Salerno: suicidio in carcere a Fuorni, opposizione comunale Barone “Fallimentari politiche sociali”
Il suicidio in carcere a Fuorni, del ventinovenne albanese a Capodanno, stigmatizza i tanti problemi degl’istituti penitenziari, tra cui quello del sovraffollamento. A riguardo è intervenuta la leader dell’opposizione comunale, Elisabetta Barone: “Quello che è terribile è il fatto che una parte di coloro che sono in Casa circondariale non dovrebbero essere in tale luogo, come asserisce anche la direttrice. Quando sono stata in visita a tale luogo, la direttrice era sdegnata contro l’amministrazione comunale, alla quale imputava di non aver messo in campo adeguate misure di politica sociale. A suo parere molti dei detenuti non arriverebbero in carcere se i servizi sociali funzionassero adeguatamente. In realtà manca un Piano organico di prevenzione e le fasce marginali sono abbandonate al loro destino, che trova nel carcere il luogo che sancisce definitivamente il loro essere esclusi da sempre e per sempre dalla comunità. Molte vite sono segnate fin dalla prima infanzia, altre dall’adolescenza. Manca un’azione politica volta a prevenire il disagio ed a favorire l’integrazione. Sentendo appieno la sofferenza di tanti, porrò la questione in commissione politiche sociali. Le carceri affollate sono il segno del fallimento delle politiche sociali, che non sono in grado di prevenire la ‘soluzione finale’. Consideriamo anche che alcuni suicidi in realtà sono omicidi mascherati da suicidio. In ogni caso c’è stata ieri una giovane vita che si è spenta e questo pesa come monito per ciascuno di noi.
Come passare dallo sperare all’essere speranza? Con un gesto di volontà attraverso il quale mettere in campo un’azione in cui siamo disposti a perdere qualcosa. In questo senso il digiuno può essere materiale ma anche immateriale, sempre metafora di un perdere qualcosa di sé per guadagnare per altri”.