Salerno: Memoria in Movimento su arresto Troccoli
L’arresto di Jorge Nestor Troccoli a Battipaglia, ex membro dell’intelligence uruguayana, è un fatto importante ma che purtroppo non ha avuto il risalto adeguato e che avrebbe meritato.
Incominciamo a dire che l’arresto è stato eseguito perchè lo scorso 9 luglio la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per lui e altri 12 coimputati militari Uruguayani, di 3 peruviani e di 7 cileni.
L’avvocato Arturo Salerni, ha dichiarato “è una pronuncia importante che chiude un percorso di verità e giustizia avviato molti anni fa. La giustizia italiana ha scritto una pagina importante nella battaglia per la condanna dei crimini contro l’umanità e per la tutela dei diritti umani. Si è compiuto un percorso di approfondimento di ciò che è avvenuto in America Latina in quegli anni. I familiari delle vittime attendevano giustizia e – conclude – il fatto che sia arrivata dal nostro Paese è un passaggio importante che ha una valenza storica“ (Il Fatto Quotidiano online del 9/7/2021) .
NON E’ UN CASO che Troccoli fosse nel salernitano da tanto tempo. Evidentemente certe “reti” di solidarietà funzionano ancora.
Quello che si sottovaluta è cosa era e cosa ha significato “l’operazione Condor”.
In sostanza era un sodalizio di milizie, composte per lo più da militari e servizi segreti foraggiati da una sorta di “coordinamento” delle dittature fasciste del sud America (alla faccia di chi si ostina a dire che il fascismo non esiste più, e che bisogna dimenticare il passato e altre amenità del genere e che abbiamo sentito dire e sorbirci ancora una volta di nuovo pochi giorni fa), che tra loro si “supportavano” per eliminare gli oppositori politici (tra cui alcuni cittadini italiani che vivevano li) e che avevano il supporto pieno dell’amministrazione americana e dalla Cia in modo particolare. Operarono soprattutto in Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay e Uruguay.
Diversi fascisti italiani implicati nella lunga stagione della “Strategia della tensione” (Piazza Fontana 12 dicembre, piazza della Loggia, Italicus e tantissimi altro ancora ) che fuggirono in sud America ebbero ANCHE da quel circuito e da quelle dittature appoggi e sostegni.
Tutto ciò dimostra che il nostro territorio ancora oggi è un luogo “privilegiato”. L’attenzione e la tensione antifascista non può essere attenuata.
Il mondo dell’associazionismo democratico e le forze politiche antifasciste devono riprendere e ricostruire una attenta “vigilanza democratica” partendo anche dal fatto che “certe passeggiate” con i loro rituali noti che ogni anno a luglio assistiamo nella nostra città non possono essere più tollerati.
Angelo Orientale