Salerno: consigliere comunale Lambiase “In 2 anni nulla di fatto su Sanità, scuole e trasporti, dimissioni Presidente De Luca”
“La Campania è vittima da sette anni della propaganda di Vincenzo De Luca, utile solo a nasconderne l’immobilismo e la sua incapacità di governare la Regione, raccogliere consenso elettorale e creare nei cittadini un falso e talvolta dannoso senso di sicurezza, illudendoli.
In questo lasso di tempo ci siamo tutti trovati alle prese con la pandemia da Covid-19, un virus inizialmente contrastabile solo attraverso quarantene e limitazioni personali perché nuovo e sconosciuto.
Da allora sono passati ben due anni, il virus è stato studiato, la scienza medica ci ha fornito i vaccini e le informazioni necessarie per individuare le decisioni politiche da adottare per limitare il diffondersi dei contagi.
In questi due anni in Campania non si è fatto nulla a riguardo. Lo “sceriffo” ha preferito racimolare popolarità con simpatici siparietti diventati celebri come “i lanciafiamme contro chi fa festa” e “i cinghialotti che fanno attività fisica”, anziché mettere realmente al sicuro i cittadini ed adeguare una istituzione importante per il presente e il futuro dei nostri figli come la scuola.
Non sono stati fatti investimenti per aumentare le corse del trasporto pubblico così da distribuire in maniera adeguata i pendolari ed evitare assembramenti.
Così, dopo ben due anni, i nostri figli, in particolare gli studenti e tutti pendolari, si ritrovano ancora puntualmente ammassati sugli autobus nelle ore di punta come sardine.
Tutto questo fa sì che ogni volta che i contagi aumentano, in Campania si vada nella direzione di nuove chiusure e restrizioni per i cittadini, creando così problemi alle famiglie ed in particolar modo ai giovani e giovanissimi studenti, penalizzati gravemente dalla didattica a distanza.
Con l’ultima ordinanza, poi sospesa, sono emerse tutte le gravi criticità della gestione De Luca, il quale, ricordiamolo, oltre ad essere il Presidente di Regione è anche Commissario alla Sanità della Campania.
Il TAR, organo certamente non politico, ha evidenziato come “le rappresentate difficoltà del sistema sanitario regionale, lungi dal giustificare l’adozione della misura sospensiva, dimostrano piuttosto la carente previsione di adeguate misure preordinate a scongiurare il rischio, ampiamente prevedibile, di “collasso” anche sul sistema dei trasporti; con la conseguente confermata impossibilità di qualificare “contingibile” – cioè dovuto a un fatto accaduto imprevedibilmente – una misura dichiaratamente volta ad evitare un pericolo ampiamente prevedibile solo a voler considerare il recente passato”.
Come se non bastasse, a sottolineare come ci troviamo di fronte all’ennesima improvvisazione, c’è ancora un evidente tentativo di fare qualcosa pur non sapendo realmente cosa fare, sempre a fini propagandistici, vista la mancanza di dati a supporto delle decisioni intraprese.
Infatti citando sempre l’ordinanza, vediamo come ”neppure risulta che la regione Campania sia classificata tra le “zone rosse” e dunque nella fascia di maggior rischio pandemico e che il solo dato dell’aumento dei contagi nel territorio regionale, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica (nei confronti della quale, peraltro, come detto operano le vigenti disposizioni precauzionali in caso di accertata o sospetta positività) e peraltro neppure certo (posto che se ne lamenta al contrario l’incertezza derivante dall’incompleto tracciamento) e la sola mera possibilità dell’insorgenza di “gravi rischi”, predicata in termini di eventualità, non radicano (né radicherebbero) per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria, che, in astratto, potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale, a tacer d’altro perché già considerati, e ampiamente, dal legislatore nazionale. Non risulta peraltro alcun “focolaio” né alcun rischio specificamente riferito alla popolazione scolastica, generalmente intesa”.
Dopo due anni dall’inizio della pandemia non è accettabile che ci si ritrovi esattamente al punto di partenza. Non si può pensare di recare ulteriore danno ai cittadini campani con nuove restrizioni solo perché, anche avendone il potere, in tutto questo tempo si è preferito non fare nulla e, di fatti, nulla è stato fatto.
