La bellezza della montagna
Negli ultimi anni il numero di coloro che si avvicina alla montagna è in crescita costante e ragguardevole. Da cosa nasce questo “ritorno ai monti”?
Il discorso montagna fino a una decina di anni fa sembrava limitato esclusivamente allo sci, ma il numero di appassionati dei campi di neve salito a un tetto sorprendente presenta problemi non solo di sovraffollamento delle piste ma anche di interminabili code in macchina e in più cosa non secondaria del costo degli impianti.
Ecco allora che nella ricerca del gioco e dell’avventura vi è uno sbocco per chi non vuole sentirsi soffocato nella confusione che è rappresentato in montagna non solo nella pratica dello sci, ma anche e soprattutto nell’escursionismo, nello scialpinismo, nell’alpinismo.
Praticare queste attività significa riscoprire un mondo esterno e interno che pareva irrimediabilmente perduto senza insistere più di tanto sui soliti luoghi comuni del contatto con la natura, della libertà degli spazi…
Quello di cui a me interessa parlare oggi è l’escursionismo.
L’escursionismo permette di conoscere a fondo il mondo della media e dell’alta montagna senza correre rischi di sorta, nella assoluta libertà di agire nel rispetto di un mondo naturale che richiede, da parte di chi lo avvicina, sensibilità e spirito di osservazione.
Alcune aree sembrano sprigionare una luccichio speciale di felicità da cui le persone sono attratte.
Mi viene da pensare così, spontaneamente, senza incertezze o dubbio alcuno: sono sicuro che dietro agli alberi si nascondono gnomi impertinenti, che gli animali possono parlare e che i ruscelli sono popolati da fantastiche creature acquatiche.
Questo perché la montagna è un luogo puro, autentico, ancestrale, in essa è insita una potente energia ispiratrice. Nessuna cosa può liberare creatività e fantasia come l’essere in mezzo alla natura più incontaminata e sublime, ai profumi di bosco e terra bagnata, ai sentieri che si perdono sempre più su tra i profili appuntiti delle vette sovrastanti.
Niente è capace di spazzare via i pensieri pesanti e negativi come l’aria pura e fresca che si respira in questi luoghi, o di sollevare tormenti o angosce che si hanno sul cuore e renderli più leggeri.
Si ritorna fatalmente bambini. Il fanciullino che è in noi si sente a casa e diventa libero di esprimersi senza compromessi.
in montagna si è più se stessi che mai, non c’è tempo di essere qualcun altro.
Ci si toglie ogni maschera, ogni status sociale, ogni etichetta e si va, liberi di misurarsi coi propri limiti, liberi di sognare e di riempirsi occhi e cuore di meraviglia.
In questa dimensione si impara anche il rispetto: per la natura, per gli animali, per gli esseri umani, per la vita e piccole cose, quelle di cui solitamente non ci accorgiamo, diventano importanti: la roccia che dà riparo quando il vento soffia forte, il movimento delle nuvole, la coordinazione tra passi e respiro.
E, ancora, il rifugio che ci accoglie e ci permette di asciugare i vestiti fradici, la vaporosa coda di scoiattolo che cerchiamo di non perdere d’occhio tra i rami, il saluto e il sorriso di uno sconosciuto che incontri sul sentiero, capace di rincuorarti e darti energia quando stai per mollare (e non sai che la cima è a due passi, proprio dietro quell’ultima roccia lì in alto). Attenzione però: la montagna esige il massimo e non transige.
Così come ti accoglie e ti protegge, è capace in un attimo di distruggerti se non entri in sintonia con lei. Devi essere forte e paziente, devi imparare a capirla, a interpretare i suoi segnali ascoltandola profondamente, senza fretta.
Solo così lei si aprirà a te, e ti regalerà esperienze uniche, meravigliose, che ti arricchiranno la vita: come mangiare un panino in bilico su un sasso sotto una croce guardando il mondo dall’alto o nutrire un pettirosso direttamente dalla tua mano.
Non esagero quando dico che grazie alla montagna ho conosciuto veramente me stesso, perso nelle trame dei suoi sentieri, nei boschi e nei suoi scenari lunari, e così come ho fatto il punto su dove stavo andando e ho corretto la rotta allo stesso modo ho fatto luce su alcuni angoli bui della mia mente, ho superato tanti di quelli che consideravo limiti
invalicabili, ho ristabilito le mie priorità liberandomi da gabbie e costrizioni.
Con uno zaino, un paio di scarponcini, una cima da conquistare , sei suo per sempre.
E quelli che vivono in montagna? Si scoprirà anche che quelli che vivono in montagna parlano anche se non sono famosi per essere tipi prolissi. E mica parlavano solo di stufato, di margherite o di funghi. Li ho sentiti parlare di libri, di racconti, di storie straordinarie ma semplici, di roba bella, insomma. Non ci credereste mai ma io li ho ascoltati con le mie
orecchie.
E parlano per farsi capire da tutti, i montanari ora non vestono più quei gilet dai terrificanti riccioli bianchi da pecora d’altura ma eleganti maglioni Ralph Lauren e, cosa meravigliosa allo stesso tempo sono capaci di ballare coi lupi e parlare agli orsi.
Ecco che per tutte le cose dette bisogna tornare o ritornare in montagna.
C’è un pensiero bellissimo che ho letto qualche tempo fa e che esprime perfettamente tutto quello che ho cercato di dire, sono parole bellissime e dense di significato, scritte da Valeria Tonella. Le voglio riportare qui, come epilogo : “Chiedimi perché vado in montagna. Chiedimi perché, quando il resto mi sta stretto, l’unica via è il sentiero.
Chiedimelo. Perché?
Perché in montagna non puoi sprecare fiato per parole inutili. Lo devi conservare per arrivare in cima, e il resto è silenzio o parole gentili.
Perché l’unico peso è lo zaino. Non c’è peso per il cuore.
Perché tutti, se lo desiderano, possono arrivare in cima. Solo un passo dietro l’altro.
Perché incroci persone che trovano ancora un momento per salutarti.
Perché non ci sono orpelli: ci sei tu e c’è il tuo corpo, che devi custodire e curare, se vuoi avere le forze. C’è il cielo con i suoi umori.
Non si scherza con la pioggia, il vento, la neve o la notte.
Devi fare molta attenzione, e tornare a quello stadio primitivo in cui la natura e i suoi movimenti erano parte della tua vita, parte integrante del tuo quotidiano.
Non puoi snobbare la natura, in montagna: ti tira per la manica, ti chiede di guardarla, di studiarla, di esserle presente.
In montagna puoi e devi essere presente a te stesso, senza distrazioni.”
Vittorio Costabile
Socio Irnotrek
Accompagnatore escursionistico FIE