codice del saper-vivere sono altissimi valori etico-sociali raccomandati dalla sapienza africana. L’etica della vita definisce i contenuti del saper vivere e alcune modalità per acquisirlo. E ora andiamo ai proverbi. “Alzare gli occhi non è salutare” (Hutu, Rwanda). (l’educazione africana insegna che il SALUTO è la prima e più spontanea manifestazione della generosità, della solidarietà e del rispetto che si ha verso una persona o un gruppo di persone. Infatti, da una etnia ad un’altra, il saluto riveste vari codici di comportamento. In ogni caso, bisogna saper che il comportamento obbligato della morale tradizionale sia per le parole sia per i gesti, è l’espressione di una gioiosa accoglienza degli ospiti, di un profondo augurio di vitalità verso le persone salutate.

E se si tratta di qualcuno di una classe superiore, il saluto va fatto con dovuto gesto simbolico, di rispetto, di venerazione del ruolo che riveste tale personalità. Non si saluta il re, l’imperatore, il capotribù, la persona più adulta, il giovane…nello stesso modo. Occorre seguire i gesti e i segni che l’educazione offre per ognuna di queste particolari situazioni). Naturalmente non bisogna eccedere nei saluti, ma bisogna saper cosa fare. “Volendo troppo salutare, saluterai una collina che si rovescerà su di te” (Abbey, Costa d’Avorio).

Uno che si credo troppo educato, cioè un superbo, dovrebbe avere più umiltà, conoscendo quali devono essere i propri atteggiamenti. “Colui che si compiace della propria chiara pelle, non si lava le mani” (Tutsi, Rwanda). Non si parla mai con la bocca piena(!). “Se hai il cibo in bocca, non puoi fischiare” (Bassar, Togo). Se il figlio è ben educato, sarà stimato da tutti. “Un figlio salato al punto giusto è un figlio di tutto il paese” (Toucouleur, Senegal). Al contrario, “Se un giovane è maleducato, è la disgrazia che lo divorerà” (Toucouleur, Senegal). Per condurre bene gli affari, ci vuole tatto, delicatezza, educazione e diplomazia. “Informa il cesto che poi trasmetterà ai fagioli” (Basonge, Congo RDC). Questo è un consiglio speciale. “Quando si mette la pentola sul fuoco, Kasonga non se ne va, quando arriva l’ora di andare a tavola, allora Kasonga saluta per andare via” (Basonge, Congo RDC).

(Si sconsiglia di farsi invitare a pranzo o a cena in una famiglia. Tuttavia, nel contesto di un altruismo a caratteri spontanei, la solidarietà richiede nel caso specifico di coincidenza con l’orario, di partecipare alla comunione di tavola in modo gioiosamente spontaneo. Tale comportamento, pur inopportuno, rende felici le persone ospitanti. Il contrario crea disagio).  Quando qualcuno arriva proprio alla fine del pranzo o della cena, si dice “Sei arrivato dopo la morte della luna” (Hutu, Burundi). Interessante e utile. Quando lasci un paese, un quartiere, non devi rovinare le relazioni costruite. Perché gli imprevisti e le vicende della vita umana potranno riportarti in quei luoghi. E avrai di nuovo bisogno di qualche cosa o di qualcuno che avevi lasciato. “Quando emigri da un villaggio, non tagliare tutte le piante del tuo campo” (Baluba, Congo RDC).  Quando sono andato a salutare il capo di una grande tribù, mi è stato detto di togliere il cappello, entrando nel “castello” del capo, perché solo lui lo può portare. “Quando vai via, saluta la gente, e al ritorno, sarai di nuovo accolto” (Bassar, Togo).