Dal giornalismo dei “fatti e misfatti”, al giornalismo per la gente: “Lettera aperta” ai Direttori dei quotidiani campani
Giuseppe Lembo
Perché una “lettera aperta” ai Direttori dei quotidiani della Campania?
Osservando, lo scenario dell’informazione regionale sia scritta, che in voce ed in video e sempre più spesso anche on-line, avverto il dovere di lanciare il “grido di dolore”, il “grido di allarme”, attraverso una lettera aperta.
L’informazione e la cultura sono i presupposti per lo sviluppo di una società.
Rappresentano insieme, la molla per costruire il futuro.
In Campania, la desolazione ed il malessere della società sono il solo “pane quotidiano” dell’informazione regionale.
È così la cronaca delittuosa e del più generale malessere sociale, finisce per diventare l’universo di un modello unico di informazione ed attiva una spirale dove i valori della vita e le “certezze universali” sono interamente sostituiti dalla cultura della violenza, del crimine e della morte.
La società regionale, dove tante sono le cause del suo ormai profondo malessere, afflitta dalla morsa delle devianze assunte ad ordinaria norma di vita, non trova la forza per reagire e per cambiare le regole del gioco, recuperando quei valori di vita che nel passato hanno fatto della Campania, una terra di saperi, di grande civiltà e di grande cultura.
Purtroppo, siamo a situazione diffuse, di profonda incultura e di crisi profonda del comunicare autentico.
In questo scenario di scarsa umanizzazione e di mancanza assoluta di solidarietà, siamo in una situazione di profondo e generalizzato smarrimento e malessere sociale; la caratteristica dominante è quella di una forma ossessiva di spersonalizzazione, basata su modelli comportamentali “fotocopia” l’uno dell’altro; contagiano l’agire umano, trasformandolo sempre più, in un “agire fotocopia”, poco personale, poco creativo e poco umano.
La capacità di saper analizzare i comportamenti comuni, in modo che tutti abbiano la possibilità di percepire correttamente la realtà, è un’esigenza che appartiene, come prerogativa prioritaria alla cultura, una via obbligata, per la crescita sia individuale che collettiva della società di ciascun popolo.
In Campania oggi è assolutamente assente questo percorso virtuoso; anche la comunicazione, poco autentica, vive di apparenza.
Ma per quale futuro? Per quale società?