Padova: Oasi, Padre Giovannino Fabiano, risposta ad appelli istituzioni su invivibilità e sovraffollamento carceri
Il pensiero di Padre Giovannino Fabiano dell’Ordine Mercedario raccolto da Espedito De Marino.
“..Ma è mai possibile che per qualsiasi tipo di reato, la società civile non sia riuscita a elaborare nessuna forma di pena se non quella detentiva basandosi su un principio carcero centrico?
Se il carcere rappresenta l’unica risposta che l’ordinamento è in grado di offrire ai problemi della illegalità e della devianza, non può sorprendere né l’incremento progressivo della popolazione detenuta, né la costatazione dell’estrema difficoltà, per una parte della popolazione carceraria, di accesso alle misure alternative previste dall’Ordinamento Penitenziario”(CSM).
“ E’ mia convinzione che la pena detentiva debba essere riservata a chi commette crimini che ledono gravemente valori e interessi preminenti e intangibili. L’esecuzione della pena deve avvenire nel rispetto della dignità del detenuto e offrendo condizioni per favorire il suo reinserimento sociale”(On.G. Napolitano)
“Al fenomeno del sovraffollamento e della invivibilità delle carceri si deve rispondere non con la moltiplicazione delle celle, ma con misure alternative alla detenzione: gli arresti domiciliari, dove possibile, l’estensione della “messa in prova” con affido ai servizi sociali per alcuni tipi di reato. L’affido a comunità terapeutiche e non al carcere per i tossicodipendenti che hanno commesso reati a motivo della loro condizione”(On. R. Bernardini).
“..C’è la necessità di prevedere pene alternative alla detenzione…Occorre correggere una visione della pena incentrata solo sul carcere, riservando la detenzione ai fatti più gravi (Ministro Cartabia, in visita al carcere di S. Maria Capua Vetere)
“..In materia penale si svilupperanno le forme di esecuzione della pena, diverse, alternative al carcere, soprattutto in riferimento alle pene detentive brevi..( Ministro Cartabia, Relazione annuale al Parlamento)
“..Dignità è un paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti”( Presidente Mattarella, Discorso di insediamento).
- Reverendissimo Padre, quanto sopra esposto è il compendio delle Sue ricerche sui continui propositi delle autorità politiche italiane, ma nel concreto c’è una proposta innovativa adeguata?
Per una risposta adeguata a questi appelli occorrono strutture che accolgono i detenuti che escono dal carcere e non sanno dove andare; strutture che accolgono i detenuti che scontano le pene alternative previste dall’Ordinamento Penitenziario.
- In Italia ci sono queste strutture?
Lo Stato ha previsto queste strutture e soprattutto contribuisce al loro mantenimento?
A Padova, da oltre 50 anni, è presente l’OASI della Mercede.
L’OASI della Mercede, è un’opera sociale, retta dai Padri dell’Ordine della Mercede( un Ordine fondato a Barcellona nel 1218 per la liberazione dei cristiani fatti schiavi dai musulmani,;oggi l’apostolato preminente dell’Ordine è quello carcerario).
Dal 1965, anno della sua fondazione, l’OASI collabora con le carceri di Padova, Circondariale e Reclusione).
L’OASI della Mercede, non è solo una struttura per l’accoglienza di detenuti che escono dal carcere e non sanno dove andare; detenuti in misura alternativa, bensì offre percorsi personalizzati e un ventaglio di opportunità ad utenti in regime di detenzione i quali possono a norma di legge beneficiare di misure alternative, volte alla rieducazione, promozione integrale e integrata con un possibile reinserimento nella compagine sociale e lavorativa.
Le fasi del progetto di accoglienza e reinserimento prevedono:
affiancamento ad uno psicologo e all’educatore della struttura;
percorsi formativi;
progetto lavoro: ricerca e analisi di opportunità lavorative in loco;
financial planning personalizzato;
progetto casa: ricerca di soluzione abitativa autonoma;
termine del percorso rieducativo: la permanenza è di un anno con possibile proroga di sei mesi.
L’OASI è la realtà di accoglienza più grande e più importante che ci sia a Padova e nel Veneto con questo tipo di beneficiari.
L’OASI ha 23 stanze, con bagno e doccia privati, oltre a spazi comuni quali la cucina, la sala da pranzo, la sala informatica la sala giochi, la lavanderia , la biblioteca ..oltre a un grande giardino.
Oltre all’OASI, la Casa di Accoglienza, è presente anche una Cooperativa, la Cooperativa Mercede, per percorsi formativi e di inserimento al lavoro per gli ospiti della Casa e per gli Art.21.
Le figure che attendono all’accoglienza, alla formazione e al reinserimento degli ospiti sono 3 Religiosi, un Educatore, e un Amministratore.
La presenza di religiosi mercedari all’interno dell’OASI è una presenza fraterna tendente a creare un clima di famiglia, dove tutto si svolge nell’essere attenti alle varie difficoltà , quindi presenti, cercando di riportare ogni accadimento al dialogo, al confronto relazionale e all’aiuto sincero.
