Omelia inedita di padre Arturo d’Onofrio sugli Angeli
don Marcello Stanzione
Il servo di Dio Arturo Michele D’Onofrio, in cui è in corso il processo di beatificazione, nacque l’8 agosto 1914, da Luigi e Chiara Fusco, a Visciano (NA). Dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta il 12 marzo 1938 a Tortona, padre Arturo si reca a Visciano (NA), suo paese di origine, per celebrare la prima messa. Dopo la prima messa nel suo paese natale tornò a Tortona, ma il pensiero era sempre rivolto ai giovani bisognosi. La sua missione ebbe inizio durante la seconda guerra mondiale quando nel natale 1943 portò nella sua casa paterna un bambino orfano di guerra dando origine a quella che chiamò: Piccola Opera della Redenzione. Pochi anni dopo sorgevano in vari paesi della Campania altri Istituti che accoglievano i più bisognosi. Per questo, nel 1948 fondò le Piccole Apostole della Redenzione e nel 1953 i Missionari della Divina Redenzione. Morì il 3 novembre 2006. Padre Arturo consacra la sua prima casa di accoglienza dei bambini poveri agli angeli custodi. Già da seminarista nei suoi diari ci sono vari riferimenti ai santi angeli e scriveva che l’arcangelo Michele era il suo speciale protettore e l’8 maggio 1934, scrisse riguardo al Principe degli angeli: “vi offro e vi consacro interamente e senza alcuna riserva il mio povero cuore”. Ricordiamo che il secondo nome di battesimo di Padre Arturo era Michele ed uno dei suoi due fratelli si chiamava Angelo e quindi è probabile che nella sua famiglia di origine ci fosse una certa sensibilità devozionale verso il mondo angelico. Padre D’Onofrio pose la congregazione dei Missionari della Divina Redenzione sotto la speciale protezione di san Michele e degli angeli custodi, a questo riguardo è interessante notare che in Italia diverse parrocchie rette pastoralmente dalla sua congregazione sono intitolate a san Michele. A Visciano nella cappella intitolata agli angeli custodi nella casa generalizia delle sue suore Piccole Apostole della Redenzione nel 1968 fece la sua prima professione religiosa. Nel suo scritto “Maestro. La tua missione. I tuoi doveri. La tua virtù.”, dedica un intero capitolo alla missione degli angeli custodi e come essi debbano essere imitati dagli educatori cristiani. Tramite il Padre Vito Terrin ho avuto una omelia inedita di Padre D’onofrio del 2 ottobre 1992 fatti ai novizi della congregazione da lui fondata che il padre Terrin ha sbobbinato da una registrazione fatta di nascosto perché per umiltà Padre Arturo non voleva che si registrassero le sue prediche. Ecco il testo che conserva la freschezza di una omelia tenuta a braccio: “Vedete oggi è la festa di Santi angeli custodi, voi poi mi consentite di dire una cosa? Se poi io vi parlo, sono contento di sentire la vostra reazione a ciò che vi dico. Ci sono degli amici che sono così vicino a noi, tanto intimamente uniti, spesse volte durante tutta la giornata, che forse non ce ne accorgiamo, non ci facciamo caso. Non lo so se questo vi capita a qualcuno, o capita a molti, o capita a tutti, avere il Signore vicino a noi, quante volte pensiamo alla presenza dell’angelo custode? Oggi, quest’oggi, no in generale. non dico, ieri, l’altro ieri, ma sempre, ricordarsi non soltanto quando diciamo la preghiera dell’angelo custode magari per abitudine, e poi arrivederci. Io ho pregato e sto a posto… Invece ogni tanto bisogna ricordarsi di invocare l’angelo custode, magari in qualche difficoltà, qualche tentazione o necessità. Dice San Bernardo di essere coscienti di tenerli sempre vicino a noi, per correggerci, e quindi avere una riverenza per la loro presenza, (se sono cosciente della sua presenza, magari sto più attento al mio agire, al mio parlare…) devozione con devozione, per rispetto, con fiducia, tenerli presenti con riverenza. Se noi pensassimo più spesso all’angelo custode, non cadremmo in cose cattive, quanti atteggiamenti inconsulti non faremmo, o quante cose inconsulte non faremmo! Perché siccome non si vede giacché fa parte degli esseri invisibili. È per voi una vera devozione cercare di avere una riverenza una benevolenza, ricordando che noi siamo stati affidati a questo angelo, e che egli non ci abbandona mai. Allora diventa veramente importante quando c’è qualche momento difficile, quando c’è magari qualche tentazione, quando forse voi dovete affrontare qualche ostacolo difficile, invochiamo l’angelo custode, “svegliamolo se dorme”, no oggi, domani, ma sempre. Dice qui giustamente San Bernardo: “Essi sono presenti a te, sono presenti con te, sono presenti per te”. Sembra un giochetto di parole; sono presenti in te, sono presenti con te, sono presenti per te. Presenti per proteggerci, sono presenti per aiutarci. Allora vedete quante volte noi questa presenza la dimentichiamo. Se fossimo presenti noi all’angelo custode, invece senza di lui a noi dobbiamo aspettare ……… potremmo veramente ottenere tante grazie di cui veramente abbiamo bisogno, grazie di amore, di fedeltà. Ricordiamoci di questo. Avere viva questa presenza, invocarla ed essere attenti alle sue ispirazioni. Quante arrivano le sue ispirazioni, ma noi distratti o magari senza fede, le lasciamo cadere; perché pensiamo ad altre cose e non pensiamo all’angelo custode. Avere viva questa presenza invocarla ed essere attenti alle sue ispirazioni. Quante ispirazioni! ….. Al nostro angelo custode, il compito di svegliarci quando dormiamo, a volte di tirarci gli orecchi quando stiamo facendo qualcosa di non buono. Quando facciamo un pensiero… o un qualche cosa che non va, e di poterci anche magari illuminare come un dono, come con la gioia e con un senso di profonda convinzione”.