Salerno: riceviamo e pubblichiamo “La mia prima (ed ultima) ascesa al Monte della Stella”
Monte Stella, così mi era stato nominato dal primo giorno del mio arrivo a Salerno, ed è rimasto sempre vivo
il mio desiderio di farne l’ascensione e finalmente in questi giorni, partendo da Fratte e Matierno, sono giunto
a Ogliara. Salendo sulla stretta strada di montagna, ad una curva, si diparte dritta davanti a te un nuovo
tappetino nero lucido e ben delimitato da due strisce bianche. L’accesso è ostacolato da un gradino (poco
percepibile con il sole davanti) che viene urtato violentemente dalla coppa dell’olio (per fortuna senza danni).
La strada continua così fino ad un punto in cui una tabella indicativa indica l’itinerario definitivo e la
carreggiata si riduce impedendo di fatto la doppia circolazione. Di qui, sull’asfalto nero, comincia l’escursione
a piedi. Dopo qualche centinaio di metri l’asfalto finisce e si prosegue su un acciottolato di grande pezzatura
scomoda da percorrere, e pur finisce ma continua con una sorpresa inaspettata: un nastro di calcestruzzo
bianco. Questo nastro prosegue inalterato fino alla fine dell’escursione in un pianoro con tavoli e panchine per
una colazione e l’escursione è finita.
Nicola Locuratolo
Una considerazione da naturalista in pensione
Uno stupro in “Natura” non annunciato, ma ormai fatto e concluso
E’ inconcepibile pensare come sia stato possibile la progettazione di un “parco” per la cima di un monte sopra
Salerno quale quello “…della Stella”.
Una progettazione che stravolge la “naturalità” del luogo e che non ha preso in considerazione la “NATURA”
vista dal “naturalista”:
… e passi l’asfalto nero che si trova a margine della strada grigia che arriva da Ogliara e prosegue per San
Mango;
… e passi che l’asfalto nero prosegue anche dopo il ristringimento della carreggiata;
… e passi il massiccio lastricato in pietra che talvolta rende difficoltoso il cammino;
… ma non si può certo accettare che ad un certo punto finisca il lastricato ed inizi un nastro di calcestruzzo
cementizio bianco largo circa due metri che termini proprio davanti al pianoro sub-sommitale del “Monte della
Stella”.
Manca in questa “NON NATURA” il “sentiero” che a volte, aspro e difficoltoso fa sentire al piede la montagna
e conduce in alto per ammirare il golfo di Salerno sottostante.
Cosa si può ancora fare?!
A prescindere che i costi per fare questo stupro saranno stati senz’altro notevoli, ci sembra doveroso di dover
proporre almeno lo “STATUS QUO ANTE” con la eliminazione almeno del battuto di calcestruzzo.
E’ il minimo che si può proporre e che si dovrebbe fare!
Ma temo che sia o sarà una proposta “utopistica” perché siamo a Salerno e mare, monti e “natura” a Salerno è
solo slogan pubblicitario solo un pretesto per far fare cassa per imprese e magistrati.
In montagna il “Parco del Monte della Stella” in cui la “natura”, quella autentica quella anche con le “padelle
bucate” delle mucche o delle “biglie” delle pecore, è stata innalzata a “NON NATURA” con “tappetino
autostradale” portato in montagna, lastricato da “via consolare romana” ed infine una striscia larga due metri
di calcestruzzo bianco e fino alla fine della salita al piano sommitale e… la natura? …il mio scarpone non l’ha
vista, io ho visto le tracce del pneumatico da motocross, il lento transito del pensionato (me medesimo) e
solitario ed i cartelli del percorso di fitness (deserto).
Questo stupro accade in montagna e… nel mare uno ancora più sostanzioso e proficuo.
Quando sono arrivato a Salerno ho letto su un giornale locale (La Città), una nota di dissenso degli ambientalisti
sul ripascimento del litorale a sud di Salerno e fino al limite regionale lucano.
L’argomento era a me molto ben noto: l’erosione della costa. Dopo averlo studiato a lungo, sulla costa ionica,
sono giunto alla conclusione di aver trovato un “escamotage” per rallentare e attenuare il fenomeno erosivo
ed, alla fine l’ho brevettato:
“Ecostrutture per bio-architetture del fondale marino in fase regressiva con funzione di consolidamento di
riqualificazione ambientale”.
Solo qualche giorno fa ho letto sempre su “La Città” del 15/02/2022, un giornale locale, del magistrato “Penna”
indagato e di una matassa intrecciata di loschi affari, anzi grossissimi, legato al ripascimento dell’intera costiera
a sud di Salerno.
Si tratta di un affare di centinaia, e forse, di migliaia e migliaia di milione di euro da fermare per non produrre
un danno ancora maggiore nel tempo. E’ un affare troppo grosso per me ed allora meglio rinunciare e lasciare
andare al suo destino la costiera di Salerno.
Sul mare, come sui monti, tutto va a rotoli in provincia di Salerno.