Racconti africani: la bellezza esteriore può ingannare
Padre Oliviero Ferro
Un ragazzo non faceva che lamentarsi tutto il tempo. “Mio padre è fabbro: le sue mani sono tutte rovinate dalle bruciature e ha i calli! Mia madre è guercia (cieca da un occhio). Come si fa a vivere con dei genitori in queste condizioni?”. Se ne andò all’estero. Cercò del lavoro, ma non ne trovò. Fu preso in una retata della polizia e portato in prigione. Per fortuna per lui, dopo poco tempo, il re del paese decretò un’amnistia. Appena libero, il nostro ragazzo riprese la strada per ritornare a casa. Cammin facendo, trovò una capra abbandonata, con delle belle corna e con un pelame molto grazioso, e decise di prenderla per offrirla ai suoi genitori. Tutti e due furono ricevuti bene e, in segno di gioia, si decise di sgozzare subito la capra e di invitare i vicini. L’animale era grassoccio e di bell’aspetto. Tutti ne approfittarono. Ma, l’indomani mattina, tutto il vicinato aveva il fuoco in pancia. Questa capra aveva una malattia nascosta, la sua bellezza nascondeva il veleno. Per fortuna, una medicazione rapida e radicale scongiurò il pericolo e le persone dissero: “E’ proprio vero che la bellezza esteriore può ingannare”.
E come dice il proverbio “avere la pelle rossa, non vuol dire essere bello: anche l’antilope è rossa” e “Avere la pelle chiara non è la bellezza: anche l’antilope è nata con un pelame chiaro”.