1968: “storia” del…ritratto in prima pagina del premier Giovanni Leone

1968: “storia” del…ritratto in prima pagina del premier Giovanni Leone

Arnaldo Amabile

(Sarebbe diventato Presidente della Repubblica dal 24 dicembre 1971, ma si dimise il 15 giugno  1978)
Quando il direttore di  GIORNALE SUD, settimanale politico economico di cui ero collaboratore, mi chiese un “ritrattino” (da pubblicare in prima pagina) del senatore Giovanni Leone, presidente del Consiglio  dei ministri, che avrebbe celebrato, domenica 29 settembre 1968, il 25° anniversario di Salerno prima Capitale dell’Italia libera, mi misi subito al lavoro anche perché il settimanale  era già tutto impaginato con le colonne di piombo “sfornate” dalla linotype.

Disegnai la sera e nella mattinata successiva portai il ‘ritrattino’ in tipografia per  la realizzazione del cliché da inserire nello spazio ad hoc. Peraltro il direttore, Ugo Abundo ex redattore del TEMPO di Roma, avrebbe visto il disegno a pubblicazione avvenuta.

Tuttavia, quando l’incontrai il giorno dopo, mi fece notare che avevo fatto una caricatura invece del ritratto. E allora per salvarmi in angolo risposi che il volto del presidente Leone, con tutto il rispetto era al tempo stesso ritratto e caricatura,  caricatura e ritratto…

Molto ricca la carta d’identità politica di Giovanni Leone 
Laureatosi in giurisprudenza a 21 anni nel 1929  e in scienze  politiche un anno dopo, intraprese presto e con successo la  carriera di docente universitario. Entrato in politica, dal 1948 fu deputato fino alla nomina (27 agosto 1967) di senatore a vita ad opera del presidente della Repubblica  Giuseppe Saragat.
Presidente della Camera dei Deputati dal 1955 fino al 23 giugno 1963 per il sopravvenuto incarico di presidente del Consiglio:  primo dei due governi “balneari” (l’altro, pure monocolore democristiano, sarà nel 1968).
Eletto presidente della Repubblica il 24 dicembre 1971, dal 1975 Leone subì attacchi dal Partito Radicale di Marco Pannella e da L’Espresso, che lo avrebbero portato alle dimissioni il 15 giugno 1978.
Dal punto di vista satirico di Giovanni Leone  resta la sua spiccata e accentuata (nel senso di accento partenopeo) napoletanità e l’oratoria fluentissima che mandava in crisi i malcapitati stenografi. Ecco un esempio del velocissimo eloquio di Leone, quand’ era presidente della Camera:  (“…non essendo stato raggiunto il quorum previsto dalla Costituzione…”).
Anche buontempone con notevole carica umoristica, per esempio quando (1975), contestato a Pisa dagli studenti  universitari,  fece le corna dicendo: “so’ fetienti”…