Già solo per questo motivo, Vincenzo De Luca dovrebbe rassegnare le dimissioni. La Campania deve ripartire, perché ad oggi è in grave ritardo e non c’è più tempo. Mai più ultimi.”
In questo lasso di tempo ci siamo tutti trovati alle prese con la pandemia da Covid-19, un virus inizialmente contrastabile solo attraverso quarantene e limitazioni personali perché nuovo e sconosciuto.
Da allora sono passati ben due anni, il virus è stato studiato, la scienza medica ci ha fornito i vaccini e le informazioni necessarie per individuare le decisioni politiche da adottare per limitare il diffondersi dei contagi.
In questi due anni in Campania non si è fatto nulla a riguardo. Lo “sceriffo” ha preferito racimolare popolarità con simpatici siparietti diventati celebri come “i lanciafiamme contro chi fa festa” e “i cinghialotti che fanno attività fisica”, anziché mettere realmente al sicuro i cittadini ed adeguare una istituzione importante per il presente e il futuro dei nostri figli come la scuola.
Non sono stati fatti investimenti per aumentare le corse del trasporto pubblico così da distribuire in maniera adeguata i pendolari ed evitare assembramenti.
Così, dopo ben due anni, i nostri figli, in particolare gli studenti e tutti pendolari, si ritrovano ancora puntualmente ammassati sugli autobus nelle ore di punta come sardine.
Tutto questo fa sì che ogni volta che i contagi aumentano, in Campania si vada nella direzione di nuove chiusure e restrizioni per i cittadini, creando così problemi alle famiglie ed in particolar modo ai giovani e giovanissimi studenti, penalizzati gravemente dalla didattica a distanza.
Con l’ultima ordinanza, poi sospesa, sono emerse tutte le gravi criticità della gestione De Luca, il quale, ricordiamolo, oltre ad essere il Presidente di Regione è anche Commissario alla Sanità della Campania.
Il TAR, organo certamente non politico, ha evidenziato come “le rappresentate difficoltà del sistema sanitario regionale, lungi dal giustificare l’adozione della misura sospensiva, dimostrano piuttosto la carente previsione di adeguate misure preordinate a scongiurare il rischio, ampiamente prevedibile, di “collasso” anche sul sistema dei trasporti; con la conseguente confermata impossibilità di qualificare “contingibile” – cioè dovuto a un fatto accaduto imprevedibilmente – una misura dichiaratamente volta ad evitare un pericolo ampiamente prevedibile solo a voler considerare il recente passato”.
Come se non bastasse, a sottolineare come ci troviamo di fronte all’ennesima improvvisazione, c’è ancora un evidente tentativo di fare qualcosa pur non sapendo realmente cosa fare, sempre a fini propagandistici, vista la mancanza di dati a supporto delle decisioni intraprese.
Infatti citando sempre l’ordinanza, vediamo come ”neppure risulta che la regione Campania sia classificata tra le “zone rosse” e dunque nella fascia di maggior rischio pandemico e che il solo dato dell’aumento dei contagi nel territorio regionale, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica (nei confronti della quale, peraltro, come detto operano le vigenti disposizioni precauzionali in caso di accertata o sospetta positività) e peraltro neppure certo (posto che se ne lamenta al contrario l’incertezza derivante dall’incompleto tracciamento) e la sola mera possibilità dell’insorgenza di “gravi rischi”, predicata in termini di eventualità, non radicano (né radicherebbero) per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria, che, in astratto, potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale, a tacer d’altro perché già considerati, e ampiamente, dal legislatore nazionale. Non risulta peraltro alcun “focolaio” né alcun rischio specificamente riferito alla popolazione scolastica, generalmente intesa”.
Dopo due anni dall’inizio della pandemia non è accettabile che ci si ritrovi esattamente al punto di partenza. Non si può pensare di recare ulteriore danno ai cittadini campani con nuove restrizioni solo perché, anche avendone il potere, in tutto questo tempo si è preferito non fare nulla e, di fatti, nulla è stato fatto.
Già solo per questo motivo, Vincenzo De Luca dovrebbe rassegnare le dimissioni. La Campania deve ripartire, perché ad oggi è in grave ritardo e non c’è più tempo. Mai più ultimi.”