L’OASI può accogliere fino a 23 persone adulte/maschi senza distinzione di età, lingua, nazionalità e di religione.
Variano anche i vari programmi trattamentali stabiliti dai Magistrati con l’ausilio degli Operatori dell’aria di Osservazione e Trattamento, per cui le misure, o i vari benefici, vanno dalla Detenzione domiciliare, all’Affidamento, all’Art.21.
Un altro importante servizio che offre la comunità dell’OASI è quello di essere disponibile per i Permessi Premio, rendendosi garante del comportamento dei detenuti e offrendo loro un’accoglienza dignitosa in un ambiente sereno.
Sono proprio le persone che godono di alcuni giorni di libertà, dopo anni di carcere a trovarsi in un momento particolarmente recettivo e con larghe attese e speranze, che è molto importante non deludere. Anche un piccolo aiuto in quei frangenti può aiutare a riconciliarsi con la vita , con la società e anche con Dio.
Non è difficile affiancarsi ai nostri Ospiti nel lavoro, nei problemi familiari, nelle innumerevoli difficoltà personali, ambientali e sociali. Sono loro stessi a rivolgersi a noi per un consiglio, un orientamento. Ogni occasione di incontro è propizia come atto caritativo e di solidarietà umana.
Non solo rispetto ai detenuti ma anche riguardo a tutte le persone che gravitano nella realtà dell’OASI: dagli Operatori, ai Magistrati, avvocati, Agenti di Polizia Penitenziaria.
Come tutte le realtà sociali impegnate nell’ambito del disagio sociale, per la persistente crisi economica, moltiplicata dalla pandemia, anche la comunità dell’OASI di Padova sta vivendo delle grosse difficoltà con il rischio della chiusura.
L’aiuto sociale è un po’ la spia del malessere morale ed economico di una nazione che, quando c’è da far bilanciare l’economia, ad essere più colpiti sono sempre i più vulnerabili, i più deboli.
Nonostante infatti che all’OASI vengano persone che hanno chiuso o stanno chiudendo(con le pene alternative) il loro debito con la giustizia ma vivono un periodo di fragilità enorme, persone mandate a seguito di provvedimenti emessi dalle stesse autorità giudiziarie competenti.
- Ma lo Stato (ribadisco la domanda) Vi sostiene ?
NON RICEVIAMO ALCUN SOSTEGNO ECONOMICO…lo STATO PER QUESTO SERVIZIO NON DA’ NEMMENO UN EURO!, pur assicurando ospitalità non solo ai detenuti ma anche alle loro famiglie che non possono permettersi di andare in strutture alberghiere.
Eppure basterebbe che ci fossero versate almeno le medesime somme che lo Stato comunque risparmierà ogni qualvolta si sia noi a farci carico dei costi della persona detenuta in misura alternativa o in permesso premio (colazione, pranzo, cena, sistemazione negli alloggi, luce, acqua, sostegno psicologico e sanitario, etc).
Purtroppo noi viviamo soltanto di rimesse di benefattori che ci aiutano nella misura in cui è alle stesse possibile, ma pure a seguito della pandemia, si sono ridotte di molte le entrate, mentre i costi e le uscite aumentano per ragioni dettate dalla miseria crescente in alcune categorie di cittadini svantaggiati e che non usufruiscano, o non siano capaci di usufruire, di misure economiche di soccorso pubblico.
Possibile che sia così difficile fare un provvedimento del Governo che consenta, a seguito di un pure approssimativo ed in difetto calcolo dei risparmi conseguiti, riversare una somma anche ridotta alla Vostra Comunità e a quelle che suppliscono l’assenza di strutture pubbliche finalizzate al ricovero di detenuti in permesso o in misura alternativa alla detenzione, come nel caso dell’affidamento in prova ai servizi sociali o in detenzione domiciliare?
Non vogliamo profittare di nulla…..Nonostante le tante difficoltà portiamo avanti il nostro servizio con semplicità e dedizione, consapevoli che ogni possibile cedimento può nuocere alle persone che si trovano in difficoltà e hanno perciò bisogno di un aiuto concreto, per rendere possibile un dignitoso reinserimento nella vita sociale.
L’OASI , nel solco della tradizione della Mercede e del suo carisma di carità e speranza, nonostante la precarietà che per secoli ha dovuto affrontare e che affronta anche oggi,
continua ad essere ancora oggi, a distanza di 57 anni, un segno di speranza e misericordia inviato a questa società che, il più delle volte, non riconosce la dignità degli ultimi, degli svantaggiati: segno che purtroppo viene misconosciuto e disatteso.
- Un’ ultima considerazione Direttore e Reverendissimo Padre ?
Il giardino ,in cui è immerso l’OASI, mi suggerisce un ultima considerazione.
Il bene se fatto bene porta al bello, e il bello è sempre molto educativo e “ricreativo”, nel senso che fa bene anche allo spirito, favorendo la relazione con gli altri, e preparando l’incontro con Dio, Bellezza infinita.
- Grazie Padre Giovannino, Direttore dell’OASI e meraviglioso Sacerdote. Auguri per tutto.