San Tommaso d’Aquino
Maria Amendola
San Tommaso d’Aquino (1224 circa-1274) è stato uno più importanti teologi e filosofi del Medioevo, la chiesa cattolica lo ricorda il 28 gennaio. Fu membro della nobile famiglia del ramo cadetto dei d’Aquino, era figlio del conte Landolfo (Giustiziere di Terra di Lavoro, prestava i suoi servigi al suo lontano parente Federico II) e di Donna Teodora Galluccio del ramo collaterale di Teano del casato dei Caracciolo. I genitori erano in contrasto tra di loro per quanto riguarda la sua formazione, infatti il padre ambiva a vita militare mentre la madre vedeva in lui un vita ecclesiastica. Egli entrò in giovane età, a circa cinque anni, nel monastero di Montecassino, anche perché la sua famiglia appoggiava le milizie di Federico II che avevano assalito la rocca di Montecassino, e dopo la pace tra Imperatore e Papa del 1230 l’entrata a Montecassino di Tommaso fu un gesto di garanzia. Nel 1239 Federico II riprese le lotte contro il Papa, e i d’Aquino riaccorsero il figlio Tommaso in famiglia e gli permisero di studiare a Napoli. Nel 1243 il giovane prese la via della vocazione nell’ordine dei medicanti e predicatori, vocazione questa contrastata dai genitori, infatti la stessa madre ordinò ai figli Landolfo e Rainaldo, che erano accampati con la milizia di Federico II ad Acquapendente (VT), di catturare Tommaso. Catturato il giovane, lo imprigionarono presso il castello di Roccasecca (FR), lì i fratelli all’insaputa della madre attentarono alla virtù del giovane che si difese con tizzoni ardenti da una tentatrice. Accorsero anche le sorelle per convincere il giovane a negare la sua vocazione da mendicante. A nulla valsero i tentativi, ricevette l’abito religioso domenicano e dopo fu inviato a studiare da Alberto di Colonia ovvero Sant’Alberto Magno, dottore della Chiesa. Insegnò a Parigi nel 1252, e a quel tempo si datano i primi scritti teologici. In Italia tornò nel 1259. Insegnò teologia Napoli e iniziò la stesura di altre opere tra cui la “Summa Theologiae”, rimasta incompiuta. Chiamato da Papa Gregorio X (al secolo Tedaldo Visconti,1210 circa-1276) al Concilio di Lione (Francia) del 1° maggio del 1274, morì durante il viaggio il 7 marzo.
Curiosità:
– la sua vita eccelsa fu profetizzata da un monaco eremita chiamato Bono, infatti che fosse protetto dal Signore lo si intuì anche quando un fulmine colpì la camera in cui dormiva con una sorella, mentre costei morì lui ne uscì illeso;
– nel 1323 fu canonizzato da papa Giovanni XXII (al secolo Jaime Duesa, 1245-1334), mentre nel 1567 fu dichiarato “dottore angelico della Chiesa” da Papa Pio V (al secolo Antonio Ghislieri, 1504-1572);
– fu soprannominato dai compagni “bue muto” e fu difeso da Sant’Alberto Magno: “voi lo chiamate bue muto, ma questo bue muggirà, e i suoi muggiti li udiranno in tutto il mondo”;
– Dante Alighieri (1265-1321) nello scrivere la “Divina Commedia” fu ispirato dalla “Summa Theologiae” di San Tommaso d’Aquino; Dante lo inserirà nella sua opera come personaggio del Paradiso che gli insegna ad arrivare a Dio;
– egli era fratello di Teodora d’Aquino che sposò nel 1250 circa il nobile condottiero Ruggero II Sanseverino che nel 1266 fu capitano pontificio delle milizie guelfe (sostenitori il Papato) dell’angioino Carlo I d’Angiò (1226-1285) nella Battaglia di Benevento del 26 febbraio contro le truppe ghibelline (sostenitori del Sacro Romano Impero) del figlio di Federico II di Svevia (1194-1250) lo svevo Manfredi (1232-1266) che vi perse la vita. San Tommaso decise di fermarsi in vista dalla sorella Teodora e fu allora che il Santo ebbe l’ultima delle sue “estasi” proprio nel castello dei Sanseverino presso Mercato S. Severino (SA). Fu chiamato come detto al Concilio di Lione del 1274, e passato da Napoli si spense nel Monastero di Fossanova (LT) il 7 marzo dopo esser stato anche a Maenza (LT) dalla nipote Francesca d’Aquino, moglie di Annibaldo II da Ceccano. Inoltre secondo una voce diffusasi al tempo, ma ritenuta infondata, il Santo fu avvelenato da Carlo I d’Angiò (1226-1285) per timore che l’Aquinate al Concilio potesse dire qualcosa contro di lui;
– le spoglie del Santo sono conservate nella chiesa Les Jacobins a Tolosa (Francia), mentre il cranio è conservato nella cattedrale di Priverno (LT), una costola si trova nella Basilica di Aquino (FR).
– la reliquia della mano destra dopo esser stata custodita dal 1288 nella Capella di S. Maria del Castello dei Sanseverino nel 1317 alla morte di Teodora il figlio Tommaso II donò la reliquia al Convento Domenicano di Salerno, oggi chiesa di S. Maria della Porta e San Domenico;
– a Salerno San Tommaso d’Aquino tenne delle lezioni presso la Scuola Medica Salernitana, poiché i membri di questa rinomata scuola chiesero espressamente la presenza del Santo.